Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati
Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati Dopo la nascita dell'Alp, in crisi i confederali Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati L'accordo sulle pensioni alla base dello scontento di molti dipendenti I sindacati confederali del Pinerolese si trovano a dover fare i conti con l'Alp, l'Associazione Lavoratori Pinerolesi, un nuovo sindacato che, nato a metà settembre, conta già 500 tesserati. Un numero che indica una vera rivolta di quei lavoratori che hanno rotto con il loro sindacato per protestare contro l'accordo sulle pensioni. Vincenzo Bertalmio, rappresentante della Fiom-Cgil, non cerca di coprire l'effettiva fuga dal sindacato: «Ci troviamo davanti ad una vera e propria strategia delle dimissioni. Prendendo in esame ad esempio aziende come la Beloit abbiamo avuto una restituzione di 45 tessere, che corrispondono al 50 per cento degli iscritti. Tutto prende il via dagli accordi presi tra governo e sindacati per le pensioni, ma dietro c'è sicuramente una manovra di Rifondazione comunista». Aggiunge Vittorio Federico, responsabile della Camera del lavoro di Pinerolo: «Il caso della Beloit è un po' particolare, in quanto questi dipendenti per tradizione non sono mai stati particolarmente legati al sindacato. Ma non si può nascondere che in altre realtà come alla Skf di VillarPerosa la fuga dal sindacato c'è stata». Un malcontento, una sfiducia nei confronti di chi ha stretto patti con il governo che pur essendo generalizzata e diffusa un po' ovunque, nel Pinerolese diventa, in certi casi, vera rabbia. E questo perché, specialmente in queste valli, sono numerosi i dipendenti Franco Agliod (Cisl) che, entrati in fabbrica a 16 anni, oggi si trovano ad affrontare una previsione lavorativa più lunga di quella che si aspettavano. Allarmato per il fenomeno, ma non tanto per i numeri, è invece Franco Agliodo, responsabile di zona della Cisl: «Bisogna sempre guardare con preoccupazione la nascita di questi nuovi movimenti, ma se la flessione c'è stata per quanto riguarda i metalmeccanici, fortunatamente altri settori hanno tenuto bene. Ci troviamo davanti ad una frangia, quella dell'Alp, che rifiuta la logica partecipativa del sindacato, dove ognuno lavora per uno stesso obiettivo. Non credo assolutamente che si possa fondare un nuovo sindacato solo sul malcontento per un accordo. Ciò nonostante questo frazionamento indebolisce i lavoratori e dà forza invece a chi ci è contro». Il sindacato è comunque pronto alle controffensive, aggiunge Bertalmio: «Recupereremo il terreno perduto aprendo in tutte le aziende una trattativa che punti a riconoscere degli aumenti salariali a quei lavoratori che hanno dato il loro impegno per un miglioramento della qualità del prodotto dell'azienda». Soddisfatto del successo dell'Alp, ovviamente, è Enrico Lanza, responsabile e fondatore del nuovo sindacato: «Stiamo lavorando per le nuove elezioni delle Rsu e ci impegneremo anche noi per la vertenza integrativa». Antonio Giaimo Franco Agliodo (Cisl) Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati Dopo la nascita dell'Alp, in crisi i confederali Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati L'accordo sulle pensioni alla base dello scontento di molti dipendenti I sindacati confederali del Pinerolese si trovano a dover fare i conti con l'Alp, l'Associazione Lavoratori Pinerolesi, un nuovo sindacato che, nato a metà settembre, conta già 500 tesserati. Un numero che indica una vera rivolta di quei lavoratori che hanno rotto con il loro sindacato per protestare contro l'accordo sulle pensioni. Vincenzo Bertalmio, rappresentante della Fiom-Cgil, non cerca di coprire l'effettiva fuga dal sindacato: «Ci troviamo davanti ad una vera e propria strategia delle dimissioni. Prendendo in esame ad esempio aziende come la Beloit abbiamo avuto una restituzione di 45 tessere, che corrispondono al 50 per cento degli iscritti. Tutto prende il via dagli accordi presi tra governo e sindacati per le pensioni, ma dietro c'è sicuramente una manovra di Rifondazione comunista». Aggiunge Vittorio Federico, responsabile della Camera del lavoro di Pinerolo: «Il caso della Beloit è un po' particolare, in quanto questi dipendenti per tradizione non sono mai stati particolarmente legati al sindacato. Ma non si può nascondere che in altre realtà come alla Skf di VillarPerosa la fuga dal sindacato c'è stata». Un malcontento, una sfiducia nei confronti di chi ha stretto patti con il governo che pur essendo generalizzata e diffusa un po' ovunque, nel Pinerolese diventa, in certi casi, vera rabbia. E questo perché, specialmente in queste valli, sono numerosi i dipendenti Franco Agliod (Cisl) che, entrati in fabbrica a 16 anni, oggi si trovano ad affrontare una previsione lavorativa più lunga di quella che si aspettavano. Allarmato per il fenomeno, ma non tanto per i numeri, è invece Franco Agliodo, responsabile di zona della Cisl: «Bisogna sempre guardare con preoccupazione la nascita di questi nuovi movimenti, ma se la flessione c'è stata per quanto riguarda i metalmeccanici, fortunatamente altri settori hanno tenuto bene. Ci troviamo davanti ad una frangia, quella dell'Alp, che rifiuta la logica partecipativa del sindacato, dove ognuno lavora per uno stesso obiettivo. Non credo assolutamente che si possa fondare un nuovo sindacato solo sul malcontento per un accordo. Ciò nonostante questo frazionamento indebolisce i lavoratori e dà forza invece a chi ci è contro». Il sindacato è comunque pronto alle controffensive, aggiunge Bertalmio: «Recupereremo il terreno perduto aprendo in tutte le aziende una trattativa che punti a riconoscere degli aumenti salariali a quei lavoratori che hanno dato il loro impegno per un miglioramento della qualità del prodotto dell'azienda». Soddisfatto del successo dell'Alp, ovviamente, è Enrico Lanza, responsabile e fondatore del nuovo sindacato: «Stiamo lavorando per le nuove elezioni delle Rsu e ci impegneremo anche noi per la vertenza integrativa». Antonio Giaimo Franco Agliodo (Cisl) Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati Dopo la nascita dell'Alp, in crisi i confederali Pinerolese, lavoratori in fuga dai sindacati L'accordo sulle pensioni alla base dello scontento di molti dipendenti I sindacati confederali del Pinerolese si trovano a dover fare i conti con l'Alp, l'Associazione Lavoratori Pinerolesi, un nuovo sindacato che, nato a metà settembre, conta già 500 tesserati. Un numero che indica una vera rivolta di quei lavoratori che hanno rotto con il loro sindacato per protestare contro l'accordo sulle pensioni. Vincenzo Bertalmio, rappresentante della Fiom-Cgil, non cerca di coprire l'effettiva fuga dal sindacato: «Ci troviamo davanti ad una vera e propria strategia delle dimissioni. Prendendo in esame ad esempio aziende come la Beloit abbiamo avuto una restituzione di 45 tessere, che corrispondono al 50 per cento degli iscritti. Tutto prende il via dagli accordi presi tra governo e sindacati per le pensioni, ma dietro c'è sicuramente una manovra di Rifondazione comunista». Aggiunge Vittorio Federico, responsabile della Camera del lavoro di Pinerolo: «Il caso della Beloit è un po' particolare, in quanto questi dipendenti per tradizione non sono mai stati particolarmente legati al sindacato. Ma non si può nascondere che in altre realtà come alla Skf di VillarPerosa la fuga dal sindacato c'è stata». Un malcontento, una sfiducia nei confronti di chi ha stretto patti con il governo che pur essendo generalizzata e diffusa un po' ovunque, nel Pinerolese diventa, in certi casi, vera rabbia. E questo perché, specialmente in queste valli, sono numerosi i dipendenti Franco Agliod (Cisl) che, entrati in fabbrica a 16 anni, oggi si trovano ad affrontare una previsione lavorativa più lunga di quella che si aspettavano. Allarmato per il fenomeno, ma non tanto per i numeri, è invece Franco Agliodo, responsabile di zona della Cisl: «Bisogna sempre guardare con preoccupazione la nascita di questi nuovi movimenti, ma se la flessione c'è stata per quanto riguarda i metalmeccanici, fortunatamente altri settori hanno tenuto bene. Ci troviamo davanti ad una frangia, quella dell'Alp, che rifiuta la logica partecipativa del sindacato, dove ognuno lavora per uno stesso obiettivo. Non credo assolutamente che si possa fondare un nuovo sindacato solo sul malcontento per un accordo. Ciò nonostante questo frazionamento indebolisce i lavoratori e dà forza invece a chi ci è contro». Il sindacato è comunque pronto alle controffensive, aggiunge Bertalmio: «Recupereremo il terreno perduto aprendo in tutte le aziende una trattativa che punti a riconoscere degli aumenti salariali a quei lavoratori che hanno dato il loro impegno per un miglioramento della qualità del prodotto dell'azienda». Soddisfatto del successo dell'Alp, ovviamente, è Enrico Lanza, responsabile e fondatore del nuovo sindacato: «Stiamo lavorando per le nuove elezioni delle Rsu e ci impegneremo anche noi per la vertenza integrativa». Antonio Giaimo Franco Agliodo (Cisl)
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