L'Indesit (in attesa della Gepi) congela ancora i licenziamenti

L'Indesit (in attesa della Gepi) congela ancora i licenziamenti L'Indesit (in attesa della Gepi) congela ancora i licenziamenti Il sindacato chiede al governo di far partire il consorzio con Emerson e Voxson - Entro il mese piano di settore per l'elettronica , e . i . n a i TORINO — Tra tante nubi, una schiarita per l'Indesit. L'azienda non spedirà lunedì le 2020 lettere di licenziamento, come aveva detto in un primo tempo, ma, precisa Romano Manassero assistente dell'amministratore delegato Mario Nobili, «le terrà congelate sino a fine mese», in attesa che al ministero dell'Industria venga definito il piano di settore e Marcora dia il via libera definitivo all'intervento della Gepi. Il sindacato, d'altronde, è pienamente d'accordo su questa soluzione e lo ha ribadito ancora ieri con un comunicato, diffuso in tutte le fabbriche del gruppo, in cui chiede a Marcora di far «intervenire in tempi rapidi» la finanziaria pubblica di salvataggio e far così partire il consorzio Indesit-Emerson- Voxson di cui si parla da mesi. Il progetto non è mai caduto ma non è mai decollato: un po' perché non è mai stato gradito dall'altro grande dell'elettronica civile, la Zanussi, un po' perché la Gepi è restia a intervenire in forze in un settore che giudica «spurio» Marcora sembra però seriamente deciso a sbloccare la situazione e il consorzio, salvo imprevisti, potrebbe già decollare entro settembre. «In caso contrario — precisa Manassero — saremo costretti a rivedere le nostre posizioni e a spedire le lettere di licenziamento». Una ipotesi questa che spaventa la Firn, che ha già convocato a Roma per martedì il coordinamento del settore elettronica civile per fare il punto della situazione e «indicare una giorna ta di lotta nazionale ». A convincere Marcora e il sindacato a stringere i tempi non è soltanto il «caso Inde sit», ma la «crisi drammatica» che ha investito il settore del tv color e i cui dati sono allarmanti: l'83 per cento del nostro mercato è ormai praticamente conquistato dalle marche straniere. «Una crisi — dicono i costruttori — molto più seria di un anno fa quando, dopo una serie di crolli a cate na, nel giro di poche settima ne, 11 mila su 15 mila addetti del settore erano finiti in cas sa integrazione». Per mettere un argine a questa situazione, Marcora ha fatto convocare poche sere fa a Roma, nell'ufficio del direttore generale dell'Industria, Vittorio Barattieri, un vertice fra tutti i costruttori nazionali. Erano presenti la Indesit, VEmerson, la Voxson, in pratica le tre aziende che con l'intervento finanziario della Gepi (24 miliardi circa) dovrebbero dar vita al consorzio già battezzato -Indesit Sud». C'erano inoltre la Zanussi e l'Autovox (l'azienda romana leader italiana nelle autoradio) che insieme alla Aeg-Telefunken Italia, che la Zanussi ha già contattato da tempo, dovrebbero invece dar vita a un -secondo polo» del settore. Questa soluzione non spiace a Marcora, il quale sembra intenzionato a dare il via al più presto a un «piano di settore» che dovrebbe poggiare sui •due poli» e sulle proposte operative emerse dal gran consulto dell'altra sera. In pratica le proposte avanzate dai costruttori sono tre e possono essere così riassunte: 1) un maggior controllo doganale per evitare che l'Italia diventi un -colabrodo» in cui entrano con V.etichetta Cee» i prodotti più diversi, con la gran parte dei componenti prodotti nel Terzo Mondo, a Taiwan o in altri Paesi dove i costi sono bassissimi; 2) a livello aziendale verrebbe sollecitata (anche sotto la forma di «consorzi») la produ¬ zinstvr(u'Gurevziranmnrisisda zione congiunta, soprattutto nel settore della componentistica; in questo quadro dovrebbero decollare i due «poli» (uno che fa capo all'Indesit; 'altro alla Zanussi che con la Gepi ha già messo a punto una nuova iniziativa, nell'area di Sabaudia) con l'obiettivo di produrre 350 mila -pezzi» l'anno, una cifra considerata «minima» dalle case per non essere proiettate fuori mercato. Il terzo punto riguarda infine gli aiuti finanziari necessari per rilanciare le aziende del settore, soprattutto la ricerca in un settore travolto da investimenti colossali da parte delle multinazionali. Questi aiuti dovrebbero servire parti¬ colarmente alla Zanussi per sviluppare la ricerca su tecnologie molto sofisticate (come i televisori a schermo piatto) e alla Indesit a concentrare i suoi sforzi nella fornitura di apparecchiature terminali semiprofessionali, in vista anche del decollo della telema- tìca- Cesare Roteati

Luoghi citati: Italia, Roma, Sabaudia, Taiwan, Torino