Indesit, il governo promette

Indesit, il governo promette Verrà ripresentato l'emendamento della legge sui lavoratori Gepi Indesit, il governo promette «Proroga della cassa integrazione per 4 mila» Forse sarà concessa.la proroga delia cassa integrazione per gli addetti Indesit, Lo hanno assicurato ien mattina i ministri dei Lavoro e del Bilancio Donat Cattili e Cirino Pomicino alla delegazione di lavoratori, sindacalisti confederali e di categoria e autorità locali interessate alla vicenda, ricevuta a Palazzo Chigi al termine della manifestazione nazionale. La cassa integrazione scade il 26 agosto. A farne le spooe, se non dovesse essere rinnovata, saranno i circa 4 mila dipendenti (abitane a Nono e Orbas sano e al Sud) che rischiano il licenziamento, Alla manifesta 2:ione. indetta dai sindacati dopo la mancata approvazione dell'emendamento contenuto nel decreto presentato alla Carnei a, hanno preso parte operai Indesit e delegazioni di altre numerose aziende che rischiano la medesima sorte. Adesso, il governo intende ripresentare, all'interno del decreto legge sui lavoratori della Gepi, quella noticina che consente la proroga di un anno della «cassa» per gli addetti dell'Indesit in amministrazione straordinaria, vale a dire ciò che rimane dell'azienda torinese dopo la cessione del marchio e di gran parte degli stabilimenti al gruppo Merloni, affi data al commissario Zunino. Analogo impegno è stato ribadito nei pomeriggio, nel corso di una riunione cui hanno preso parte, oltre ai ministri Donat-Cattin e Pomicino, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Cristoforo il sottosegretario all'Industria Bonferroni, Cgil, Cisl e Uil. E' stato anche affrontato un discorso più generale sul mercato del lavoro, di cui le organizzazioni sindacali hanno indicato alcune priorità. Tra queste, la necessità di prorogare i provvedimenti a favore della siderurgia pubblica soprattutto per quanto riguarda il regime di prepensionamento. Ma già un'altra crisi si profila. «La Merloni - afferma l'assessore regionale Cerchio - annuncia la chiusura di altri stabilimenti a None, con la perdita di ulteriori 7-800 posti di lavoro».