Indesit la Merloni taglia
Scioperi a None Scioperi a None Indesit la Merloni taglia La Merloni non cambia idea: entro due anni le produzioni di cucine e lavatrici saranno trasferite dagli stabilimenti Indesit di None, dove rimarrà soltanto quella delle lavastoviglie; 504 dipendenti su 832 finiranno in cassa integrazione o in prepensionamento. Il progetto è stato riproposto dalla direzione Merloni, proprietaria del marchio, nell'incontro con Firn Fiom e Uilm che si è tenuto l'altra sera presso l'Unione industriale di Roma. «Il mercato europeo - hanno detto i dirigenti - è in calo. Si rende necessario, quindi, contrarre la produzione e riorganizzarla, con vari accorpamenti». Quest'anno, il gruppo intendeva fabbricare e vendere 3 milioni 700 mila pezzi mentre, al contrario, non dovrà superare i 3 milioni 88 mila elettrodomestici. Un nuovo incontro è stato concordato per il 12 novembre, ma la Merloni non sembra disposta a recedere dalle sue posizioni. I dipendenti hanno dato vita l'altro ieri alla prima protesta: il blocco della fabbrica per tutto il giorno. Una manifestazione analoga è prevista per il 12 novembre, dopo le due ore di sciopero di martedì della prossima settimana. Ma qual è la proposta alternativa che i sindacati intendono presentare alla Merloni? Bruno Mezzomo e Salvatore Fazio, responsabili Indesit per Firn e Uilm, rispondono che «si deve rivedere il programma per il '92: 320 mila lavastoviglie non sono sufficienti perché uno stabilimento, sia competitivo. Non vorremmo fosse un primo passo verso la liquidazione completa». Aggiungono i delegati di fabbrica Mino e Giancuzzo (Firn), Paglia e Caputo (Uilm), Contu e Mattana jFiom): «La Merloni ha potuto acquistare la Indesit a basso prezzo, 53 miliardi, dal commissario governativo (l'azienda era in amministrazione straordinaria, n.d.r.) per rilanciarla e non per svenderla realizzando un lucroso affare. E l'impegno prevedeva che l'organico non avrebbe potuto scendere al di sotto delle 550 persone». r Stamane alle 11, in Regione, i sindacati avranno un incontro all'assessorato al Lavoro. «Chiediamo - spiega Fazio - che la Regione intervenga sulla Merloni e magari sul ministero del Lavoro affinché gli impegni siano mantenuti e altri 504 dipendenti lasciati a casa non aggravino in modo insostenibile la situazione occupazionale del Pinerolese». L'assessore, ancora bloccato in ospedale in seguito all'incidente stradale di cui è rimasto vittima a Sanremo, fa ribadire dai funzionari la sua posizione. «Il settore elettrodomestici è in dissesto. Solo pochi giorni fa l'Aspera-Frigo, che ha stabili menti a Torino e a Riva, ha chiesto di mettere in cassa integrazione 418 persone. Quindi intendo chiedere che sindacati e Unione industriale formaliz zino lo stato di crisi per godere dei benefici previsti», [n. gui.] Settimo: «Un patrimonio
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