Da Bankitalia denaro a tassi record

Da Bankitalia denaro a tassi record Al 14,21% i rendimenti dei pronti contro termine. Sul mercato pesa l'incognita politica Da Bankitalia denaro a tassi record Una nuova ondata di vendite travolge il reddito fisso Bruciata Vasta dei Cct, ma i saggi salgono all'11,34% MILANO. I segnali, almeno a prima vista, lasciano pochi dubbi: i tassi salgono. Anche se la lira tiene, anche se dalle autorità monetarie arrivano indizi di sicurezza, o comunque di serenità, la situazione resta drammatica. Innanzitutto, i contratti pronti contro termine. Ieri, sui un'offerta tutto sommato assai modesta (3 mila miliardi), i tassi sono schizzati ad un massimo storico: 14,21%. Basti dire che,' solo dieci giorni fa, i tassi in un'operazione analoga, si erano fermati al 12,61. Un disastro, insomma, anche se i professionisti badano a raccogliere i frutti di' questa stagione amara dei titoli dì Stato e della finanza pubblica. Ieri, infatti, l'asta dei Cct ha registrato una domanda più che doppia rispetto all'offerta: 3176 miliardi di richieste contro 1500 miliardi all'asta. Però, con grande dispiacere di Carli e Ciampi, i tassi sono saliti dall'11 all'11,34% netto con un prezzo di aggiudicazione di 97,25 lire contro le 96,60 del prezzo di emissione. I tassi, insomma, sembrano destinati a salire. Anche ieri mattina, sul mercato secondario, la pioggia è stata pesante: una prima schiarita, poi i prezzi sono scivolati ai livelli minimi, soprattutto sul fronte dei Btp. E questo nonostante il discreto andamento del mercato dei cambi, favorito dal rimbalzò tecnico del dollaro sul marco che ha allentato la pressione sulla lira. I motivi? Semplice, i tecnici del reddito fisso hanno ripreso a veder nero sulle prospettive della politica e, di conseguenza, sono tornate ad affiorare vendite insistenti e continue sui titoli del reddito fisso. E' il rituale che si accompagna da due settimane e che rende difficile qualsiasi diga a difesa della lira e dei titoli di Stato. Banca d'Italia? Almeno in via Nazionale, nessuno perde la concentrazione. In via Nazionale c'erano molte perplessità ieri mattina sulla nuova operazione pronti contro termine. Non si voleva lanciare, spiegano i registi del reddito fisso, un prevedibile segnale di rialzo dei rendimenti. Ma il mercato è quello che è: le banche sono indebitate rispetto all'istituto di emissione, alle porte batte la scadenza fiscale e, soprattutto, il condono. E' stato necessario, perciò, finanziare il sistema anche se a prezzi crescenti. Nei prossimi giorni, almeno a giudicare dalle intenzioni degli operatori, non dovrebbe proseguire la febbre al rialzo. Un po' perché, a questi livelli, c'è poco da salire. Un po' perché il mercato attende indicazioni ufficiali, sia dall'esterno che dal fronte interno. Dall'esterno il segnale arriverà, stavolta, da Dublino. Domani si vota nell'Erre su Maastricht, molti danno per probabile un secco no all'unione monetaria. Potrebbe essere l'occa¬ sione per la replica delle tensioni seguite al no danese, potrebbe essere un evento scontato dai mercati monetari. In realtà tutti guardano all'evoluzione del mercato interno. E, in Piazza Affari, tutti tifano per la costituzione del governo. In quel caso la speculazione potrebbe rivolgersi, almeno a breve, verso le emissioni italiane. Il differenziale rispetto ai Bund tedeschi si accinge a superare la soglia dei 5 punti percentuali; in dieci i giorni i tassi di mercato sono sahti di almeno un punto e mezzo. Il rischio di un'eventuale svalutazione e, più ancora, di un rialzo del tasso di sconto, è stato ampiamente assorbito. [u. b.] Ora gli operatori guardano all'Eire prova del fuoco per Maastricht Il Governatore Ciampi continua la manovra per difendere la lira dalle speculazioni

Persone citate: Carli, Ciampi, Semplice

Luoghi citati: Dublino, Eire, Milano