Successione a Di Giulio: il rinvio denuncio lo scontro dentro il pei di Ezio Mauro

Successione a Di Giulio: il rinvio denuncio lo scontro dentro il pei La direzione discute oggi le posizioni Berlinguer-Napolitano Successione a Di Giulio: il rinvio denuncio lo scontro dentro il pei La scelta rispecchierà l'esito del dibattito interno sulla linea politica - La prossima settimana ci sarà un primo sondaggio fra i deputati, a fine mese poi l'elezione u ROMA — Per la prima volta senza Fernando Di Giulio al tavolo della presidenza, i 191 deputati comunisti si sono riuniti ieri pomeriggio, convocati dal vicecapogruppo, Ugo Spagnoli. All'ordine del giorno soltanto problemi tecnico-organizzativi, il calendario dei lavori parlamentari, le scadenze che attendono i deputati nelle prossime settimane. Della successione a Di Giulio nell'importante e delicata carica di capogruppo del pei alla Camera ieri non si è nemmeno parlato. Silenziosamente, i tempi che il pei aveva previsto per questa scadenza sono slittati, a conferma delle difficoltà che la scelta del nuovo presidente dei deputati comunisti presenta, in questo particolare momento della vita interna del partito. Lo conferma la procedura insolita decisa per arrivare alla votazione : la prossima settimana, l'assemblea dei deputati comunisti terrà una prima riunione che dovrà servire da sondaggio interno, per raccogliere l'orientamento e le indicazioni di ogni deputato sulle varie candidature, nessuna delle quali è ancora ufficiale. In quanto all'elezione vera e propria del capo gruppo, mentre subito dopo la scomparsa di Di Giulio si pensava di arrivare al voto entro la metà del mese, è ormai certo che l'elezione non avrà luogo prima dell'ultima settima na di settembre, o addirittura dell'inizio di ottobre. Il pei. insomma, ha deciso di prendere tempo: e oggi, nella sua prima riunione dopo la ripresa dell'attività politica, la direzione del partito non procederà, com'era previsto, alla designazione del candidato da proporre al voto dei deputati, ma la rinvierà ad una prossima riunione. Perché questo rinvio? Perché, si dice al pei. l'agenda della direzione di oggi è già piena. Bisogna incominciare a discutere i problemi posti dall'intervento di Napolitano (che ancora in questi giorni ha invitato il partito a non considerare chiuso il dibattito), e bisogna arrivare ad una chiarificazione interna sulle differenze di linea che si sono registrate nell'ultimo periodo. Di questo dibattito, dovrà tener conto Berlinguer, nella preparazione del discorso cori cui il 20 settembre chiuderà il festival dell'«Unità» a Torino. A queste ragioni, se ne as¬ sommano altre. Proprio la contrapposizione aperta di tendenze diverse che è in atto nel pei ha reso impossibile arrivare ad una decisione rapida e indolore per la scelta del nuovo capogruppo alla Camera. Questa scelta, anzi, rischia di essere un motivo in più di divisione per un partito che è in mezzo ad una discussione delicata e difficile; e questa divisione, rischia di diventare pubblica, attraverso il voto segreto dei deputati sul nome del presidente designato dalla direzione. Di qui la decisione di prendere tempo, chiarendo prima le posizioni all'interno del partito. Il nome del capogruppo, si dice alle Botteghe Oscure, deve essere il risultato, non la premessa di questo chiarimento All'esito del confronto è legata soprattutto la possibilità che prenda corpo la candida¬ tura di Giorgio Napolitano, una candidatura che nasce oggi da intenzioni politiche diverse tra loro. Per Berlinguer, infatti, questa scelta potrebbe portare ad un indebolimento del suo maggior critico interno (che sarebbe costretto a lasciare la segreteria), per Napolitano potrebbe rappresentare invece una collocazione di grande prestigio, di relativa autonomia, con notevole spazio di manovra politica e con una frequente possibilità di intervento (sia pure da una posizione «laterale») sulla linea politica. Più probabile sembra oggi una soluzione Reichlin o Tortorella: «berlingueriani» entrambi, negli ultimi tempi hanno dimostrato attenzione alie tesi sostenute dall'ala vicina a Napolitano e potrebbero rappresentare un «ponte» tra i due schieramenti. L'ulti¬ mo nome della rosa è quello di Ugo Spagnoli, sicuramente gradito al gruppo, e possibile candidato del vertice del partito per una soluzione «tecnica» a Di Giulio. In ogni caso, dopo la nomina del capogruppo, bisognerà pensare a sostituire il prescelto nell'incarico ricoperto in precedenza (nell'ipotesi di un'elezione di Tortorella si parla già di Giovanni Berlinguer alla sezione culturale). Un problema che si assomma ad altri, perché nei prossimi mesi il pei dovrà avviare una serie di sostituzioni, tra cui quella del capogruppo al Senato, del direttore di «Rinascita», e di alcuni segretari regionali: Pio La Torre, ad esempio, dovrebbe diventare segretario regionale in Sicilia e non sono esclusi movimenti anche in Piemonte. Ezio Mauro

Luoghi citati: Piemonte, Roma, Sicilia, Torino, Tortorella