Da Chris Amon a Fangio le doti di un asso del volante

Da Chris Amon a Fangio le doti di un asso del volante Da Chris Amon a Fangio le doti di un asso del volante Il giudizio di Stirling Moss sul neozelandese -1 rallies e le corse in pista Nello scorso febbraio Stirling Moss aveva rilasciato un'intervista' a La Stampa In cui esprimeva alcuni giudizi sui pilota della Ferrari Chris Amon. L'ex asso del volante inglese ha fatto seguire a quanto detto allora una puntualizzazione che oggi diventa di attualità In vista della prossima prova di Amon a Monza nella « 1000 lem ». Londra, 22 aprile. Secondo il mio parere, Amon è, oggi, fra i sette migliori corridori del mondo. Ha un grande talento naturale, che il tempo e l'esperienza porteranno a piena maturità. Dopo tutto, lo sprazzo di genio che un uomo può avere nello svolgimento del proprio lavoro ha un'importanza relativa, poiché fino ad ora nulla è ancora stato scoperto che possa prendere il posto dell'esperienza. Suppongo che il coraggio nudo e crudo possa, fino ad un certo punto, riempire il vuoto, ma quasi tutti ' gli esempi del passato ci dimostrano che questo sistema funziona per un periodo relativamente breve, e che poi il corridore è vittima di qualche disgrazia. L'audacia e la stupidità sono parenti stretti e, là dove lo spettatore può essere incline a definire « ardita» una certa azione, io credo che chi è veramente a conoscenza dei fatti potrebbe, in molti casi, adoperare più appropriatamente la parola « stupida ». Amon, questo è certo, non è uno stupido, e personalmente sono convinto che una delle sue migliori qualità sia appunto il fatto che egli guidi non oltrepassando i limiti della propria abilità. Penso che Chris Amon stia diventando migliore ogni giorno che passa, e che un paragone fra lui e il Brace McLaren di qualche anno fa sia appropriato. Mi ricordo quando un'organizzazione della Nuova Zelanda portò Bruce in Europa: era ancora molto inesperto, ma ovviamente dotato. In quei giorni, Bruce eguagliava per velocità qualsiasi corridore, ma, in gara, per raggiungere gli stessi tempi dei suoi rivali, doveva seguire uno dei suoi maestri. Credo si avvicini il momento che Chris da allievo, possa diventare maestro. Un'altra qualità assai rara fra i corridori automobilistici è quella di essere un « lottatore». In quindici anni di gare, fra i corridori di prima grandezza, credo di avere incontrato soltanto quattro o cinque uomini che avessero questa dote. Certo: molti corridori tentano di vincere, ma ve ne sono pochi che « non accettano » di perdere. Secondo me, Chris non è un lottatore, ma non dimentichiamoci che abbiamo avuto vari campioni mondiali che non lo erano neanche loro. E c'è di più: ho visto più corse vinte da guidatori che misuravano intelligentemente le proprie forze, che non da «uomini dalle grandi volate » che cercano di mettersi in testa fin dal primo giro. A questo punto dovrei confessare, suppongo, di appartenere all'ultima catego- ria menzionata, ma — cosa volete! — abbiamo tutti i nostri difetti... Alcuni lettori. potrebbero, domandarsi come, dopo quanto ho detto, io giudichi Fangio. E' difficile giudicare fino a qual punto egli fosse un lottatore, perché era cosi bravo che gli capitava di rado di dover veramente combattere. Era certamente un leader. Se doveva combattere, era anche un lottatore. Veniamo adesso alle corse sotto la pioggia; penso che Amon sia veramente un eccellente corridore, ma non uno che renda al massimo sul terreno bagnato. Se osservate piloti come Jochin Rindt e Jackie Stewart in condizioni veramente orribili, allora vedrete due uomini che « risplendono attraverso l'acqua ». E' difficile dire perché un corridore sia più veloce di un altro su terreno sdrucciolevole, ma, d'altra parte, penso sia altrettanto difficile sapere perché un uomo sia superiore ad un altro perfino su pista asciutta. Penso che, nelle gare della Coppa Tasmania, Chris Amon si sia dimostrato estremamente competente; credo, però, che diversi fattori abbiano giocato a suo favore. Di questi i più importanti sono il fatto che la sua Ferrari fosse splendidamente adatta ai Circuiti e che Chris abbia gareggiato « in casa ». Del resto egli aveva già dato prova della propria abilità prima di lasciare la Nuova Zelanda, ed era riuscito a farsi strada fino a diventare il « numero imo » della squadra della Ferrari. Tornato sui tracciati a lui abituali, si è imposto. E' strano, credetemi, ma una qualche molla psicologica scatta nell'individuo che è confortato da un pubblico che lo ama. Da quando ho abbandonato lo sport, sette anni fa, sono intervenuti molti cambiamenti. Sono ora molto più vecchio e mi ci vorrebbe parecchio tempo per aggiornarmi sulle nuove tecniche di guida e per completare le mie nozioni e la mia esperienza. Ciò sarebbe fattibile se i miei colleghi non avessero continuato a praticare lo sport e non si fossero tenuti al passo con lo sviluppo delle macchine. Da quando mi sono ritirato, ho cercato di cambiare la mia vita, sforzandomi di diventare un uomo d'affari. Ovviamente, le due attività non offrono termini di paragone. Ogni tanto mi piace partecipare a qualche Rally, ma, purtroppo, i miei altri impegni di lavoro, che includono anche lo scrivere, il disegnare e delle comparse in pubblico, non mi lasciano molto tempo libero. Inoltre, devo ammettere che per me la partecipazione ad un Rally non può assolutamente sostituire una gara di velocità pura. E' un genere di sport del tutto diverso. Stirling Moss

Luoghi citati: Europa, Londra, Monza, Nuova Zelanda