Scioperano a oltranza gli ottomila operai del cotonificio Valle Susa

Scioperano a oltranza gli ottomila operai del cotonificio Valle Susa Chiesto l'urgente intervento del Governo Scioperano a oltranza gli ottomila operai del cotonificio Valle Susa Da oltre un anno continua la critica posizione dei dipendenti - Le maestranze chiedono i salari arretrati (per 750 milioni) e garanzie per il posto di lavoro - Nessuna risposta del presidente del cotonificio, rag. Riva - Telegramma del presidente della Provincia all'on. Moro per segnalare una «situazione che può assumere aspetti pericolosi» Da oggi gli ottomila dipendenti del Cotonificio Valle Susa scioperano ad oltranza. Il grave provvedimento è stato preso ieri mattina dai sindacati al termine di una riunione presso la Camera del lavoro. Vi hanno partecipato Favro per la Cisl; Sormano e Galvana per la Uil; Demi, Calcateli! e Trullato per la Cgil; Vezzoli per Autonomia aziendale. A conclusione dei lavori, è stata diffusa una nota in cui i sindacalisti affermano: « Considerato che la posizione dell'azienda non 6 modificata, le organizzazioni hanno deciso di accentuare la lotta dichiarando lo sciopero generale a tempo indeterminato, a partire da venerdì 9 luglio. Con i lavoratori di ogni singolo stabilimento verranno decise le forme più opportune per una maggiore incisività dello sciopero ». La nota conclude: < Frattanto le organizzazioni sindacali consulteranno i propri legali con l'intento di promuovere un'azione giuridica nei confronti del Cotonificio Valle Susa per il mancato pagamento delle retribuzioni». La critica situazione degli operai del CVS dura da oltre un anno. Le difficoltà sono cominciate con l'irregolare pagamento del premio annuale di 27 mila lire. Il contratto prevede che l'azienda lo versi in due tempi: 10 mila lire a Pasqua e 17 mila per le ferie. Ma l'anno scorso il Valle Susa ha rinviato il pagamento della prima rata ad agosto, saldando poi la rimanenza in buoni stoffa. Dal febbraio del '65 è diventato irregolare anche il pagamento dei salari. Dopo due mesi di attesa, il 31 maggio, i dipendenti hanno indetto uno sciopero di protesta di 24 ore. Ma la situazione non è migliorata; si è fatta, anzi, più confusa. Mentre in alcuni stabi•-Irnienti si ripetevano le astensioni,' In altri la direzione riduceva 11 lavoro sino a giungere alla fermate quasi totale di ogni attività, Intanto, aumentava il credito dei lavoratori verso l'azienda. I sindacalisti informano che, a tutt'oggi, i dipendenti del Cotonificio devono ancora percepire: il saldo di aprile, l'acconto di maggio (corrisposto soltanto negli stabilimenti di Rivarolo e Strambino), il saldo dello stesso mese, il premio annuale di 27 mila lire e le competenze di giugno. Per gli impiegati le coso non vanno meglio: dirigenti compresi, sono in arretrato di due mensilità di stipendio. Nel 1961 il Cotonificio impiegava, a orario pieno — riferisce la Cisl — 9130 persone. Nel 1965 1 dipendenti sono stati ridotti a 8050; di questi 770 sono sospesi a zero ore. Il 2 luglio le organizzazioni sindacali hanno proclamato uno sciopero generale di sette giorni e hanno chiesto l'intervento delle autorità cittadine. Il prefetto dott. Caso ha ripetutamente invitato il presi dente dell'azienda rag. Riva ad un incontro con i rappresentanti dei lavoratori. Ma le sue sollecitazioni sono rimaste senza risposta. Neppure la manifestazione, svoltasi giovedì in piazza Solferino — durante la quale delegazioni di lavoratori si sono recate dal prefetto, dal sindaco prof. Grosso, dal presidente della Provincia avv. Oberto e presso la direzione dell'azienda — ha ottenuto risultati concreti. Anche il tentativo di portare il rag. Riva al tavolo delle trattative — fatto dal presidente della Provincia l'altra sera, dopo un esame della vertenza compiuto dalla Giunta — non ha avuto l'esito sperato. Come abbiamo riferito ieri, l'avv. Oberto ha telegrafato al presidente del CVS chiedendogli un incontro risolutivo: nessuna risposta. Egli si è allora rivolto al presidente del Consiglio on. Moro, ai ministri dell'Interno on. Taviani e del Lavoro on. Delle Fave, ed ha prospettato le preoccupazioni per il perdurare della vertenza. Nel telegramma al Governo l'avv. Oberto scrive: «Persistendo grave stato di tensione, ottomila dipendenti del cotonificio Valle Susa, che attendono la corresponsione dei salari arretrati, ammontanti a circa 750 milioni, e garanzie per il posto di lavoro, ho aderito alla richiesta di una delegazione di operai che mi chiedeva di tentare un'opera di persuasione nei confronti del titolare del CVS. Ho telegrafato al presidente del Cotonifìcio ai suoi indirizzi di Torino, Milano e Roma, ma i telegrammi sono rimasti senza risposta ». Il messaggio prosegue: «Ritengo pertanto doveroso segnalare la situazione, che può assumere aspetti drammatici e pericolosi anche per l'ordine pubblico e che è, comunque, estremamente delicata per i suoi riflessi umani, chiedendo il pronto e diretto intervento al Governo per assicurare, intanto, l'immediato pagamento dei salari arretrati ». Il telegramma conclude: «Occorre rendere giustizia non solo perché la fame è una penosa sofferenza e pessima consigliera, ma perché non è tollerabile ed ammissibile l'ulteriore persistere di un comportamento clamorosamente denunciato dall'intera opinione pubblica. Gra¬ dirò un cenno circa le determinazioni che verranno prese». Anche il sindaco di Torino prof. Grosso ha chiesto l'intervento energico del Governo telegrafando al Presidente del Consiglio ed al Ministro del Lavoro.

Persone citate: Caso, Delle Fave, Favro, Oberto, Riva, Taviani, Vezzoli

Luoghi citati: Milano, Rivarolo, Roma, Sormano, Strambino, Torino