Silicosi 7 medici condannati

Silicosi, 7 medici condannati E' terminato ieri il processo ai sanitari coinvolti nelle indennità facili Silicosi, 7 medici condannati Tutti sono stati riconosciuti colpevoli di falso ideologico, mentre la truffa ai danni dello Stato non è stata contestata. La pena maggiore è di quattro anni e sette mesi AOSTA. I sette medici rinviati a giudizio per la vicenda delle indennità «facili» di silicosi sono stati tutti condannati per falso ideologico. L'accusa di truffa ai danni dello Stato non è stata contestata a nessuno degli imputati. Ai quattro medici di patronato è stata condonata interamente la pena: Gustavo Cerreto e Giuseppe Montesano sono stati condannati a un anno, Epifanio Cusumano e Piera Perona a un anno e sei mesi. Inoltre Sergio Mancini, del patronato Inas, è stato condannato a 2 anni e 3 mesi. I due medici Inail Guglielmo Pierantoni e Giuseppe Andronico sono stati condannati rispettivamente a 4 anni e a 4 anni e 7 mesi. Ai due medici Inail e a Mancini sono stati condonati due anni. Inoltre, ad Andronico è stata inflitta la pena accessoria di 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, pena che, comunque, è stata interamente condonata. Il pubblico ministero Luigi Schiavone aveva richiesto per Andronico 2 anni e 6 mesi, se il tribunale non avesse accettato la richiesta di patteggiamento avanzata dal difensore Carlo Curtaz nella prima udienza del 23 ottobre. Per Pierantoni, invece, il pm aveva richiesto la pena di un anno e 6 mesi, mentre per i medici di patronato l'assoluzione perchè il fatto non costituisce reato. La sentenza è stata data dopo 3 ore e mezza di camera di consiglio. All'udienza, che si è protratta per tutto il giorno, hanno assistito molti pensionati. Durante la discussione Schiavone ha espresso l'opinione che nel falso non si può generalizzare e che le responsabilità dei medici Inail fossero diverse da quelle dei medici di patronato, che hanno agito come privati. «Per la silicosi la diagnosi certa è quasi impossibile» ha detto il magistrato. Italo Fognier, difensore di Mancini, ha detto che, secondo lui, le perizie sono piene di inesattezze e ha aggiunto che il medico di patronato agisce come un difensore, che deve sostenere con ogni mezzo la tesi di una malattia, e sta al medico dell'Ente pubblico confermare o meno. Fognier ha aggiunto che la riunione collegiale dei medici di patronato non è un atto amministrativo e che, quindi, non ci può essere neppure il falso. Tutti i difensori hanno richiesto l'assoluzione tranne Curtaz, che aveva presentato istanza di patteggiamento e che non non ha partecipato alla discussione se non in forma passiva. Lo aveva preannunciato quando il pm, nella prima udienza Pasquale Longarini, si era opposto alla richiesta: «Per protesta il mio cliente uscirà dall'aula e io non farò più alcun intervento». L'inchiesta del giudice Gianni Franciolini era partita dopo un caso che convolgeva un pensionato in causa con l'Inail per un rimborso. Le perizie mediche lo dichiaravano sano, mentre gli era stata riconosciuta la silicosi. Dopo 7 anni di indagini, la condanna. [m. t. z.] Da sinistra, l'avvocato Italo Fognier e i medici Sergio Marrcjni, Gustavo Cerrato, Piera Perona e Epifanio Cusumano