Vìllar Perosa ricorda l'Avvocato: «Era uno dì noi»

Vìllar Perosa ricorda l'Avvocato: «Era uno dì noi» COMMOSSA E INTIMA CERIMONIA Vìllar Perosa ricorda l'Avvocato: «Era uno di noi» Tanta gente alla messa di suffragio nella cappella della famiglia Agnelli Giovanna Favro VILIAR PEROSA C'è rimpianto e cordoglio, dolcezza e dolore, nello sguardo gonfio di pianto e nel sorriso di Donna Marella Agnelli che stringe la mano alla gente di Villar Perosa, uscendo dalla cappella di famiglia con i nipoti John e Lapo Elkann. Nel mausoleo in pietra di Lusema che domina da un'altura il piccolo cimitero, il viceparroco don Roberto Comha ha appena celebrato la messa nel primo anniversario della morte dell'Avvocato Giovanni Agnelli. «Ogni angolo, in questa valle, - ha detto il sacerdote nell'omelia - reca i segni della generosità e della lungimiranza sua e della sua famigha. E' stato sempre vicino al suo paese, che ha tanto amato. Di questo amore, e delle sue capacità di imprenditore e di sindaco, noi villaresi abbiamo beneficiato per più generazioni. Per questo anche oggi a Giovanni Agnelli diciamo grazie, e gli chiediamo di non dimenticarci». Gelo e nebbia, ieri mattina, avvolgevano il paese della Val Chisone che l'Avvocato, pochi giorni prima di morire, aveva voluto rivedere un'ultima volta dall'alto, sorvolandone i tetti dall'elicotterv. Il primo ad oltrepassare i cancelli della cappella su cui vegliava, in alta mufonne, il picchetto d'onore della Fiat, è stato Umberto Agnelli: «Che giornata triste», ha detto allungando lo sguardo sulla cupola innevata della chiesa di San Pietro in Vincoh. «E' molto difficile vedere Villar Perosa così, immersa nella nebbia». Mentre risuonano le note del corale Herzlich thut mich verlangen di Bach, varcano la soglia Donna Allegra Agnelli e le sorelle dell'Avvocato: Clara, Maria Sole con Pio Teodorani Fabbri, Susanna con i figli Lupo e Cristiano Rattazzi. E il figlio di Cristiana, liberto Brandolini d'Adda, accanto a Tiziana Nasi e a Nicola Caracciolo. Nella piccola cappella ornata di mosaici e di marmi policromi, il presidente d'onore della Fiat scomparso un anno fa riposa con i defunti della sua famigha, dal nonno senatore al figlio Edoardo e al nipote Giovanni Alberto. Tra i banchi di noce intarsiata, dietro alle sorelle e al fratello Umberto, ieri hanno preso posto il sindaco di Villar Perosa, Roberto Prinzio, e i collaboratori più stretti dell'Avvocato, dal maggiordomo alla fedele segretaria, dall'amministratore di Villa Frescot all'autista. Fuori, un centinaio di abitanti del piccolo Comune: Torino ricorderà l'Awo- cato oggi alle 11, con una messa in suffragio al santuario della Consolata. Quella di ieri è stata invece una cerimonia intima, privata. Don Roberto Comba ha letto il vangelo di Giovanni e si è rivolto a Donna Marella: «E' passato un anno, dalla morte di suo marito: ci stringiamo intorno a lei e ai suoi famighari per esprimere il cordoglio e la partecipazione di tutti i villaresi. Io stesso, prima di diventare sacerdote, ho lavorato 35 anni alla Riv Skf. So di rischiare la retorica, ma è dal cuore che viene la riconoscenza di tutta Villar, che ha avuto dalla vostra famiglia lavoro e benessere». Per il momento dell'Offertorio Donna Marella ha scelto Vivaldi, l'Adagio della sonata in fa maggiore per violoncello e basso. Il Laudate dominum di Mozart accompagna TEucaristia. I villaresi hanno gli occhi lucidi, e raccontano brandelli di vita di un paese che ha sempre lavorato e vissuto accanto agli Agnelli. Si stringe nel cappotto di panno Lucia Caletti: «Nel '67 ero incinta, e avevo già il mio primo figlio. Chiesi loro di aiutarmi, perché mio marito non aveva lavoro. Fu assunto a Rivalta». Elsa Aimonetto ricorda che Donna Marella «ha fatto mettere le panchine qui al cimitero dopo avermi vista. alla mia età, arrancare sugli scalini». «L'Avvocato ci ha dato pane e lavoro», piangono Alma e Renato Fighol. La piccola comunità che s'è radunata nel cimitero innevato in memoria di Giovanni Agnelli ricorda il viale di tigli voluto da Donna Marella, i terreni di famiglia regalati per ampliare il cimitero, il dono del campo da calcio. «Ma si fa prima, qui in paese, a dire ciò che non sono stati loro a costruire», dice Enrico, il genero di Cornelio Siccardi: «Mio suocero era vicesindaco quando lui era il primo cittadino, e la giunta comunale si riuniva al quarto piano di corso Marconi». «Sono stati gli Agnelli a costruire l'asilo». «A realizzare "La finestra sulle Valli", il centro turistico-culturale». Così come «a far restaurare - dice don Roberto - la chiesa di San Pietro in Vincoli e quella di Sant'Aniceto». Ancora Bach, Meine Jesum lass ich nicht. La famigha dell'Avvocato sfila davanti alla corona di rose color ruggine su cui è appoggiato un nastro della Fiat, e sorride agli uomini con i cappelli in mano, e alle donne in lacrime. Don Roberto stringe la mano a John Elkann: «Non ho mai osato, per soggezione, conversare con suo nonno. In bocca al lupo. Le auguro di seguirne sempre l'esempio». Musiche di Bach Vivaldi e Mozart in un'atmosfera calda quasi in contrasto con l'aria gelida che investiva la valle II sacerdote: qui ogni angolo reca i segni della generosità e della lungimiranza sua e dei suoi parenti Questa mattina alle 11 la celebrazione alla Consolata sarà anche occasione per l'omaggio della città Umberto Agnelli Donna Allegra Agnelli Donna Marella Agnelli giunge al cimitero dì Villar Perosa con i nipoti John e Lapo Elkann Susanna Agnelli

Luoghi citati: Perosa, Rivalta, Torino, Villar Perosa