I sindacati chiedono misure di emergenza

I sindacati chiedono misure di emergenza Contro la crisi degli alloggi I sindacati chiedono misure di emergenza Blocco dei fitti, utilizzare Italia 61 e Palazzo Reale - Se non vi saranno garanzie, entro giovedì sarà indetto lo sciopero generale La situazione dell'ex Valle Susa I sindacati CgiI, Cisl e Vii sono impegnati a fondo nella lotta contro gli sfratti e l'aumento degli affitti, decisi a « stroncare il fenomeno che sta dilagando in modo preoccupante soprattutto nei comuni della "cintura" torinese ». Ieri mattina una delegazione formata da Pugno della Cgil, Baffo della L'il e Umana della Cisl ha rinnovato al prefetto la richiesta di provvedimenti energici. Le proposte dei sindacalisti sono raccolte in un documento depositato in prefettura. Riguardano il blocco degli affitti e degli sfratti; la tutela dei diritti dell'inquilino; misure straordinarie per gli immigrati; priorità nella costruzione di alloggi rispetto ad altre opere pubbliche; intervento dello Stato nell'edilizia per eliminare gli aspetti di speculazione e arretratezza. Il prefetto si è impegnato a trasmetterle subito al Governo. I sindacalisti si Incontreranno di nuovo giovedì per riesaminare la situazione. Se non vi saranno « risposte chiare e favorevoli », verrà proclamato imo sciopero generale per tutte le categorie, compresi gli addetti al servizi pubblici. Le modalità e la durata dello sciopero sono ancora da stabilire. Dopo rincontro con 11 pretetto 1 tra sindacalisti hanno tenuto una conferenza-stampa. « Constatiamo — hanno detto — che al Governo sfugge Id reale gravità della situazione », perché i padroni di casa sanno « nascondere le loro tecniche ricattatorie ». Lo sfratto per « cessata locazione » non è sempre minacciato in modo esplicito. In parecchi casi l'inquilino viene informato che il proprietario non intende rinnovare U contratto perché ha « bisogno dell'alloggio ». Corre al ripari e per evitare un trasloco, che comporta al minimo una spesa di 300 mila lire, accetta un aumento di affitto. La quota oscilla dalle 1 alle 10 mila lire al mese. Ma anche quando lo sfratto è chiaramente annunciato l'inquilino cerca di accordarsi con 11 padrone di casa. Finora la grande maggioranza ha subito le pressioni del proprietari per non perdere l'alloggio. «I piti taglieggiali — dice Pugno — sono i meridionalil». «IFamiglie di 7 persone — ha aggiunto Ratto — vivono in una sola camera rè pagano 17.500 lire al mese ». ' Lo organizzazioni sindacaU chiedono «in via straordinaria e transitoria che siano Immediatamente utilizzati per abitazione i locali di " Italia 61 ", gli alloggi di Palazzo Reale ed alcuni alberghi cittadini ». ^Abbiamo anche sollecitato — ha concluso Umana — una riunione Immediata degli organi statali, dei comuni, dei datori di lavoro e delle organizzazioni sindacali per formulare un piano concreto di edilizia popolare ». Il presidente della Provincia ha convocato per 11 1» luglio alle 14 a Palazzo Cisterna 1 sindaci della u cintura » ed 1 parlamentari. Saranno concordati interventi per « fronteggiare la situazione ». •k * II Consiglio provinciale dedica la seduta di domani al Cotonificio Valle Susa. Dopo le assicurazioni del presidente del Consiglio on. Rumor per una rapida soluzione della crisi, 11 sottosegretario on. Emanuela Savio e 1 parlamentari Donat Cattin, Arnaud, Bodrato, Botta, Curti e Stella hanno inviato al presidente della Provincia avvocato Oberto una lunga lettera: Essi dicono: « La questione del Cotonificio Valle Susa interessa il lavoro e il pane di oltre 5 mila lavoratori e lavoratrici, in particolare di quelli più anziani, che non troverebbero diversa sistemazione anche in un periodo nel quale nella nostra zona c'è mancanza di mano d'opera. Con l'impegno dedicato al caso è opportuno che si tenga presente la reale situazione in tutti ì suoi precedenti, ad evitare perdite di tempo alla ricerca di soluzioni che già sono state trovate con la conseguente distrazione dai nodi veri del problema ». A tal fine si precisa che la recen¬ te legge sulle pensioni non peggiora la situazione del lavoratori, perché anzi il loro credito passa con quello dell'Inps, al primo posto della graduatoria. I parlamentari ricordano: « Abbiamo manifestato a suo tempo le nostre perplessità di fronte alle richieste di fallimento, sapendo che .esso sarebbe costato soprattutto ai lavoratori»; quando 11 CVS fallì, si costituì la Seit e poi sorse la Eti, In concorrenza: « Il governo dispose (per sollecitazione dei suoi membri piemontesi e dei parlamentari de) l'accantonamento di 18 miliardi sul fondo speciale Imi, istituito per far fronte alle difficoltà della recessione ». La lettera conclude: « Abbiamo richiesto al presidente Rumor ed ai ministri responsabili, di concludere per il meglio, senza giungere in alcun caso a rotture, pregiudizievoli per l'occupazione, che è il bene che abbiamo il dovere primo di salvaguardare ». — Le organizzazioni sindacali tessili della Cgil. Cisl e Uil hanno ottenuto giovedì dal sottosegretario al Lavoro promesse per il pagamento al cento per cento delle spettanze dei lavoratori. Si attende per domani una risposta definitiva. Le organizzazioni sindacali considerano tali affermazioni « un passo avanti rispetto alla situazione precedente, però ancora insufficienti a tranquillizzare pienamente i lavoratori sia per la continuità dell'occupazione, sia per la riscossione dei crediti ». Perciò mantengono la dichiarazione di sciopero per mercoledì 25 giugno.

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