Allarme del sindacato per il futuro Indesit

Allarme del sindacato per il futuro Indesit La società non potrà sopravvivere se non si troverà presto un partner Allarme del sindacato per il futuro Indesit ROMA — « Così non si può andare avanti: se l'obiettivo è quello di coinvolgere il sindacato in soluzioni pasticciate, allora è meglio una soluzione più drastica, è meglio il fallimento». Dopo un anno di gestione commissariale sotto la legge Prodi, il sindacato è sempre al capezzale della Indesit, un tempo grande industria italiana di elettrodomestici la cui crisi sembra inarrestabile. Lo afferma Guido Bolaffi, segretario nazionale della Fiom-Cgil. che. assieme ai segretari della Firn. Fausto Tortora, e della Uilm. Antimo Mucci, ha denunciato in una conferenza stampa la gravità della situazione; la produzione del gruppo superava nel 1980 i due milioni di pezzi l'anno, scesi nell'83 a un milione e 300 mila ed a 700-800 mila quest'anno. Sempre nell'80 erano occupati nei 14 stabilimenti oltre 11 mila lavoratori: oggi nei libri paga sono iscritti 6800 addetti ma. di questi, ben 4313 sono in cassa integrazione. Gli stabilimenti in attività sono soltanto quattro per una produzione destinata per i due terzi all'esportazione. Il sindacato terrà domani un convegno a Caserta alla presenza degli enti locali, dei ministeri, delle finanziarie e delle banche maggiormente coinvolte nella vicenda. Fin d'ora, però, ha preso le distanze dalle linee del nuovo piano di risanamento che il commissario del gruppo, Giacomo Zunino. ha anticipato in un incontro il 6 ottobre. «Zunino — ha detto Tortora — ci ha detto che è in corso la ricerca di un possibile partner per la Indesit e che per la fine dell'anno un'ipotesi potrebbe essere disponibile. Il problema è die anche l'an¬ no scorso c'era stata data la stessa assicurazione. Non vorremmo che il commissario coltivasse l'idea pericolosa die ITndesit può farcela da sola». • Quella del commissario — ha aggiunto Bolaffi — è un'ipotesi piuttosto vaga, tutta da verificare: il problema è un altro. Ci troviamo di fronte al più grave caso dell'industria privata italiana ed è singolare che non se ne parli», e che. ha sottolineato Mucci. • si manifesti l'assoluta latitanza dei poteri pubblici che dovrebbero occuparsene'. Anche sulle linee industriali indicate da Zunino esistono perplessità. Esse, hanno rilevato i sindacati, ipotizzano la nascita di una nuova Indesit che concentri la produzione in tre stabilimenti (due a Caserta ed uno a Torino) prendendo in carico la sola manodopera occorrente; gli altri lavoratori rimarrebbero nella scalda vuota della vecchia società, assieme ai debiti. Al Sud si produrrebbero frigoriferi e lavatrici di bassa gamma mentre al Nord cucine, lavastoviglie e lavatrici di alta gamma. Il sindacato chiede invece che «la razionalizzazione produttiva assegni ta priorità al Sud». Inoltre devono essere affrontati contestualmente i problemi occupazionali di tutti, anche di quelli che sono in cassa integrazione. In caso contrario il sindacato dirà no al piano di Zunino. SAIFEM — La Saipem U.K. è in fase avanzata di trattativa con la Brown and Root U.K. per la costituzione di una joint venture finalizzata ad ottimizzare l'offerta del servizi e l'utilizzazione delle risorse per futuri progetti offshore nel Mare del Nord.

Persone citate: Antimo Mucci, Bolaffi, Brown, Fausto Tortora, Guido Bolaffi, Mucci, Root

Luoghi citati: Caserta, Roma, Torino