La Fiorentina vince la Coppa Italia per un rigore nei tempi supplementari

La Fiorentina vince la Coppa Italia per un rigore nei tempi supplementari CRONACHE DELLO SPORT La Fiorentina vince la Coppa Italia per un rigore nei tempi supplementari La squadra toscana si è affermata sul Catanzaro per 2-1 nella finale svoltasi ieri a Roma - Reti di Hamrin e Marchioro nei primi novanta minuti - Nel proseguimento il difensore Sardei commette un ingenuo mani in area - Berlini realizza il «penalty» (Dal nostro inviato speciale) Roma, 19 maggio. Una finale di Coppa Italia quale ben pochi sì sarebbero aspettati. Una finale che ha riabilitato c rivalorizzato l'intera manifestazione. L'ha riabilitata e valorizzata questa manifestazione, in levatura tecnica in combattività in incertezza 'li risultato in correttezza di gioco, perfino in fatto ili durata, della partita. Perché per giungere a un risultato positivo, cioè alla assegnazione del trofeo, è statò necessario ricorrere ai tempi supplementari, e non fu che nel secondo di esso, al centonovesimo )iii?n<to, che uno dei due combattenti ha. dovuto piegare il pinocchio, nel più fatale dei modi, cioè per un calcio di rigore sul tiro del quale la palla, prima di andare a. finire in rete, ha colpito un palo della porta avversaria e poi l'altro. Come se si rifiutasse di entrare. Le due squadre si sona portate egregiamente, Vana, quella di serie A, inchinandosi di quel tanto da farsi raggiungere dall'avversaria, l'altra innalzandosi di quanto era 7iecessario per ergersi all'altezza, dell'antagonista. Il successo è giusto, do/io tutto, che sia arriso alla Fiorentinaperche questa era la compagine di classe più elevata. Ma un vivo e aperto elogio va tributato all'undici del Catanzaro per il contegno tenuto in campo. La squadra calabrese, dopo un inizio veramente brillante di campionato era. decaduta alquanto, ultimamente, per quanto concerne il valore tecnico e agonistico, ma oggi ha ritrovato tutto d'un colpo per l'occasione le sue antiche virtù e si è portata in. modo degno di ogni encomio, lottando da pari a pari e senza nessun timore per l'avversario che vestiva la maglia viola. Questo ha commesso forse l'errore di sottovalutare l'oppositore. Ha creduto di poterne fare un boccone solo ed è partito con una sicurezza che aveva in se quasi della baldanza. Ha mancato le buone occasioni che gli si sono presentate inizialmente, e così facendo ha dato tempo e modo al Catanzaro di raccapezzarsi e di ri- prendersi. Hanno segnato, ì toscani, un istante dopo la mezz'ora, del primo tempo per opera, di Hamrin, che era a dire il vero l'unico degli attaccanti viola che cercasse di fare cose veramente concrete. Lo svedese aveva tentato di segnare con una gran testata: vistosi respinta la palla, da quell'emerito portiere che è Provasi, l'aveva ripresa girando su se stessa acrobaticamente e con una mezza girata bassa di sinistro l'aveva proiettata in rete. La reazione dei calabresi era stata incredibilmente coraggiosa e gagliarda. Non appena incominciata la ripresa, al 2° minuto cioè,questa reazione portava subito al pareggio. Ricevuta la. palla da yn?!Ì7ii, la mezz'ala destra Marchioro limitava diritto dinanzi a sé, sfondava, penetrava in arca sulla destra e con un tiro basso trasversale dotalo di grande precisione batteva nettamente quel portiere che noi sappiamo tutti quanto sia difficile battere, intendiamo dire il nazionale Albertosi. Faceva 1 a 1, e le energie dell'undici meridionale si moltiplicavano allora per due. Fu in quel secondo tempo che il Catanzaro avrebbe anche potuto andare in vantaggio e assicurarsi il possesso del trofeo. E destava ammirazione per il modo con cui reggeva all'improba fatica, per il ritmo che continuava ad imprimere alle sue azioni. In quel periodo, essa fu a lungo la migliore delle due squadre in campo. I giovani della squadra viola facevano confusione in quel franpen- 1 te. Era il difetto dei giocatori giovani e privi aticora I di una vera e propria esperienza, che veniva ad emergere. Merlo, Brugnera, Bertini, Chiarugi si inneruosiuano e perdevano la loro bella limpidezza di idee. Tanto il primo dei due tempi come andamento di gioco era stato genericamente favorevole ai toscani, quanto il secondo doveva vedere i calabresi in predominio più tecnico ancora che territoriale. Si giungeva cosi al termine dei due tempi regolamentari, ed era necessario fare ricorso immediato ai due supplementi di un quarto d'ora l'uno. Il ritmo velocissimo del gioco svolto fino a quel momento aveva palesemente affranto ambedue i contendenti. Ma di cedere o di rallentare, nessuno dei due doveva dare prova. Atleticamente era una grande prova di volontà e di energia quella che da una parte e dall'altra si metteva in mostra. Gran lavoro nel primo tempo supplementare, con Hamrin — il tiratore scelto fra tutti — che colpiva un palo con una grande legnata. Tutto per nulla però; si era sempre sull'I a 1 e si era già in molti a dispiacersi che dopo una lotta così accanita e così bella dovesse essere una monetina gettata in aria a decidere delle sorti della Coppa di quest'anno. Ultimo definitivo dei quattro tempi di gioco. Tiro alto del fiorentino Brugnera su punizione; bel centro basso in -piena corsa dell'ala destra catanzarese. E al 4" minuto la decisione, giusta ma quasi crudele. Attacco dei viola. Scambio fra Merlo e Brugnera. La -mezz'ala destra avversaria, Sardei, vi¬ stosi scavalcare dallo- sfera, alza istintivamente una mano e ferma la palla. Il fallo è troppo palese e visibile per non essere registrato dall'arbitro. Punizione massima.. Tira Bertini. La palla, come restia a decidere della tenzone iti tal modo, picchia su uno dei montanti, devia sull'altro e soltanto allora sguscia, in rete. Viene quasi da. dolersi per i poveri calabresi dopo tanto lavoro e tanta ahnegazione. Il disperato Sardei è aterra e piange come un bambino. Deve alidore l'arbitro a sollevarlo, a consolarlo, quasi a mo' di scusa. Non fa die ripetere il giocatore: «Sono io che ho perduto la Coppa». E non succede più altro fino alla fine se non lotta senza quartiere da una parte e palese ricerca di perdita di tempo dall'altra Solito cerimoniale sul terreno di gioco con la presentazione della coppa alla Fiorentina, da parte del presidente della Federazione Calcio. Gli spettatori erano 16 mila paganti, e poco jiiù di 20 mila in tutto. L'incasso è ammontato a circa 20 milioni. Erano presenti le massime autorità di Catanzaro. La maggior parte degli spettatori venivano appunto o dalla Toscana o dalla Calabria. La partita, va ripetuto ancora, è stata una- delle più belle che si siano viste come finale della Coppa Italia. Vittorio Pozzo Fiorentina: Albertosi; Pirovano, Roqora; Bertini, Ferrante, Brizi; Hamrin, Merlo, Brugnera, De Sisti, Chiarugi. Catanzaro: Provasi; Marini, Macoacaro; Tononi, Lorenzini, Sardei; Vanini, Marchioro, Bui, Gasparini, Tribuzio. Arb.: Sbardella, di Roma. II pallone calciato da Bertini su rigore batte il portiere Provasi del Catanzaro

Luoghi citati: Calabria, Catanzaro, Italia, Roma, Toscana