Silicosi, troppi i casi dubbi

Silicosi, troppi i casi dubbi In base alle indagini 21 assistiti su 23 non hanno traccia di malattia Silicosi, troppi i casi dubbi Saranno visitati fuori Valle 178 titolari di pensione, ma vengono esclusi controlli «a tappeto» Il direttore dell'Inaili «Ci limitiamo ad applicare la legge, le recenti polemiche non hanno senso» AOSTA. «Non ci sarà un controllo a tappeto sui 4500 titolari di rendite per silicosi, ma continueranno le visite fuori Valle degli assisititi che hanno chiesto di accertare il proprio aggravamento. Su questo non si discute». Il direttore della sede regionale dell'Inail Gianfranco Andrianopoli, malgrado le pressioni dei sindacati e dell'assessore alla Sanità (con cui si incontrerà martedì), non ha intenzione di tornare indietro. In Valle d'Aosta oltre settecento silicotici hanno chiesto che venisse riconosciuto loro un aggravamento della malattia. Ora è probabile che risulti invece un errore nella prima diagnosi: i medici dell'Inail hanno già esaminato 210 pratiche: 32 vanno bene, le rimanenti 178 no. Per queste ultime l'Istituto ha disposto gli accertamenti nelle cliniche universitarie del lavoro di Genova, Pavia, Torino e Milano. «Abbiamo rilevato 115 ipervalutazioni e 63 casi dubbi» spiega Andrianopoli. All'esame di specialisti sono già finite le cartelle cliniche di 23 assistiti: non per decisione dell'Inail, ma del giudice istruttore Gianni Franciolini, che sta conducendo l'inchiesta. Continua il direttore dell'Inail: «In 21 casi gli specialisti non hanno trovato tracce di silicosi». Se il campione fosse significativo, vorrebbe dire che oltre 4000 persone sane percepiscono una pensione di cui non hanno diritto. Per l'Inail sarebbe una truffa di miliardi. Sotto inchiesta sono finiti sette medici (due dell'Inail e cinque dei patronati sindacali). L'istruttoria della magistratura sarà conclusa nel giro di un mese: soltanto allora saranno noti tutti i particolari della vicenda. Secondo i dati forniti dall'Istituto, in Valle d'Aosta sono diecimila i lavoratori che percepiscono rendite dall'Inàil, quasi il dieci per cento della popolazione. La media nazionale è di poco superiore al tre per cento. Oltre ai 4500 titolari di pensioni da silicosi, ci sono 3000 infortunati sul lavoro e 2500 casi «misti» (infortunio più silicosi). I silicotici valdostani sarebbero quindi 7000. Malgrado il sospetto che siano state concesse «pensioni facili», l'Inail limiterà i controlli alle pratiche di revisione. «Ho riferito al giudice — dice ancora Andrianopoli — che il nostro organico prevede sette medici, mentre al momento attuale ne sono in servizio soltanto tre. Pertanto ho deciso di dare la precedenza alle pratiche più urgenti, quelle per gli infortuni. E' possibile, comunque, che sia lui a ordinarci i controlli: in tal caso ci atterremo alle sue disposizioni». Sulla questione delle visite fuori Valle, il responsabile dell'Inail di Aosta non intende alimentare le polemiche: «Mi limito ad applicare quanto deciso il mese scorso a Roma con il direttore generale dell'Istituto e le organizzazioni sindacali. In quella sede si è deciso di sottoporre a visita coloro che chiedevano la revisione della pratica. I sindacati non hanno mosso nessuna obiezione». Andrianopoli cita la legge (entrata in vigore lo scorso anno) che istituisce la «revisione per errore»: «I controlli sono un nostro dovere. Esaminiamo le pratiche una per una. In tutti i casi in cui (a giudizio della dirigenza sanitaria) vi sono dubbi, disponiamo il ricovero in cliniche specialistiche attrezzate. Nell'incontro di Roma abbiamo optato per quelle di Genova, Pavia Torino e Milano. Le organizzazioni sindacali si sono dette d'accordo: non possono ora chiedere l'applicazione della legge regionale che prevede che gli accertamenti siano effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche valdostane». Conclude Andrianopoli: «Le cliniche universitarie offrono le massime garanzie di obiettività e calibratura della diagnosi alla luce delle attuali conoscenze medico-scientifiche. A titolo personale auspico soltanto che una modifica legislativa chiarisca e definisca i limiti della revisione per errore». Stefano Mancini Gianfranco Andrianopoli, direttore della sede 'regionale Inail di Aosta, risponde alle critiche che gli hanno mosso i sindacati e spiega i programmi dell'Istituto sulla vicenda delle silicosi. In particolare auspica che una modifica legislativa chiarisca e definisca i limiti della revisione per errore