Silicosi,voci di difesa

SilicosiÌ, voci di difesa I «patronati» dei lavoratori sull'inchiesta delle pensioni facili SilicosiÌ, voci di difesa «Non basta il parere di due esperti per dire che le valutazioni sulla malattia siano una truffa» Le Acli: «Replicherà il Consiglio» - L'Inca: «Difficile dire fino a che punto le accuse siano valide» - «Una storia che preoccupa parecchie persone in attesa delle decisioni dell'Inai!» AOSTA — "Non penso che quello che è stato definito lo "scandalo della silicosi" abbia in Valle vaste dimensioni, come qualcuno ipotizza, così come non ritengo sufficiente il parere di due esperti per dire che le valutazioni mediche fatte fino ad ora sulla diffusione della malattia professionale siano state una truffa'. Questo il commento di Walter Riblan, responsabile dell'ufficio del patronato Inas distaccato presso il Savt, alla notizia dell'invio di comunicazioni giudiziarie a otto medici valdostani accusati di falso e . truffa ai danni dell'Inali per aver fatto ottenere indebitamente pensioni di invalidità per silicosi a un numero imprecisato di persone. Continua Riblan: «72 sanitario che per conto del patronato prende parte a una collegiale medica per discutere un caso deve cercare di ottenere il massimo risultato nell'interesse del suo assistito: spuntare un punteggio più alto non è un reato. Per ora non rimane altro da fare che aspettare la conclusione della vicenda giudiziaria che chiarirà certamente le posizioni e le responsabilità degli imputati». -Su questa vicenda non facciamo nessun commento — dice invece Agostino Passino, direttore del patronato Acli —. Delio riunire il Consiglio che, se lo riterrà opportuno, renderà note le sue valutazioni con un comunicato. Abbiamo già tanti problemi senza bisogno di crearcene altri». Più disponibile al dialogo Gianfranco Busa, responsabile del patronato Inca, che dice: «Le notizie sulla conclusione dell'indagine giudiziaria non mi hanno sorpreso poiché sapevamo da tempo che la magistratura stava cercando di valutare il fenomeno silicosi in Valle. L'inchiesta era partita nel 1985 quando la Deltacogne sollecitò l'interessamento della Procura della Repubblica: già allora c'era la sensazione che l'Inail concedesse troppo facilmente le rendite di invalidità». "Seguirono quindi — continua Busa — i controlli a campione di cui ora si conoscono i risultati, ma è difficile, non conoscendo nel dettaglio quanto sostenuto dai professori Griva e Chiappino a cui è stata affidata la perizia medica, poter dire fino a che punto le accuse rivolte agli imputati siano valide. Spesso infatti le valutazioni medico-legali variano in modo sensibile'' L'atteggiamento generale di fronte alle accuse rivolte agli otto medici valdostani è di estrema cautela: «Se vengono accertate responsabilità è giusto che siano perseguite, ma l'aspetto più interessante sarebbe poter entrare nel merito della perizia medica che sembra ridimensionare, con risultati clamorosi, il fenomeno della silicosi in Valle», aggiunge Busa. L'attesa maggiore ora, più che riguardare la diffusione dei nomi dei medici sotto accusa, è nei confronti dei provvedimenti che l'Inail deciderà di adottare. "Questa storia preoccupa comunque molte persone che aspettano di sapere quali decisioni prenderà ora l'Inail. Si chiedono: "Adesso saremo sottoposti tutti a visite di controllo?" — dice ancora Gianfranco Busa — . E'probabile che l'Istituto voglia gradualmente verificare tutti i casi e gli accertamenti, come è già avvenuto in passato, potranno portare anche a riduzioni delle rendite. A quel punto, se ciò accadrà, valuteremo le ragioni dell'Inali e se saranno convincenti le accetteremo, in caso contrario apriremo un contenzioso per tutelare gli interessi dei nostri assistiti». Beatrice Mosca