Silicosi «regalate»

Silicosi «regalate» Silicosi «regalate» Su 52 pensionati valdostani solo 6 erano malati • Sotto inchiesta 8 medici AOSTA — Le pensioni per silicosi concesse con estrema facilità hanno fatto mettere sotto inchiesta otto medici in Valle d'Aosta: la magistratura ipotizza nei loro confronti i reati di falso e truffa, il segreto ! istruttorio impedisce di fare nomi, ma le comunicazioni giudiziarie sono state inviate nei giorni scorsi ai medici con l'accusa di aver certificato l'esistenza della malattia professionale in casi in cui questa non era per nulla rivelata dagli esami sanitari. Sarebbero centinaia le persone che indebitamente usufruirebbero di una pensione che non spetta loro: malati non immaginari, ma per volontà dei medici. La posizione più grave, secondo le risultanze dell'inchiesta giudiziaria, è quella dei medici dell'Inai! (Istituto nazionale per rassicurazione contro gli infortuni sul lavoro), ai quali spetta il dovere di accertare la presenza della silicosi e valutarne la gravità ai fini di concedere o respingere le richieste di pensione. Avevano funzioni di pubblici ufficiali, quindi le loro responsabilità nel caso giudiziario sono maggiori. L'inchiesta sulla vicenda è cominciata nel 1985 quando l'Inali decise di far controllare 52 persone, prese a campione, tra i circa 4500 valdostani che risultavano malati di silicosi, malattia professionale soprattutto per chi lavorava alla Cogne di Aosta. I risultati rivelarono che dei 52 casi presi in esame soltanto 6 rientravano nella patologia della silicosi. n giudice istruttore Gianni Franciolini decise ulteriori controlli: tra i 52 soggetti esaminati ne furono selezionati undici e gli accertamenti vennero affidati ai professori Griva, dell'Istituto di medicina legale di Torino, e Chiappino, direttore dell'Istituto di medicina del lavoro di Milano. Furono ripetuti tutti i controlli clinici e rivisti i carteggi Inail dei casi in questione: in nessuno dei soggetti esaminati fu accertata la silicosi. Dice il giudice: "Tra le persone esaminate e risultate sane alcune avevano ottenuto una percentuale di invalidità molto alta». La certificazione d'una malattia inesistente o presente in misura minore di quella dichiarata rappresenta un falso "in questo casi finalizzato alla truffa ai danni dell'Inail per il quale la corresponsione delle pensioni di invalidità rappresenta un esborso cospicuo: b. m.

Persone citate: Chiappino, Gianni Franciolini, Griva

Luoghi citati: Aosta, Milano, Torino, Valle D'aosta