Minaccia di sciopero in Piemonte per i posti di lavoro alla Indesit

Minaccia di sciopero in Piemonte per i posti di lavoro alla Indesit Un migliaio di dipendenti in corteo e manifestazione a None Minaccia di sciopero in Piemonte per i posti di lavoro alla Indesit TORINO — -E' impensabile che l'Indesit riesca a sopravvivere con le sue sole forze, consiglio di fabbrica e sindacato non sono in grado di difendere da soli il posto di lavoro». Lo hanno affermato ieri mattina Canal, Lama e Federico, responsabili del comprensorio Firn di Pinerolo, nel corso della manifestazione di protesta che ha fatto sfilare in corteo oltre mille lavoratori dalla fabbrica di elettrodomestici fino alla piazza del municipio di None. Dopo le crisi dello scorso anno con il masssiccio ricorso alla cassa integrazione e l'amministrazione controllata, la parziale ripresa produttiva, che ha significato il progressivo rientro di parte dei lavoratori negli stabilimenti, non ha risolto lo «stato di crisi non soltanto dell'azienda, ma di tutto il settore». «Si rischia — è stato ancora detto — di giungere ad un assestamento della produzione sul milione e 300 mila pezzi (contro i 2 milioni previsti) per l'anno in corso e un esasperato contenimento dei posti di lavoro che, agli attuali livelli, significa espulsione di oltre 5 mila addetti» (metà al Nord, altrettanti nel Sud). Per il Nord in particolare «allo stabilimento "1" di Orbassano sono occupati 452 dipendenti (re restano a casa 628); al "2" vi sono 395 presenti. 600 ricevono il sussidio: al "3", 670 rientri, a casa in 122; al "5", lavorano 315 persone, rimangono in attesa 325; al "7", 250 sono tornati in fabbrica, 163 sono in attesa. Tutti in "cassa" gli 800 del "6" (elettronica civile). Quali vie si aprono per l'Indesit? In primo luogo il sindacato chiede alla direzione di non disattendere gli accordi e di non tentare altri recuperi di produttività con ulteriori tagli di organico: «Non si può procedere con ritmi più intensi di quelli già imposti». Inoltre «occorre chiarezza nelle prospettive. L'Indesit parla di investimenti per 9 miliardi. Ma in quali settori? Per il risparmio dell'energia? Per nuove tecnologie o per la ricerca di modelli alternativi? Non dobbiamo dimenticare che i programmi di produzione non si spingono oltre giugno, con larghe pause soprattutto per il "2" (lavatrici)». La vera controparte, tuttavia, è il governo. «Continuano a slittare gli incontri. C'è una grave crisi di settore, un settore che ha sempre portato migliaia di miliardi di utile alla bilancia dei pagamenti, eppure lo Stato se ne disinteressa. Lo stesso comparto dell'elettronica civile viene ignorato, anzi, le associazioni padronali sono contrarie alle ipotesi di intervento avanzate dal consorzio Indesit-Voxson-Emerson». «Ricordiamo — ha contuso Canal — che la mobilitazione di luglio ha dato buoni risultati. Dobbiamo ricominciare da oggi, non lottando abbiamo già perso. Si tratta di individuare finalmente la vera controparte: per questo entro fine mese organizzeremo altre due manifestazioni a Orbassano e a Pinerolo con inviti a partecipare rivolti a forze politiche locali e nazionali, ai vertici delle Confederazioni sindacali e della Firn, in particolare ai responsabili dei settori elettrodomestico ed elettronica civile. Si giungerà allo sciopero generale in Piemonte, se necessario in Italia»c. nov.

Persone citate: Lama

Luoghi citati: Italia, None, Orbassano, Piemonte, Pinerolo, Torino