Ci salva solo la banda dei Gialappa's

Ci salva solo la banda dei Gialappa's Lo sport del video è vissuto nel 1991 tra banalità e stupidaggini: mai così tante e così brutte le trasmissioni televisive, ecco la pagella delle più popolari Ci salva solo la banda dei Gialappa's QUESTI giorni tra Natale e Capodanno, stretti tra assalti di malinconia e di colesterolo, ci restituiscono in pieno, pur in assenza di campionato, la magia di certe domeniche tv. E' trascorso un anno importante per le trasmissioni sportive. Mai così tante e brutte, mai tanto copiate. Processi del lunedì e radiocronache minuto per minuto «dalle sedi collegate» hanno accompagnato la guerra del Golfo, il golpe in Urss e altri memorabili eventi, commentando alle moviole il poco rubato da Cnn. La polemica di spogliatoio ha dato l'impronta al dibattito politico. Come accade per tutti i campionati mediocri si è parlato troppo degli arbitri; nel nostro caso, dei critici televisivi. In queste pagelle, diciamolo subito: presuntuose e parziali, si parte dal 9. Il 10 e lode, premio interno alla categoria, va alla migliore critica televisiva dell'anno: la lettera pastorale dell'arcivescovo di Milano, Carlo Maria Martini. «Spegnete sorella televisione...». 9a Mai dire Gol. «E' difficile oggi non fare satira» scriveva Giovenale, molto prima che nascesse Mughini. La generale perdita del senso delle proporzioni nel trattare di pedate ha di molto favorito il boom dei tre Gialappa's, che fanno anche ottimo giornalismo. In mezz'ora c'è tutto: i gol (nella classifica rovesciata del «gollonzo»), gli errori più marchiani (epurati altrove dai filmatini liofilizzati), le voci dalla panchina («Indovi- nate cos'ha detto»), lo stupidario da spogliatoio («interviste possibili») e da scrivania («L'editoriale» di Biscardi), le sgangherate previsioni dei tecnici-aruspici, il calcio internazionale. Momenti di grande tv nell'addio a Lazaroni, sulle note di «Risvegli», e nel filmato di partita dal Ghana. 8a Tutto il calcio minuto per minuto. Cara, vecchia radio che resiste all'assalto delle pseudo dirette Tv. De Luca alleva ancora giornalisti, invece di aspiranti valletti e/o addetti stampa di sponsor e società. 7a Cnn news. C'entra, c'entra. La tv dell'anno ha eletto lo sportivo dei Novanta: George Bush. Tennista, golfista, cacciatore, pescatore, jogger, e, peggio di tutto, amico di Schwarzenegger. The President ha vinto la guerra dalla quarta buca del green di casa (Bianca) e sconfitto il comunismo a colpi di smash. Chi va di piccone e chi di Dunlop. Va bene che «la battaglia di Waterloo è stata vinta sui campi da gioco di Eton» ma anche il capo di gabinetto gli ha consigliato di farsi vedere ogni tanto con un libro in mano, foss'anche la biografia di Camera. 6a Domenica Sprint. Un tempo, la migliore del palinsesto sportivo. Allungando il brodo, si abbassa il vo- to. Si segnalano ancora l'incredibile vitalità di Gianfranco De Laurentiis e la tenacia di Antonella Clerici, sopravvissuti a Boniek, Vicini e al regolamento del nuovo giochino, al cui confronto la Finanziaria è una fesseria. I servizi si sono uniformati al diffuso grigiore, con note melense da Mulino Bianco. 6 anche alla Domenica Sportiva, riformata da Gianni Mina soltanto nella seconda parte («Zona Cesarmi»). La prima, resta paleo-tv. a Pressing. Media ragionata tra il voto di Vianello (8) .. e il resto (2), esclusa Kay Sandvick, sulla quale non ci permettiamo di scherzare perché è 5 uno schianto. Uno dei più grandi attori italiani contro una trasmissioni di temini sul calcio. Match altalenante, come gli indici di ascolto. 4al «Mondo di Furio Focolari». Trasmissione di divulgazione scientifica affidata all'Ambrogio Fogar delle nevi. Col pretesto degli slalom di Tomba, ii Focolari illustra al popolo brani di storia risorgimentale, gustose notazioni di geografia fantastica («Denver, capitale della country music») e affascinanti tocchi autobiografici («Questa mattina ho provato la pista...»). Il tutto in stretto romanesco, in ossequio alle recenti norme sulla tutela dei dialetti. Così non dirà più che la critica è leghista. Al simpatico Furio l'augurio di conservare le «punte di otto milioni di telespettatori». Con la confortante certezza che «punte» di 50 milioni di italiani continueranno a ignorarlo. Infine, un po' di chiarezza sulle parentele. Non è vero che ha sposato la figlia di Beppe Berti. L'ha sposata suo fratello. 3a 90° Minuto. Balzo in avanti del popolare teatrino festivo (era 2 fisso), purgato a dovere da Fabrizio Maffei, travestimento maschile di Donatella Raffai, come si evince del resto dalle assonanze e dal comune, malcelato sadismo. Chi avesse visto Luigi Necco, Marcello Giannini e Tonino Carino è pregato di non segnalarli a nessuno dei due. 2alle telecronache di ciclismo. Qui non c'entrano tanto De Zan, Santini e neppure Giorgio Martino (nel suo caso, il voto sarebbe troppo alto). Piuttosto c'entra l'mdifferenza dei dirigenti nei confronti di uno sport che pure ha fatto la storia della televisione (Zavoli) e del giornalismo (da Orio Vergani in poi). Ritardi, sacrileghe interruzioni, comiche rincorse all'attualità continuano a segnare il difficile rapporto della Rai con Giro e Tour. Da due anni i nostri corridori, i migliori del mondo, viaggiano oltre le telecamere, rimaste a inquadrare marchi di sponsor e assessori. Ial Processo del Lunedì. Un'oasi di pace nella telerissa perpetua. Pioniere dello scazzo catodico, Aldo Biscardi ha sciolto la compagnia e imboccato gli ameni viali della tv alla Barbato. Purtroppo, in assenza di acume e sense of humour, il risultato è quello che è: una leopardiana noia cosmica. La monotonia viene rotta, di quando in quando, dai filmati di violenze da stadio. Ogni singola sprangata viene avidamente sezionata al moviolone prima di essere stigmatizzata, ca va sans dire, da quelle grandissime teste pensanti degli ospiti. Altre volte Biscardi riconvoca gli onusti generali, animatori un tempo di gloriose battaglie filosofiche: zona contro marcatura a uomo, straniero sì-straniero no. Ma il tutto assume il sapore di un incontro di catch truccato o, addirittura, di una controimitazione dell'Appello del Martedì (non giudicabile). Il rosso Aldo ha perso la spinta. Un altro mito della tv reale cade in frantumi. Oad Alba Parietti. Dopo le copertine su Panorama ed Espresso, Epoca e L'Europeo, le interviste negli inserti letterari, le rievocazioni storiche del trockismo italiano, il flirt estivo con la colta Raitre di Angelo Guglielmi, l'amore col filosofo post-comunista Bonaga, la nota venditrice di olii lubrificanti è finalmente riuscita a far confluire tanto dibattito culturale nel progetto di una vita: un film con Jerry Cala. Non classificabili. Ovvero: non c'è niente da capire. L'orrido Appello di Mosca, la babele delle moviole e il nuovo corso della Nazionale, con le umili dichiarazioni di Matarrese da New York («Bush deve darsi una regolata») e le interviste «tenniche» di Arrigo Sacchi. Mettiamoci d'accordo, se a Cossiga danno del matto, il nuovo cittì quando parla di «schema 2-1-7» per battere Cipro, che cos'è? Curzio Maltese Gianni Mina il conduttore della «Domenica sportiva» Antonella Clerici il volto biondo di «Domenica Sprint» Aldo Biscardi ha scelto la strada della non violenza Alba Panetti non solo presentatrice ma anche attrice