Ordine di comparizione a dieci dei sessantunno licenziati Fiat

Ordine di comparizione a dieci dei sessantunno licenziati Fiat Rischia di saltare il processo in pretura del lavoro Ordine di comparizione a dieci dei sessantunno licenziati Fiat Le accuse sono: violenza privata, minaccia aggravata, danneggiamenti - (Tre di questo gruppo sono già in carcere per terrorismo) La Procura della Repubblica ha mandato ordini di comparizione ai dieci licenziati Fiat difesi dal collegio alternativo per violenza privata, minaccia aggravata, ingiurie danneggiamento. Un passo avanti nell'inchiesta penale destinato ad incidere pesantemente anche sulla vicenda processuale davanti al pretore del lavoro. Poiché questi operai hanno ora assunto la veste di imputati è molto probabile (anche se negli ambienti forensi una minoranza sostiene tesi diverse) che, nell'udienza di domani, il giudice Violante applichi nei loro confronti l'art. 3 del codice di procedura penale che prevede obbligatoriamente la sospensione del procedimento civile. In questa ipotesi il ricorso contro la Fiat per ottenere la reintegrazione in fabbrica slitterebbe di molti mesi lasciando cosi aperto un «caso» partito il 9 ottobre dell'anno scorso con la sospensione di 61 operai degli stabilimenti Mirafiori Rivalta e Lancia di Chivasso. Come si ricorderà, i 10 licenziati avevano rifiutato la posizione sindacale sulle forme di lotta, violenza in fabbrica, atteggiamenti intimidatori durante le vertenze di lavoro, rinunciando a farsi difendere dagli avvocati della Firn. Dopo una serie di iniziative legali, senza successo, avevano presentato ricorso sostenendo l'illegittimità del primo e del secondo licenziamento. Prima che la causa s'iniziasse uno di loro, Antonio D'Andrea, aveva raggiunto un accordo con l'azienda rinunciando al processo; altri due, Gianfranco Matacchini e Domenico Iovlne, erano finiti in carcere per terrorismo; un quarto Umberto Farioli è stato arrestato nel blitz contro «Prima linea» nei giorni scorsi. Le loro posizioni, e quelle degli altri sei compagni (Renato Ansaldi, Giovanni Fresia Giancarlo Santini Attilio Bruno, Salvatore La Spina, Diego Palermo) erano già all'esame della procura che aveva inviato a tutti comunicazioni giudiziarie per violenza, minacce e danneggiamento e ad alcuni un'altra «comunicazione» per associazione sovversiva. Ieri il passaggio da indiziati a imputati. La notizia del provvedimento è stata trasmessa alla pretura: poche paginette che riassumono la situazione di ognuno: dalle minacce ad un capo che contestava assenze prolungate all'aver scardinato la porta d'ìn• grosso della direzione uffici; dalle intimidazioni a colleghi' per costringerli ad abbandonare il lavoro, alle ingiurie a scritte del tipo «colpirne uno per educarne cento» trovate subito dopo l'assassinio dell'ingegner Ghiglieno. Si tratta, più o meno, delle stesse accuse in base alle quali la Fiat 11 aveva licenziati. Mentre si attende, domani, la ddnEsttz il ll'll iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii decisione del pretore, sul fronte dei licenziati si registrano due novità: 1) è saltata la causa di Elvira Bustreo, un'operaia difesa dal secondo collegio alterna tivo, perché la donna ha accet tato il provvedimento dell'azienda; 2) il pretore Violante ha depositato le motivazioni della sentenza con la quale ha dato ragione a Riccardo Braghin primo dei 61 che aveva presen tato ricorso. £r jjU

Luoghi citati: Chivasso, Palermo, Rivalta