L'Indesit scommette tutto sull'elettronica e lancia gli elettrodomestici «intelligenti»
L'Indesit scommette tutto sull'elettronica e lancia gli elettrodomestici «intelligenti» La Casa torinese è decisa a sfidare i prodotti che vengono dall'Est L'Indesit scommette tutto sull'elettronica e lancia gli elettrodomestici «intelligenti» TORINO — Il mercato europeo sta diventando sempre più difficile, l'offerta di elettrodomestici «bianchi» (lavatrici, frigoriferi, lavastoviglie) e «bruni» (televisori, radio) supera la domanda: c'è una concorrenza spietata da parte dei prodotti dell'Est, tecnologicamente «primitivi» ma a buon mercato: lo scorso anno qualche produttore ha dovuto ridurre gli orari, qualche stabilimento è stato chiuso. La Indesit, che esporta il 60 per cento della produzione, passa al contrattacco e rinnova tutti i suoi prodotti. «Una cura radicale — dice il direttore generale Pier Giovanni Bianco —, che è durata un anno e che è ormai alle ultime battute». La nuova gamma di prodotti è stata presentata alla «Domotecnica», il salone internazionale delle arti domestiche di Colonia ed entrerà in produzione tra poco. «Si tratta di una serie di elettrodomestici della nuova generazione — spiegano alla Indesit — che tiene conto della saturazione del mercato degli elettrodomestici tradizionali e della tendenza degli acquirenti a scegliere prodotti più sofisticati; l'altro obbiettivo che si è perseguito è stato quello della riduzione del consumo di energia». La soluzione tecnica è stata trovata nell'applicazione dell'elettronica nel controllo delle varie operazioni. «L'elettronica — dice Bipnco — dà una serie di vantaggi : maggiori possibilità tecniche, più affidabilità, economia rispetto agli apparecchi elettromeccanici, possibilità di ridurre i consumi. Lavatrici e lavastoviglie sono ora comandate da un "microprocessore", in sostanza un piccolo computer in cui sono memorizzati decine di programmi. E nonostante l'impiego di tecniche costruttive molto avanzate l'uso dell'apparecchio risulta semplificato. Non ci sono calcoli da fare, non ci sono tabelle da seguire: c'è solo una tastiera molto semplice che consente di scegliere il programma voluto». «Grazie alla concentrazio¬ ne di molte prestazioni in un piccolissimo spazio — dice il vicedirettore generale Enrico Sala, che è responsabile della pianificazione e dello sviluppo —si possono costruire elettrodomestici che permettono una vasta gamma di funzioni sempre perfettamente adeguate alle necessità specifiche». E questo è importante per risparmiare energia: in altre parole si può evitare di scaldare troppo l'acqua se la natura dello sporco da lavare non lo richiede, o di continuare il lavaggio quando la biancheria o le stoinglie sono già pulite. La macchina ha. insomma, una sorta di rudimentale intelligenza che aiuta ad eliminare sprechi. Le nuove macchine lavatrici impiegano un terzo di acqua in meno dei modelli precedenti ed è appunto il riscaldamento del¬ l'acqua che assorbe la maggiore quantità di energia elettrica. Infine la nuova famiglia di elettrodomestici è predisposta per l'autodiagnosi: una speciale apparecchiatura è in grado di individuare immediatamente un eventuale guasto e di indicare la parte sulla quale intervenire; con evidente risparmio di manodopera. La Indesit. dunque, volta pagina. Nata nel '56 e cresciuta rapidamente con il «boom» grazie a una produzione che era un soddisfacente compromesso tra la qualità e il prezzo e che aveva perciò consentito di conquistare un largo mercato, ora fa un salto tecnologico e lancia una sfida per gli Anni 80 puntando su prodotti di qualità medio-alta. Intanto si è inserita nel settore dei piccoli elettrodomestici (rasoi, asciugacapelli, ferri da stiro) e sta per entrare nel campo degli elettrodomestici «incassati», cioè inseriti nelle cucine componibili, un settore in sviluppo, che richiede però una progettazione molto particolare. Per questo nello scorso esercizio, su un fatturato di 273 miliardi di cui 150 per l'erport) sono stati fatti investimenti per 29 miliardi. L'occupazione è rimasta pressoché immutata su 11.500 persone nonostante l'abbandono della produzione di componenti, non più economica rispetto ai costi dei fornitori esterni (la concorrenza viene sia dall'economia sommersa sia dalle produzioni importate dall'Estremo Oriente). Circa la metà dei dipendenti si trova nei nove stabilimenti del Sud («Sia.mo una delle più grandi industrie private del Mezzogiorno»; sottolinea il vicedirettore generale Romano Manassero. responsabile delle relazioni industriali). Nell'azienda circa 2000 dipendenti lavorano nel settore radio-tv. Anche qui si è davanti alla necessità di una risposta ad una crisi che investe tutti i produttori italiani: la Indesit produce ancora apparecchi radio, ma si tratta di un settore che in Europa non ha avvenire: senza avvenire sono anche i televisori in bianconero, ad eccezione dei portatili dove la presenza Indesit è ancora notevole. E' nei televisori a colori che si sta combattendo in Italia una battaglia all'ultimo sangue tra i nostri produttori e l'irresistibile assalto degli stranieri, sia europei che giapponesi. Le difficoltà sono evidenti per tutti e alla Indesit non se le nascondono. «Anche in questo settore — dice però Pier Giovanni Bianco — non siamo rimasti fermi». Infatti è stato messo a punto un televisore molto avanzato (lo chiamano «il mostro» perché, tra l'altro, è in grado di «dialogare» con l'utente) di cui sarà prodotta per ora una serie limitata. Perora «il mostro» sarà mandato in avanscoperta sui mercati nella speranza che trasmetta segnali incoraggianti. Vittorio Ravizza
Persone citate: Enrico Sala, Pier Giovanni Bianco, Romano Manassero, Vittorio Ravizza
Luoghi citati: Colonia, Estremo Oriente, Europa, Italia, Torino
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