Sempre in meno nell'elettrodomestico europeo Candy e Thomson: la Indesit non ci interessa

Sempre in meno nell'elettrodomestico europeo Candy e Thomson: la Indesit non ci interessa I grandi costruttori a convegno; il settore è destinato a finire in mano a pochi Sempre in meno nell'elettrodomestico europeo Candy e Thomson: la Indesit non ci interessa DAL NOSTRO INVIATO LESMO — -All'inizio degli Anni Sessanta l'industria americana degli elettrodomestici ha dovuto affrontare gli stessi problemi die travagliano oggi voi europei: eccesso di capacità produttiva, sistema distributivo inadeguato, impianti poco validi e rigidi, prodotti obsoleti. Di qui prezzi bassi, pochi utili e scarsa propensione a investire. Noi però in 15 anni abbiamo realizzalo una trasfomujzione radicale del settore: la rivoluzione è partita dal consumatore, che si è fatto più agguerrito, ha richiesto prodotti migliori a prezzi contenuti, Ita stimolato gli studi di marketing per nuovi prodotti. Le case più deboli sono saltate (da CO si sono ridotte a 5) ma i sopraiwissuti sono progrediti per efficienza, tecnologia, inventiva di marketing e per intensità di investimenti. Questa è la ricetta che lo i>i suggerisco». Il consiglio di Veni Ketclicn, vicepresidente di una delle più grandi società americane di elettrodomestici, la Whlte Consolidated, ha trovato ampi consensi tra i presenti al seminarlo su «Programmazione e produzione degli elettrodomestici bianchi nel mercati internazionali' organizzato ieri dalla Candy. Sul podio c'erano i responsabili delle più importanti aziende internazionali del settore: gli olandesi della Philips, 1 giapponesi della Matsushita, 1 francesi della Thomson, gli inglesi della Thorn. Ma fra tutte le analisi e i commenti sull'attuale situazione di questo importante ramo di attività industriale (in Italia 50.000 persone lavorano per produrre frigoriferi, lavatrici, ed esportiamo beni per 2000 miliardi all'anno) quella di Ketchen ha avuto il pregio di suggerire soluzioni diverse da quelle già udite da tempo, cioè ridurre, tagliare, razionalizzare. E' vero, come ha ricordato il presidente della Thomson Grand Public, Pierre Oarcin, che in Europa sono oltre 300 i costruttori di elettrodomestici, ma di questi due soli possono definirsi aziende multinazionali, con impianti dislocati al di fuori del territorio nazionale. Ma è anche vero (he a differenza di quanto avviene per le automobili o televisori e impianti audio, 1 costruttori europei si fanno concorrenza unicamente sul prezzi, senza preoccuparsi di lanciare nuovi prodotti, di migliorarli tecnologicamente, di ampliare il mercato. Per questo motivo i consumatori europei si sono impigriti, comprano il frigo e la lavatrice soltanto quando quelli vecchi si guastano irrimediabilmente. Cosi in Europa non decollano 1 congelatori e i forni a microonde, che Invece sono un best-seller negli Stati Uniti (con 9 milioni di pezzi venduti nel 1985), le novità tecnologiche sono poche e le società europee come ha ricordato rammlnlstrato- re delegato della Candy, Pepplno Fumagalli, devono subire la concorrenza dei prodotti costruiti grazie alla tecnologia vecchia di 10/15 anni che esse hanno ceduto al Paesi dell'Est. Dagli interventi è emerso insomma che l'Industria europea degli elettrodomestici dovrà affrontare a breve termine un periodo di concentrazioni, fusioni, eliminazioni del doppioni produttivi, sparizione dei produttori minori e più deboli. »Non è detto però — ha detto Garcin — che siano i più grandi a prevalere, perché questi possono risultare vulnerabili sotto l'aspetto della profittabilità. C'è posto anche per aziende medie con buon prodotti e alto margine di profitto, che alla lunga possono emergere con successo-. Garcin ha anche smentito un .interessamento- del gruppo Thomson al •salvataggio» della Indesit. Sullo stesso tono si è espresso Fumagalli: «La Candy — ha detto — non è disposta ad intervenire nel salvataggio della Indesit-, sottolineando come la partecipazione al salvataggio dell'azienda torinese di elettrodomestici restava subordinata alla creazione di una cordata di intervento di imprenditori del settore, condizione questa — ha aggiunto — che non si è verificata. «Di conseguenza — ha concluso Fumagalli — la società resta fuori dal discorso Indesit, salvo non emergano le condizioni per un intervento concertato tra i produttori italiani-. Gianfranco Modolo • NAI — La vendita di due navi per un valore complessivo di oltre 8 miliardi è stata preannunciata dal presidente della Navigazione Alta Italia spa, durante l'assemblea degli azionisti. L'assemblea ha approvato il bilancio 1984 che ha chiuso con un utile di 3 miliardi e 629 nùlioni di lire e per la parte straordinaria è stata approvata la riduzione del capitale sociale da 26 miliardi e 790 milioni di lire a 5 miliardi e 824 milioni di lire, mediante riduzione del valore nominale delle azioni da lire 23 a lire 5 ciascuna. IL MERCATO EUROPEO DEGLI ELETTRODOMESTICI '3,2% Indesit 3,5% Candy Iberna 114,5% A&O QUOTE DI MERCATO DEI PRINCIPALI PRODUTTORI DI ELETTRODOMESTICI IN EUROPA 1983 (VALORI %) jÉ^i 4,7% Arlston ~ l 5.8% inomson Cepem j 6,6% Bosch Siemens )10,2% Philips Bauknecht . . 2C 119% Electrolux Zanusti 42,5% Altri

Luoghi citati: Europa, Italia, Stati Uniti