«Ha la silicosi» L'Inail pagherà
Accolto ricorso di un ex assistito Accolto ricorso di un ex assistito «Ha la silicosi» L'Inail pagherà AOSTA. «Avevo ragione io». Gerardo Labriola è soddisfatto, ma nasconde a stento l'amarezza per essere stato al centro di una lunga vicenda giudiziaria. Ha vinto la sua guerra legale contro l'Inail. La silicosi ce l'ha : il danno è del 35 per cento, sostiene il perito nominato dalla pretura di Aosta. L'esame utilizzato per la diagnosi è la Tac ad alta risoluzione (Hrct), «una metodica introdotta di recente - si legge nella sentenza - che si avvicina alla diagnosi morfologica in vivo. Il pretore non ritiene di doversi discostare». Labriola, 63 anni, pensionato di Chàtillon, percepiva una rendita da silicosi del 75 per cento. Poi ci furono il procedimento penale che portò nel febbraio del '92 alla condanna di sette medici per indennità facili e una serie di accertamenti sui titolari di rendite Inail. Labriola fu sottoposto a nuovi esami: gli specialisti di Milano incaricati dal tribunale lo riconobbero sano (sebbene la silicosi non possa regredire) e la pensione gli fu revocata il 1° settembre del 1992. «Senza sporcarmi le mani racconta il pensionato - mi limitai a esternare civili contestazioni e mi affidai con fiducia all'operato della magistratura di Aosta. Secondo la perizia del professor Coscia, medico legale della Medicina del lavoro all'ospedale Molinette di Torino, la silicosi è riapparsa nei miei pol¬ moni e la giustizia ha vinto». L'inabilità è stata valutata del 21 per cento fino alla revisione dell'aprile 1985 e oggi, in concorrenza di complicanze ai bronchi e al cuore, elevata al 35 per cento. L'Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni del lavoro dovrà versare le indennità non pagate dal settembre del '92 a oggi oltre agli interessi legali e alle spese processuali. «Ma la mia amarezza non si ò smaltita - aggiunge Labriola perché per riottenere soltanto una parte della rendita elevatami negli anni da molti medici mi sono dovuto sottoporre a radiografie e alle radiazioni delle Tac ad alta risoluzione, che mi hanno causato altri scompensi polmonari». E così è stato per gli altri silicotici valdostani, settemila in tutto. La maggior parte di loro non presenta più la domanda di aggravamento per timore di vedersi «tagliare» la pensione. Con la sentenza del pretore Antonio Corte si apre un altro capitolo nella complessa vicenda silicosi, scoppiata dieci anni fa quando alcuni assistiti risultarono sani a nuove visite legali. Cominciò un'indagine della magistratura, ci furono le condanne dei medici e molte pensioni furono ridotte o revocate. Adesso ò possibile che altri pensionati tentino la via del ricorso. Stefano Mancini
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