Smentito il trasferimento della Beloit da Pinerolo

Smentito il trasferimento della Beloit da Pinerolo Quinto giorno d'occupazione degli stabilimenti Smentito il trasferimento della Beloit da Pinerolo Rassicuranti dichiarazioni del presidente del complesso industriale, giunto a Torino dall'America: « Nessuna limitazione del ciclo produttivo dell'azienda » - Il presidente della filiale italiana, Mr. Dietrich, si è dimesso - Oggi a mezzogiorno riunione in prefettura per l'esame della vertenza - Nelle officine, private del riscaldamento, i 600 resistono Oaì nostro corrispondente Pinerolo, lunedì mattina. Quinta giornata di occupazione di fabbrica, oggi alla Beloit. Italia di Pinerolo. Ieri è stata per tutti una giornata intensa: al mattino, dinanzi ai cancelli chiusi, presidiati dagli operai, il cappellano diocesano del lavoro, don Guglielmino, ha celebrato la Messa ed ha rivolto un commosso saluto ai dipendenti della Beloit che difendono il loro posto di lavoro insidiato dalla disoccupazione e dal pericolo di un ridimensionamento dell'azienda. Dopo la Messa, la prima cattiva notizia: la direzione dell'azienda aveva disposto che non venisse effettuato il rifornimento della nafta, previsto per domani. I depositi sono ormai in secca e dovrà quindi cessare il riscaldamento. Il fatto ha destato viva preoccupazione, non tanto per il disagio (che si cercherà di alleviare con stufe e bombole dì gas liquido, che saranno fatte affluire dall'esterno) ma soprattutto per l'indizio di un irrigidimento della società Beloit verso gli occupanti i due stabilimenti (435 nella sede principale e 185 nel reparto fonderie). Poco dopo, una seconda più preoccupante notizia: era stata interrotta l'erogazione della energia elettrica e di conseguenza sarebbe venuta a mancare anche l'acqua; sospesi pure 1 collegamenti telefonici. La notizia veniva trasmessa subito dal comitato di fabbrica ai sindacati che stavano radunando la popolazione per il comizio di solidarietà previsto per le ore 11 in piazza Facta. L'on. Carlo Borra, unico parlamentare presente, decideva di Intervenire subito presso il Prefetto di Torino; In assenza del capo della provincia, telefonava al suo capo gabinetto precisando che in quelle condizioni i sindacati e le autorità locali non si senti vano di garantire la sicurezza nell'interno degli stabilimenti occupati. Più tardi, per intervento della Prefettura presso l'Enel, l'erogazione dell'energia elettrica veniva ripresa, ma nel frattempo i sorveglianti, esautorati dal comitato di fabbrica, avevano abbandonato l'officina, lasciando così gli occupanti totalmente respon eabili degli Impianti. La sospensione dell'erogazione dell'energia elettrica aveva destato particolare preoccupazione alle fonderie di via Vigone, in quanto venivano così a spegnersi i forni con la conseguente rottura del rivestimenti di terra refrattaria, ed il possibile pericolo di congelamento dei tubi che adducono l'acqua ai forni. Sarebbero poi occorsi non meno di quindici giorni per rimettere 1 forni in af pressione, con un evidente danno anche per l'azienda. Alle 11, intanto, piazza Facta appariva gremita di folla. Agli intervenuti hanno parlato 'Michele Genisio per la Cisl, Ferrari per la Uil e Garavini per la Cgil. Ha riassunto quindi, a nome dei tre sindacati, Alberto Tridenti della Fim-Cisl, 11 quale ha rifatto la storia della crisi e chiesto il solidale aiuto della popolazione per premere sulle autorità e sulla proprietà dell'azienda al fine di farla recedere dagli annunciati licenziamenti. A mezzogiorno il capo di gabinetto del Prefetto telefonava al sindaco di Pinerolo, convocando — per oggi lunedi alle 12 — il comitato cittadino a colloquio, onde esaminare in sede provinciale la vertenza. Subito dopo il comitato, che è composto dai rappresentanti dei partiti, dell'Associazione commercianti e dei sindacati, si è riunito nell'aula della giunta in Municipio per esaminare, con i rappresentanti degli operai, la situazione e concordare i termini e le modalità dell'azione da svolgere oggi in Prefettura. I negozi di Pinerolo hanno intanto, fin da ieri, esposto un cartello in cui viene annunciata la chiusura per un'ora, dalle 15 alle 16 di oggi, per so lidarizzare con i dipendenti della Beloit. L'adesione all'invito formulato dall'Associazione commercianti è stata unanime. I sindacalisti della Cisal — il sindacato autonomo che detiene la maggioranza assoluta nelle commissioni interne e che è molto vicino alla direzione — non sono stati invitati a partecipare al comizio, ma hanno, dal canto loro, proseguito isolatamente l'azione tendente ad una composizione della vertenza. Sondaggi sono stati fatti presso l'ufficio regionale del Lavoro che ha avuto l'incarico dal ministero di offrirsi come mediatore fra sindacati e Amma, ma non è stato possibile ottenere un incontro con l'associazione degli Industriali metalmeccanici, che ha posto come pregiudiziale l'evacuazione degli stabilimenti: il comitato di fabbrica vi si rifiuta decisamente. I rappresentanti degli industriali hanno intan- to preavvisato i responsabili sindacali della Cisal che, così stando le cose, verrà interessata l'autorità giudiziaria per lo sgombero forzoso degli stabilimenti. Finalmente ieri verso sera sono filtrate alcune buone notizie. Un dirigente della Beloit Italia, il dott. Manganaro capo del personale (che in tutti questi giorni si era tenuto a disposizione dei dipendenti per un possìbile intervento risolutivo della grave vertenza di lavoro) reduce da un colloquio con 11 presidente del complesso Beloit, giunto appositamente dall'America a Torino, sì è detto in grado di smentire decisamente sia la notizia di un possibile trasferimento della Beloit da Pinerolo, sia quella di un ridimensionamento del l'azienda nel senso di limitarne 11 ciclo produttivo al montaggio delle macchine, come è stato irresponsabilmente di chiarate. « L'azienda pinerolese — ci ha detto 11 dott. Manganaro — gode presso la presidenza centrale della massima consi derazione ed avrà tutto l'aiuto possìbile anche in questa non facile circostanza ». Il capo del personale della Beloit, Infine, non ha potuto che confermare le dimissioni di Mr. Dietrich dalla presidenza della Beloit Italia, dimissioni presentate ed accettate ieri sera dal consiglio d'amministra zìone della società. Egli si ì però decisamente rifiutato di esprimere alcun giudizio in merito. E' comunque questo un fatto nuovo molto importan te, che potrebbe avere Influen za sulla soluzione della vertenza. m. g.

Persone citate: Alberto Tridenti, Carlo Borra, Garavini, Manganaro, Michele Genisio