La Cavallotti vietata ai minori
La Cavallotti vietata ai minori La Cavallotti vietata ai minori E arriva un'altra situazione scandalo: autoerotismo praticato da una suora Ernesto Baldo VENEZIA Nella giornata dedicata agli affari il Lido era ieri stracolmo di operatori dell'industria cinematografica due donne sono riuscite ad attrarre l'attenzione malgrado la «febbre Meryl Streep». Una è Elisabetta Cavallotti, scoperta da Avati con «Impiegati», arrivata ieri pomeriggio al Lido da Zanzibar, dove risiede con la figlia di 8 anni, che stasera interverrà alla presentazione di «Guardami» di Ferrario in programma nella sezione «Sogni e Visioni». Per non tradire il titolo del suo film la Cavallotti sfoggerà un abito bianco trasparente disegnato apposta per lei da uno stilista tedesco. Tutti gli interpreti di «Guardami» e il regista saranno festeggiati stasera pnma della proiezione da Telepiù che ha già acquistato il film per la tv, che nelle sale uscirà venerdì prossimo, vietato ai 18. L'altra è Marta Marzotto, che avrebbe dovuto interpretare in «Fantozzi 2000» la contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare. Quando comincerà le riprese del film di Paolo Villaggio? Lei, un po' rammaricata, risponde: «Mai! I miei figli non vogliono che faccia l'attrice e ho dovuto rifiutare l'offerta di Villaggio che mi riservava una parte esilarante ambientata in una festa del Capodanno del 2000». Mentre infuria la polemica sulla mostra a luci rosse, sugli eccessi ginecologici, il direttore Barbera cerca di stemperare. «Non siamo andati a cercare appositamente film erotici - dice - la presenza di certi temi è frutto del caso e di un disagio esistenziale tipico di questa fine di millennio. Nel caso del film coreano "Menzogne", da parte ecclesiastica c'è stata una lettura fuorviarne». Ieri, intanto, è passata sugli schernii un'altra opera estrema, che ha diviso gli spettatori, suscitando choc ma anche commozione. In «Julien Donkey-Boy» di Hannony Korine, s'è vista una suora che pratica l'autoerotismo, un incesto tra fratelli, l'assassinio di un bambino per motivi futili. Pro¬ vocazioni da parte del cineasta americano, che si rivelò con «Gummo», e che ama girare in povertà, con videocamera digitale e immagini sgranatissime, sperimentazioni linguistiche. Molti spettatori hanno preferito abbandonare la sala in anticipo, disgustati dalle scene forti. Alla fine, nessun fischio, ma solo tiepidi applausi. Carlo Lizzani con il ritratto di Visconti, presentato per la serie «Eventi Speciali» che Raiuno trasmetterà stasera, intende fare conoscere a tutti la cultura cinematografica. «Oggi i giovani, compresi molti cineasti italiani - dice - hanno una sola cultura, quella cinematografica, ma non basta, anche perché i registi delle nuove leve sono di memoria corta. Quella di Visconti era invece una cultura interdisciplinare che tra l'altro caratterizzava gran parte degli autori del cinema italiano di quegli anni. La cultura del regista de "llpntopardo" non era solo cinematografica, ma anche musicale e letteraria». Lizzani nel suo special televisivo di un'ora presenta Luchino Visconti attraverso l'infanzia milanese, l'esperienza come allevatore di cavalli da corsa e i suoi viaggi a Parigi e a Lubecca. Con l'intervento di parecchi dirigenti americani delle majors si è tenuto ieri all'Excelsior un convegno sulla co-produzione nell'epoca del mercato globale. Un tema di grande attualità e che, tra l'altro, fa parte anche degli obiettivi della commissione italiana e americana che dovrà nei prossimi mesi studiare il modo di incrementare la circolazione dei nostri film sul mercato Usa. Quasi contemporaneamente Gillo Pontecorvo, in veste di presidente di Cinecittà Holding, annunciava alla presenza del ministro Giovanna Melandri, il varo di un laboratorio italiano digitale che nascerà negli stabilimenti romani del Tuscolano allo scopo di dotare di nuove tecnologie l'industria nazionale. Un'iniziativa in cui sarà coinvolta, oltre a Rai e Mediaset, anche la Scuola Nazionale di Cinema di Alta Tecnologia della Toscana.
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