Riunione a Roma per la vertenza della Beloit La fabbrica di Pinerolo non sarà trasferita

Riunione a Roma per la vertenza della Beloit La fabbrica di Pinerolo non sarà trasferita Oggi a mezzogiorno presso il Ministero dell'Industria Riunione a Roma per la vertenza della Beloit La fabbrica di Pinerolo non sarà trasferita Il sindaco, rappresentanti sindacali e parlamentari verranno ricevuti dall'on. Medici per un esame della situazione - Rassicuranti dichiarazioni del nuovo direttore della società sul futuro degli stabilimenti - Può diminuire il numero dei licenziamenti - Dura da sei giorni l'occupazione dell'azienda da parte di 600 operai (Dal nostro inviato speciale) Pinerolo, 12 gennaio. Dopo 15 giorni di sciopero e 6 giornate di occupazione degli stabilime7iti Beloit, si è avuta oggi in forma ufficiale una dichiarazione della direzione dell'azienda. Il nuovo direttore della Beloit Italia, Mr. Verner Johnson e altri dirigenti, assistiti dall'Anima, si sono recati in prefettura e hanno avuto un colloquio col prefetto dott. Caso, che era appena ritornato da Roma. Al termine del colloquio è stato rilasciato un comunicato nel quale si afferma: « Mr. Johnson ha innanzi tutto te- i n n . è o . - nuto a smentire le voci poste in circolazione secondo le quali i licenziamenti in corso di parte del personale della Beloit preluderebbero ad una trasformazione dell'attività della fabbrica o addirittura ad uno smantellamento della stessa. Egli ha tenuto a ricordare che grazie all'attività dei dirigenti e del personale della Beloit Italia è stato possibile affermarsi in un interessante mercato internazionale, quale quello dell'industria cartaria. « Ovviamente — ha soggiunto Mr. Johnson — non si può prescindere dalle considerazioni imposte dal momento congiunturale che investe larghe iiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiitiiiiiiii zone di attività. E' necessario pertanto stare al passo con lo sviluppo tecnologico che impone adeguate misure strutturali e contenute revisioni degli organici per conservare una soddisfacente posizione competitiva * Poiché si teme che la Beloit di Pinerolo possa essere trasferita in Spaglia, deve i salari più bassi potrebbero consentire minori costi di produzione, il signor Johnson, relativamente agli investimenti fatti dal gruppo Beloit in Spagna, ha dichiarato i che gli impianti spagnoli contribuiranno al rafforzamento della produzione italiana della Beloit, e che è prevedibile in conseguenza una successiva futura normalizzazione di tutto il settore produttivo ». « Il Prefetto — conclude il comunicato — ha preso atto con soddisfazione della dichiarazioni di Mr. Johnson e si è detto lieto di poter cosi tranquillizzare quanti sono interessati allo sviluppo degli avvenimenti e di poter corrispondere in tal modo alla viva attesa di tutte le personalità che hanno seguito le vicende con upgdsdlpdrnissI !assiduo interesse». Queste dichiarazioni confermano quelle già fatte dal ca-\ po del personale della Beloit j nei giorni scorsi, e vogliono autorevolmente eliminare un aspetto — forse il più preoccupante — della vertenza in corso, assicurando che la Beloit di Pinerolo non viene trasferita, non sarà smantellata | e la lavorazione non sarà declassata. Erano questi i timori che avevano aggravato la situazione, determinando, dopo lo sciopero iniziale proclamato alla fine di dicembre, la occupazione degli stabilimenti. La vertenza ha però un altro aspetto, quello sindacale e umano dei 300 licenziamenti chiesti dall'azienda. Il comu- I nicato emanato non vi fa al- cun accenno, anche perché è lun tema che deve essere trattato fra l'Amma e i sindacati. I Su questo punto l'atteggiaIntento della Beloit è ancora | fermo: la. direzione dell'azien\da è disposta ad aprire trattative, a condizione che cessi l'occupazione della fabbrica. E' stato chiesto il licenziamento di 100 impiegati, e si sa che questo numero può dinttnuireja 80, forse a 60. Inoltre 200 operai dovrebbero lasciare il lavoro e verrebbero collocati in cassa di integrazione a « ore zero». Questi 200 operai percepirebbero perciò il 66 per cento del salario di 1,0 ore settimanali per un periodo di tre mesi, prorogabile però a cinque o sei mesi, al cui termine [l'azienda spera di poterne rias- i sumere almeno una parte. Queste condizioni sono state comunicate ai sindacati che le stanno esaminando. La Cisal, il sindacato indipendente azien- J dale, che rappresenta circa |l'80 per cento dei dipendenti ideila Beloit, ha comunicato al 'prefetto che si riserva di dare una risposta dopo avere interpellato le commissioni interne, gli operai e i propri organi dirigenti sindacali. Se i sindacati riterranno soddisfacenti le assicurazioni della Beloit sull'avvenire dell'azienda, e decideranno di porre termine all'occupazione degli stabilimenti, la procedura potrebbe rientrare nella normalità, con l'inizio di trattative per ridurre al minimo i licenziamenti. In caso contrario la vertenza assumerà aspetti più gravi e di difficile soluzione. Comunque domani alle 18, indetta dalla Cisl, UH e Cgil, si svolgerà presso la sede della Cisl di Pinerolo un'assemblea straordinaria di tutte le rappresentanze sindacali dei metalmeccanici della zona. Ver ranno esaminate tutte le iniziative possibili a favore degli operai della Beloit. I 600 operai asserragliati nella fabbrica principale e nella fonderia, hanno la solidarietà della popolazione pinerolese. II sindaco, maestro Aurelio Bernardi, eletto ieri sera, ha compiuto stamane il suo pri mo atto ufficiale recandosi da vanti agli stabilimenti per manifestare anche a nome del consiglio comunale l'appoggio agli occupanti. In Pinerolo vengono intanto raccolti quat trini e altri aiuti per gli ope rai della Beloit. La vertenza avrà inoltre uno sviluppo a Roma. Il ministro dell'Industria on. Medici rice vera domani a mezzogiorno i sindaco di Pinerolo accompa gnato da esperti, i rappresen tanti sindacali e i parlamentari che si sono occupati della crisi: il sottosegretario onorevole Donat Cattin, e gli onorevoli Coppo, Borra, Mussa Ivaldi, Poet e Sulotto. Nel convegno sarà esaminato il caso della Beloit dal punto di vista tecnico e politico, trattandosi del caso particolare di una azienda italiana con capitale straniero, e la cui direzione generale ha sede all'estero. e. d.