Gli operai dopo 10 giorni di occupazione hanno sgomberato la «Beloit» di Pinerolo

Gli operai dopo 10 giorni di occupazione hanno sgomberato la «Beloit» di Pinerolo Un ufficiale giudiziario ha intimato di lasciare la fabbrica Gli operai dopo 10 giorni di occupazione hanno sgomberato la «Beloit» di Pinerolo Fino all'ultimo una piccola minoranza ha tentato di convincere i compagni di lavoro a continuare l'agitazione all'interno degli stabilimenti - A tarda sera lutti sono usciti con materassi, brandine e coperte, applauditi da amici e parenti Stamane un comizio; l'agitazione continua per intavolare nuove trattative (Dal nostro inviato speciale) l'inrrolo, IH gennaio. Dopo dieci giorni di occupazione gli .stabilimenti della Beloit sono stati sgombrati dalle maestranze. L'operazione non è stata facile: In qualche momento sembrava che la resistenza ostinata degli operai dovesse causare gravi Incidenti o prolungare chissà fino a quando una situazione insostenibile. L'inizio dell'azione dell'autorità per l'evacuazione si è avuto alle 11,30. A quell'ora l'ufficiale giudiziario signor Micozzl, che ieri aveva proceduto alla notifica del decreto di « reintegro del possesso », emanato dal pretore capo di Pinerolo dott. Verini, affiggendo il foglio alle cancellate delle due officine, tornava davanti allo stabilimento principale, per la seconda fase dell'operazione, cioè per l'intimazione di sgombero. Ma gli operai erano stati avvertiti da staffette dislocate lungo la strada, e quando il signor Mlcozzi giungeva da vanti allo stabilimento trovava i cancelli chiusi e il cortile deserto. Tutti erano scompar si nell'interno del fabbricato. L'ufficiale giudiziario doveva perciò constatare che gli era impossibile avvicinare qualcu no degli occupanti e intimare 10 sgombero. Altrettanto sue cedeva pochi minuti dopo da vanii alla fonderia, altro sta bilimento della Beloit che sorge poco lontano. Da quel momento cominciava l'attesa degli operai e della folla che si era radunata davanti alle officine: un'attesa non priva di ansia. Sarebbe giunta la polizia? Si spargeva la voce che un reparto di carabinieri stava per muoversi dalla caserma; altri dicevano che le cani ione Ile della polizia erano partite da Torino. In realtà doveva ancora essere fatta la « intimazione ». Si aspettava 11 nuovo intervento per le ore 14, poi per le 15, poi per le 16. Intanto si apprendeva che l'or.. Spagnoli, comunista, e l'assessore anziano di Pinerolo, Costanzo, del psi, avevano presentalo un esposto al pretore, per ottenere una revoca del decreto, accampando un vizio di forma; ma anche questa voce poi cadeva di fronte al susseguirsi degli avvenimenti Alle 16, infatti, l'ufficiale giudiziario, accompagnato dal maresciallo Angiolo Giordani comandante la stazione del carabinieri, con un milite, insieme con un tecnico della Beloit e un operaio munito di un paio di robusti palanchini di ferro, si ripresentava davanti alla sede dello stabilimento. Anche stavolta il cortile era deserto ma un colpo di palanchino apriva il cancello, e l'ufficiale giudiziario, col maresciallo e 11 milite, poteva entrare. I tre uomini attraversavano lo spiazzo e penetravano nell'edificio degli uffici. Pochi minuti dopo tornavano: avevano compiuto la intimazione rlvol gendosi ad alcuni operai e pronunciando 11 nome di 62 persone che, secondo il testo del decreto del pretore, risul tavano presenti nello stabili mento Agli occupanti era la sciata un'ora di tempo per lo sgombero. La stessa formalità veniva compiuta alla fonderia. A queste operazioni assistevano dall'esterno il sindaco maestro Bernardi, l'on. Borra, l'on. Sulotto, i consiglieri comunali Nebbiolo, Cavallo, Mauro, ( dirigenti sindacalisti. Subito dopo nell'ampio cor tile della sede si radunano gli operai. Entrano pure il sin daco, l'on. Borra e 1 dirigenti dei tre sindacati. Tridenti del la Cisl si rivolge alla folla degli occupanti: c Dopo dieci giorni di occupazione — escla ma — i lavoratori della Beloit hanno vinto la loro battaglia. Essi non si piegano e non si sono piegati alla Beloit, ma accettano quella che è una legge riconosciuta in quanto tale, e la subiscono, consape voli che le ragioni sostanziali di giustizia e di equità stanno dalla loro parte » E' un Invito a sgombrare lo stabilimento. « Domani matti na — soggiunge il signor Tri denti — decideremo l'ulteriore azione sindacale per la difesa del posto di lavoro e del diritto sacrosanto che si chiama pane per In propria famiglia I lavoratori hanno condotto una lotta dignitosa, e la con eludono per riaprirla nel mo do e nella forma che decide ranno ». Termina proponendo di lasciare lo stabilimento alle 17,30. Non tutti, però, sono d'accordo. Dalla folla radunata nel cortile si alza qualche mormorio, e dalle finestre degli uffici alcuni operai affacciati gridano: c Perché dobbin mo uscire?». tChi ci impone di uscirei ». Ribatte Tridenti attorniato dai rappresentanti della Piom e dalla Uilm dal sindaco e da altri rappresentanti: c Avete dimostrato di essere i più forti. Il problema rimane aperto e continueremo a batterci Vi al tendiamo domani mattina alU IO n un comizio > Passa un'ora, l'ora che 1 uffl casailscmbscatmrddsnc ciale giudiziario ha lasciato agli occupanti perché eseguissero lo sgombero. Ed ecco alle 18, puntualmente, tornare il signor Mecozzi col maresciallo dei carabinieri. Altro colloquio con gli occupanti: molti, e"ideutemente, vorrebbero uscire, ma li trattiene la solidarietà con i colleghi che nvece vogliono prorogare l'occupazione, pur sapendo che al punto in cui è giunta la vertenza, lo sgombero dovrà comunque avvenire. Forse 1 più restii vorrebbero l'intervento di un apparato più cospicuo di forze, quasi per meglio giustificare a se stessi ratinandono dello stabilimento. Se è questo che volevano, alle 18,15 giunge un reparto di venti carabinieri, die entra nel cortile e si schiera presso l'ingresso. Poco dopo giungerà anche il capitano Mazzarino comandante della compagnia dei carabinieri e il questore dott. Perrez. Altri conciliaboli che sembra giungano all'ac cordo. Si ode una voce che chiede: « Siete disposti n uscire? ». Risponde un sonoro « si > che sembra unanime. Viene però fatta una richiesta: « Sia ridata la luce agli stabilimcnti perché gli operai possano radunare le loro cose e andarsene a casa». L'ufficiale giudiziario, il sindaco, l'on. Borra, il comandante dei vigili municipali di Pinerolo si affrettano a chiedere 'erogazione dell'energia elettrica, che da ieri era stata sospesa. Alle 19 le finestre degli uffici e il piazzale dello stabilimento sono di nuovo inondati di luce. Sembra tutto a posto. Ma no. Ora una parte degli operai riafferma di voler restare nello stabilimento. Si formano due schiere, chi vorrebbe uscire e chi vorrebbe rimanere. La situazione sta per divenire drammatica. Il reparto dei carabinieri non può certo interrompere l'operazione; d'altra parte deve essere riconosciuto ai comandanti e ai militi un atteggiamento sempre calmo, fermo ma conciliante e paziente. Entra ancora una volta nello stabilimento il sindaco Au relio Bernardi, con i parla mentari presentì e i sindaca listi. E finalmente tutti vengo no convinti a lasciare lo sta¬ bilimento. Appuntamento do¬ mani mattina alle 10 per un comizio: sarà decisa l'azione delle maestranze per contrastare i propositi dell'azienda circa 1 300 licenziamenti. Verrà pure stabilito se gli operai riprenderanno il lavoro lunedì o se continueranno lo sciopero. Sono esattamente le 19.50 quando il primo gruppo di operai esce dall'officina, accolto da applausi da centinaia di persone, quasi tutti familiari degli occupanti, che affollano la via Martiri del '21, da cui è stato dirottato il transito dei veicoli per evitare ingorghi e confusione. Escono gli operai carichi di grossi involti, coperte teli da tenda, brande, materassi, sedie a sdraio. .Spnp. stanchi,., provati dai dieci'giórni' di permanènza nel lo stabilimento. Fuori li aspet lano mogli, bimbi, amici, che li aiutano a portare i fagotti. Lungo la strada si snoda la colonna degli operai, I quali faranno ancora una sosta, per un breve comizio, nella piazza del Municipio prima di tornare, dopo dieci giorni, alle loro case. Ettore Doglio siReètdsdmcfilèttpdcstsd Dopo dieci giorni gli operai della Beloit hanno abbandonato lo stabilimento

Persone citate: Angiolo Giordani, Bernardi, Cavallo, Ettore Doglio, Mecozzi, Nebbiolo, Sulotto, Verini

Luoghi citati: Pinerolo, Torino