I minatori della Valle Gerntanasca temono i licenziamenti più della silicosi di Remo Lugli

I minatori della Valle Gerntanasca temono i licenziamenti più della silicosi La tragedia di gente che chiede soltanto di lavorare I minatori della Valle Gerntanasca temono i licenziamenti più della silicosi La direzione ha detto che deve lasciare a casa 200 dei 700 dipendenti - « Non possiamo andare avanti cosi. Il nostro prodotto non trova collocamento per la concorrenza estera» - Il discorso non risolve il problema del minatore che passa 40 ore settimanali sotto terra per 80-90 mila lire al mese - La silicosi li mina nella salute ma è la prospettiva dei licenziamenti che li terrorizza (Dal nostro Inviato speciale) Perosa Argentina, 8 febbr. Giorni di attesa ansiosa se non addirittura angosciosa, in Val Germanasca. E' la valle dei minatori della Talco e Grafite. A Pomaretto, Salza, Massello, Perrero, Prali la grande maggioranza dei capifamiglia lavorano nelle viscere della montagna a scavare il talco. Sono circa 500 persone: altre 200 sono occupate nei due stabilimenti di Pinero- 10 e Perosa nei quali viene lavorato il minerale estratto. Su queste 700 persone grava la minaccia del licen ziamento. La Talco e Grafite poco più di un mese fa annunciò che avrebbe licenziato 280 dipendenti. Ebbe inizio la procedura prevista dalla legge. A conclusione degli incontri con i sindacalisti la parte padronale ha ridotto 11 numero dei licenziandi a 200. E' un piccolo migliora mento, ma non serve certa mente a cancellare la paura e il dramma dalle famiglie dei minatori. Da oggi ogni momento è buono per rice vere la lettera di licenziamento. I dirigenti della so cietà probabilmente attenderanno ancora qualche giorno a spedirle. Hanno avuto molte pressioni da Roma — parlamentari e uo mini di governo — e anche delle promesse, i Il problema, espongono i dirigenti della società, sta| nella riduzione delle esportazioni e nell'aumento delle cimportazioni che sono con- ècorrenziah alla nostra prò- toduzione. Un tempo l'Italia mera una delle pochissime na- Vzioni che producevano ta- co ora siamo in uno degli fultimi posti della graduato- Vria. Ne produciamo 120 mi- tla tonnellate all'anno contro v150 mila™ cfell'fri rfia léT3(J0 IM^sf^ei^lS: India e Cina hanno cominciato ad inviare in Italia il loro talco, di qualità più scadente e a prezzi molto infe riori. E il nostro prodotto, che prima veniva esportato in una cinquantina di paesi esteri, ora non riesce più a trovare collocamento appun to per la concorrenza. A questa situazione s'ag giunge la pesantezza del costo della manodopera. Dice il vice-presidente della so cietà: « Nel 1960, per 2 mi lioni e 937 mila ore di la voto pagammo un miliardo e 315 milioni di lire; nel 1966, per un milione e 720 Qmila ore lavorate abbiamo apagato un miliardo e 650 «milioni di lire. Tradotto in sdpercentuale, il costo della manodopera e aumentato ndel 112,97 per cento: lora di lavoro che nel 1960 co- nstava, compresi gli oneri ècontributivi, kh7 lire ora costa 952 lire ». Sono cifre che non dicono molto a coloro che deside- munii a bututu * * rano sapere quanto porta a casa, alla fine del mese, il minatore che per 40 ore la settimana sta sotto terra, Facciamo qualche esempio, Costantino Breusa, 52 anni, abitante a Pomaretto, da 21 anni alla Talco e Grafite e - da zi anni addetto ai lavoro in miniera: guadagna 89 mila lire compreso l'assegno familiare di circa 4 mila li- re per la moglie e le 4 mila lire di indennità « sottosuo- lo ». Le centomila lire sono .- . . , una cura miraggio, cne soi- tanto 1 capi-squadra posso- no raggiungere. Per tutti gli altri lo stipendio va dalle 75 mila, i manovali, alle 85, gli operai qualificati La silicosi è *la grande j«ì ti tot nemica dei minatori II tal- co ufficialmente non dovreb- be darla perché non contie- ne silice; ma per raggimi- gere il talco ci si deve apri- re la Strada nella roccia, lunghe gallerie di roccia. E i minatori dopo qualche an- «« j: n fn no di lavoro parlano a fa- tica, ansando. « Senta, men- tre parlo sembro una fisar- monica. Creda: con una cas- setta come questa — dice Meytre battendosi una mano sul petto — non si va tan- to lontano con la vita». 1 malati di silicosi sono pa- lecchi: alla Talco e Grafite dicono che la percentuale è , , , - k , . ,. dei id per cento dei dipen- denti; i Sindacalisti affer- mano che è dell'80 Der cen- to. Un mestiere faticoso, po- co redditizio, ingrato. Ma è un me3tiere che viene fat. to da generazioni (le prime miniere. furono rte in Val chisone cento anni fa u eaaurite quelle ìe per. forazioni furono fatt/in Val Germanasca, dove at talmente ci sono almeno venti chilometri di galIe^e IMIlmilnillulllnllllmmilllllminllllm aperte e altre gallerie per decine e decine di chilometri sono state richiuse con il materiale roccioso proveniente dai successivi scavi). Un mestiere che entra nel sangue come la silicosi entra nei polmoni. La paura dei licenziamenti fa tremare. « La paga è scarsa 1— dice un operaio, — ma l'importante è che non d licenzino ». Un altro dice : « Potrebbero essere migliorate le condizioni di lavoro, con una maggiore aerazione, ad esempio, ma l'importante è chk non ci li- cenztno ». Remo Lugli Minatori al lavoro Ieri in una galleria della Talco e Grafite in Val Germanasca

Persone citate: Perrero, Salza

Luoghi citati: Cina, India, Italia, Perosa, Perosa Argentina, Pomaretto, Prali, Roma