Fiat chiede 13 milioni di danni a un licenziato che fa ricorso di Francesco Bullo

Fiat chiede 13 milioni di danni a un licenziato che fa ricorso È la prima causa singola promossa da uno dei «61» Fiat chiede 13 milioni di danni a un licenziato che fa ricorso L'operaio «allontanandosi dal posto di lavoro a suo piacimento» ha costretto l'azienda a rimpiazzarlo con un altro e con aggravio di spese La Fiat, citata a giudizio da alcuni dei 61 licenziati, non si limiterà a sostenere le accuse, ma chiederà anche il risarcimento dei danni ai ricorrenti. Questa almeno l'impressione che si ricava leggendo la memoria depositata dai suoi legali in cancelleria della pretura del lavoro. Finora hanno fatto causa 12 operai (due difesi dalla Firn dieci dal collegio alternativo) e l'udienza per il primo caso era fissata fra dieci giorni. In relazione a questo, ieri la Fiat ha portato al giudice un documento di 28 pagine nel quale, con elementi di fatto e di diritto, riafferma la legittimità del licenziamento respinge la richiesta di reintegrare l'operaio, di versargli cinque mensilità e sollecita un risarcimento di 13 milioni e mezzo di lire (in subordine 9.548.750). Le tesi dell'azienda sono note e sostanzialmente riprendono quanto già sostenuto nei due processi d'urgenza e in quello per comportamento antisindacale: 1) il licenziamento non valido sul piano formale può essere revocato; 2) il provvedimento disciplinare, nel caso specifico, poteva essere rinnovato (licenziamento bis); 3) la nuova sanzione è stata tempestiva, anzi, contemporanea alla revoca della precedente; la lettera di sospensione era sufficientemente motivata e comunque l'interessato poteva chiedere un incontro all'Anima, cosa che «si é ben guardato di fare-. Passando al merito della controversia, i legali della Fiat sottolineano che i dipendenti di Mirafiori Presse, dove l'operaio lavorava, erano stati vittime di atti terroristici (7 ferimenti alle gambe. 22 auto incendiate teleim ii unii luminimi m li il lumini un mimi li ni fonate minatorie): «Di tale realtà il ricorrente si era avvalso — scrivono — tenendo atteggiamento minaccioso per creare intorno a sé un clima di paura che gli avei'a consentito di acquisire un'impunità disciplinare di cui si giovava, tra l'altro, per allontanarsi a suo piacimento dal posto di lavoro-. Secondo l'accusa, l'abbandono del posto era un comportamento abituale del ricorrente che. dopo le ferie del '79. non avrebbe fornito quasi più nessuna prestazione: «Colpa contrattuale che ben può giustificare il ' 111 ] 11 b 11111 m 11 m 1111111111111 a 11 ■ ■ licenziamento in tronco per giusta causa-. Nell'ultima parte della memoria viene presentato il conto del danno subito dalla Fiat: nel solo periodo gennaio-ottobre, dato che il suo rendimento era solo del 25 per cento l'azienda ha dovuto mettere in quell'officina una persona in più (lire 9 milioni e mezzo): le ore di mancata manutenzione sono state 750, per difetto (lire 5 milioni 600 mila): in entrambi i casi l'operaio ha lavorato un quarto prendendo l'intero salario (danno di lire 3.948.750). Si chiede quindi il risarcimento di 13.448.750 (9 milioni 500 mila + 3 milioni 948.750) o in subordine 9.548.750 (5.600.000 + 3.948.750). o ancora una cifra determinata dal pretore. Si allegano 14 capitoli di prova per i quali l'azienda indica una cinquantina di testimoni. Riguardano il tipo di lavoro al quale l'operaio era addetto, le sue assenze dal posto e gli atteggiamenti intimidatori l'atmosfera di paura legata ai fatti terroristici, il clima esistente in alcune aree che aveva fatto venir meno il «meccanismo disciplinare». I testi inoltre dovranno dire se è vero che l'operaio scattò «abusivamente» foto al capo officina Franco Visca (n.d.r. ferito il 30 giugno '771 mentre entrava alle Presse e che insultò il capo reparto chiamandolo «aguzzino» perché l'aveva invitato a rispettare l'orario di lavoro. Avendo presentato la richiesta di risarcimento danni, i legali della Fiat hanno invitato il pretore di fissare una nuova data per l'udienza. Il processo potrebbe cosi slittare di qualche giorno. _ „ „ Francesco Bullo

Persone citate: Franco Visca