Comunicazione giudiziaria per altri 50 dei 61 Fiat: violenze e minacce
Comunicazione giudiziaria per altri 50 dei 61 Fiat: violenze e minacce Comunicazione giudiziaria per altri 50 dei 61 Fiat: violenze e minacce E' un nuovo capitolo della vicenda giudiziaria cominciata in ottobre - Venti operai sotto inchiesta per i blocchi stradali Ancora guai giudiziari per 50 dei 61 operai licenziati dalla Fiat lo scorso ottobre. Per gii altri 11 (dieci dei quali avevano rifiutato i legali del sindacato, facendosi difendere da un collegio alternativo) la procura della Repubblica aveva già spiccato ordini di comparizione per reati che vanno dall'associazione sovversiva al danneggiamento. Ora "l'inchiesta prosegue anche per gli altri 50, che hanno ricevuto una comunicazione giudiziaria. I reati contestati per quanto se ne sa, sono violenze, minacce, danneggiamenti tutti commessi in fabbrica. Come è noto, era stato il pretore capo a inviare alla procura i fascicoli con i nomi dei 10 operai del collegio alternativo e poi degli altri 50 operai licenziati, ravvisando nel comportamento da loro tenuto in fabbrica gli estremi per l'apertura di un'inchiesta penale. Le indagini si sono trascinate con molta lentezza. Nel frattempo i primi processi di lavoro per contestare l'illegittimità dei licenziamenti di ottobre alla Fiat si sono conclusi, con una vittoria per parte una per un operaio, l'altra per la Fiat. ir Corridoi affollati ieri mattina all'ufficio istruzione in via Tasso. Una ventina di operai della Gomitai della Tecmo e della Metarex sono comparsi davanti al giudice istruttore Laudi che conduce l'inchiesta sulle violenze verificatesi l'estate e la primavera scorse, in occasione del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. Il pretore Fornace di Rivarolo — le violenze erano tutte accadute nella zona di Volpiano — aveva inviato il rapporto dei carabinieri alla procura. Gli operai erano poi stati interrogati dal sostituto procuratore ma si erano tutti rifiutati di rispondere. Ha spiegato uno di loro ieri «Quest'inchiesta è assurda Hanno colpito a caso, segnalando dei nomi di chi magari quel giorno non aveva nemmeno partecipato a una occupazione, o a una delle tante manifestazioni che si sono verificate durante il rinnovo del contratto. A ricevere la comunicazione giudiziaria siamo in tanti, una ottantina in tutto. Continueremo ad avvalerci della facoltà di non rispon dere». si dell'ufficio postale al volante di un'auto rubata. Durante l'ondata di arresti per «Prima linea» il giornale Lotta contìnua aveva inviato ai giornali un comunicato di protesta per una perquisizione dei carabinieri nella casa di campagna di un amico di «Steve»: cercavano, forse, il Della Casa per le indagini sul terrorismo. Non risulta però che a carico del giovane sia stata emessa una comunicazione giudiziaria per qualche reato specifico nell'ambito delle indagini sul terrorismo. «Steve» dovrà comparire tra breve al processo d'appello perché accusato di essere uno dei partecipanti all'assalto della sede del msi. avvenuto il 1° ottobre del '77 dopo il quale avvenne il tragico episodio dell'Angelo Azzurro. Ieri pomeriggio Della Casa è stato portato nella caserma dei carabinieri di Orbassano dove si trova in stato di fermo. Secondo indiscrezioni trapelate in serata, «Steve» si sarebbe giustificato dicendo di aver avuto l'auto in prestito da un conoscente, di cui però non ha saputo fornire le generalità. Non ha opposto la minima resistenza all'arresto.
Persone citate: Della Casa, Laudi
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