Ecco il bolide di Alboreto

Ecco il bolide di Alboreto Ecco il bolide di Alboreto Dopo il cambio della gestione tecnica del team (dall'ingegner Forghieri ad uno staff di progetfisti), la nuova vettura è molto diversa da quella dello scorso anno - Soluzioni d'avanguardia Dal 1979 la Ferrari non si aggiudica più il Campionato del Mondo Conduttori. Quell'anno fu Jody Sheckter a conquistare il titolo con la «312 T4», ultima vettura del Cavallino vincente con un motore aspirato. Dopo di allora alcune monoposto sono andate vicine al titolo, come la «C2» del 1982 o la °C3» dell'anno successivo, altre lo hanno clamorosamente mancato, vedi caso della «C 4» dello scorso anno. , Per porre fine al digiuno a Maranello si è deciso di mutare radicalmente la gestione tecnica della scuderia: non piti un uomo solo, alla guida del team, come accadeva ai tempi dell'ing. Mauro Forghieri, ma uno staff di progettisti facenti capo ognuno ad uno specifico settore. I risultati di questa profonda mutazione si sono concretizzati nella Ferrari « 156/85", la monoposto che ha permesso a Michele Alboreto di installarsi al primo posto della classifica provvisoria del Campionato e che i tifosi del Cavallino si augurano in grado di riportare in Italia il titolo iridato. I legami di parentela tra questa macchina e la vettura dello scorso anno'sono pochi: solo in apparenza le due macchine si assomigliano, la sostanza in realtà è molto diversa. A partire dal telaio (1) interamente realizzato in materiali compositi. Alla, base della struttura ci sono ancora le fibre di carbonio e di kevlar, orientate però secondo diverse direzioni ed ulteriormente irrigidite mediante l'apporto di materiali più nobili, tipo il boro. La fattura del telaio, che funge anche da carrozzeria, non ha mutato eccessivamente la sagoma della vettura nella parte anteriore, mentre assai diverso si presenta il retrotreno. Le Mancate della «156/85» sono ora di tipo lungo (3) e secondo la imperante moda imposta nel 1984 dalla McLaren, si rastremano in corrispondenza della sezione di coda (4). Questa conformazione, pur consentendo una agevole collo- cazione dei vari organi accessori del motore, concorre alla riduzione del Cx, favorendo velocita di punta leggermente superiori e soprattutto permettendo una maggiore pulizia del flusso d'aria che scorre in loco. La linea a «coca-cola» (cóme questo disegno è stato ribattezzato) ha inoltre permesso di ricavare un consistente condotto Venturi in corrispondenza della sezione di coda (5), che ha restituito alle monoposto a fondo piatto parte della deportanza persa con l'abolizione delle rninigonne.;pet équìtf brarellasjseito della macchina, ora che" sohó'stàte vietate anche le piccole appendici laterali, i tecnici della Ferrari hanno aumentato le dimensioni degli alettoncini anteriori (2) e dell'ala posteriore (6), supportata non più da un pilone centrale, ma da un elemento cilindrico trasversale. Ad una aerodinamica cosi raffinata non poteva fare riscontro che una meccanica altrettanto sofisticata. Il «cuore» della rossa di Maranello rimane sempre un sei cilindri a «V» sovralimentato di 120°, letteralmente capovolto però, rispetto alla versione (8). Ora gli scari¬ chi sono infatti rivolti verso il basso, mentre l'aspirazione è collocata al centro delle «V». Una modifica che ha implicato il ridisegno quasi integrale dell'unità motrice, facendo però guadagnare oltre 100 Cv In assetto di gara, per un totale di 780 Cv. Lateralmente al propulsore sono stati collocati (uno per bancata) i gruppi di sovralimentazione (9) costituiti da turbina e compressore, nonché le 2 valvole wastegate (10) per l'eliminazione del gas di scarico in eccesso. Sdoppiati sono pure gli scambiatori di calore (11), collocati perpendicolarmente l'asse della vettura, ed i radiatori acqua ed olio, disposti secondo una inclinazione a ventaglio (13). Questa particolare tipologia ha permesso di scaricare l'aria calda fuoruscente dalle superficl radianti nella parte laterale delle fiancate (14), non interferendo pertanto con il flusso d'aria cha va ad investire l'alettore posteriore. Le modifiche al motore sono state accompagnate anche da un parfiale rifacimento del cambio (15) sempre trasversale, ma con ingombri decisamente più contenuti del precedente. Le sospensióni, come sul modello dello scorso anno, seguono lo schema del doppio triangolo sovrapposto e del tirantinp .trasversale, con gruppo mollaammortizzatore entrobordo (16). I freni, a disco su tutte e quattro le ruote, sono disponibili tanto in versione con dischi d'acciaio che di carbonio. Tra le raffinatezze di questa vettura da ricordare ancora 11 sistema di iniezione elettronica digitale messo a punto dalla Weber-Marelli (19), le prese d'aria dinamiche per il raffreddamento del gruppo turbinacompressore (12), nonché lo scarico principale che immette aria calda nel condotto Venturi, al fine di accelerare 11 flusso d'aria che scorre sotto la vettura e quindi aumentare la deportanza ottenibile in corrispondenza del retrotreno (18). Paolo D'Alessio 111$ Una Ferrari «elettronica» in prova

Persone citate: Alboreto, Forghieri, Jody Sheckter, Marelli, Mauro Forghieri, Michele Alboreto, Paolo D'alessio, Venturi

Luoghi citati: Italia, Maranello