Dirigenti della Beloit americana e di Zurigo a Torino per la crisi della sede di Pinerolo occupata dagli operai

Dirigenti della Beloit americana e di Zurigo a Torino per la crisi della sede di Pinerolo occupata dagli operai Dirigenti della Beloit americana e di Zurigo a Torino per la crisi della sede di Pinerolo occupata dagli operai Si sono incontrati ieri sera con i colleghi italiani - Oggi verranno comunicati i risultati dei colloqui - Com'è noto le maestranze presidiano da due giorni lo stabilimento in segno di protesta contro i 300 licenziamenti previsti dalla direzione - La popolazione è solidale con i 1036 dipendenti - Lunedì i negozi chiuderanno per un'ora (Dal nostro inviato speciale) Pinerolo, 8 gennaio. I due stabilimenti della Beloit Italia, la « Sede ) e le « Fonderie », sono da ieri occupati dalle maestranze, in segno di protesta contro i 300 licenziamenti previsti dalla direzione dell'azienda. La situazione è delicata: trecento fa- miglie rischiano di restare senza salario nel cuore dell'inverno, la crisi appesantisce anche la situazione di altre aziende pinerolesi gettando nella città e nei paesi vicini un profondo senso di preoccupazione. I sindacati si trovano a trattare con dirigenti lontani, che forse non conoscono bene la situazione italiana: infatti la Beloit ha sede nel Wisconsin, Stati Uniti, e le decisioni relative agli stabilimenti europei dipendono dalla direzione di Zurigo. Appunto da Zurigo sono giunti oggi a Torino alcuni dirigenti che vengono a esaminare la situazione. In serata è pure arrivato, dagli Stati Uniti, un dirigente della sede americana. Pinerolo è solidale con i 1036 dipendenti della Beloit: nella vertenza è intervenuto anche il sindaco avv. Bona; 1 commercianti hanno deciso di chiudere lunedi dalle ore 15 {alle 16 i negozi, in segno di solidarietà; nelle vie della città sono affissi numerosi manifesti che chiedono una soluzione favorevole alle maestranze. Mentre ci avviamo verso gli stabilimenti occupati vediamo una lunga colonna di donne, un centinaio, che sfila ordinatamente e in silenzio per le strade, seguendo un cartello su cui è scritto: «Le colleghe di lavoro solidarizzano con gli occupanti della Beloit ». La lunga cancellata dello stabilimento principale dell'azienda separa due schiere di folla: nell'interno sono gli operai che presidiano la fabbrica, fuori sono mogli, .'.gli, altri parenti, amici che si trattengono con gli occupanti. Attraverso all'inferriata si svolgono sottovoce i colloqui, si trasmettono pacchi di cibarie, involti di biancheria, coperte, pastrani per il bivacco notturno. Un operaio dall'interno restituisce alla moglie una borsa che probabilmente, ave va contenuto delle cibarie. In terviene un altro operaio e dice: «Bisogna far controlla re la borsa nella portineria y. Tutto quello che esce dallo stabilimento viene attentamente controllato, con una pignoleria militare. Sono organizzati con piglio militare anche i picchetti notturni che vigilano nell'interno e lungo il perimetro dello stabilimento; e appositi ordini di servizio stabiliscono 1 turni delle squadre addette alla pulizia. « Lo stabilimento — dicono i componenti del comitato di occupazione — era pulito quando l'abbiamo presidiato e lo restituiremo pulito ed efficiente. I servizi di pulizia funzionano come sotto la naja y. Un grande cartello affisso nel cortile principale e visibile dalla strada funziona da calendario. Vi è scritto: «Per difendere il diritto al lavoro: 2J giorno di occupazione ». Vari manifesti rivolgono un appello ai lontani dirigenti che risiedono nella città americana di Beloit, con la quale Pinerolo celebrò il gemellaggio: « Gemellaggio Beloit - Pinerolo — dice uno del cartelli — Uno dei gemelli sta morendo. Vogliamo salvarlo? ». «Americani, dove è lo spirito di Lincoln t » chiede un altro manifesto. Una parte dei dipendenti della Beloit sono stati esonerati, dagli scioperanti, dal partecipare all'occupazione: donne, anziani, invalidi. Sono pure esentate squadre di giovani incaricati di fare la spola fra lo stabilimento e le famiglie degli occupanti che abitano nelle borgate lontane e nelle valli alpine: essi vanno e vengono portando cibi e indumenti. La sede principale della Beloit è presidiata da 435 operai; le Fonderie da 185 dipendenti, organizzati anch'essi come quelli della Sede. Attraverso la cancellata che fronteggia la direzione dello stabilimento abbiamo avuto da membri del comitato di occupazione copia di una « lettera aperta » indi¬ rizzata dalle maestranze all'opinione pubblica. In essa, pur riconoscendo che l'attuale situazione aziendale è connessa alla crisi generale italiana e alla particolare crisi perio dica che colpisce il mercato delle macchine da carta, si afferma che la pesante minaccia dei 300 licenziamenti è tuttavia imputabile a colpevoli errori organizzativi. « L'errore più grave — afferma il documento — ò slato di non aver voluto esaminare le particolari condizioni del mercato del lavoro esistenti in Italia. Mentre negli Stati Uniti i licenziamenti provocati da temporanee crisi di mercato sono un fenomeno che non crea problemi particolari in quanto le maestranze vengono immediatamente riassorbite dalla grande disponibilità di posti di lavoro, tale favorevole situazione non esiste in Italia dove l'improvviso licenziamento espone a gravi difficoltà economiche intere famiglie, e in modo particolare nell'at tuale periodo di crisi generale y. Il documento respinge la presa di posizione della direzione dell'azienda che scaricherebbe esclusivamente sulle maestranze il danno derivante da errori di cui le maestranze non sono responsabili, e afferma che una possibile soluzione dovrebbe accollare alla direzione la sua parte di responsabilità. « J?t tal senso — conclude il foglio — era stata fatta la proposta tendente a favorire eventuali dimissioni volontarie con la concessione di una indennità straordinaria, ma la proposta è stata respinta». L'on. Borra e il segretario della Cisl Genlsio sono stati ricevuti alle 15 di oggi dal prefetto di Torino, dottor Caso. In seguito il prefetto e l'on. Borra si sono incontrati coi dirigenti della Beloit. In serata all'hotel Principi di Piemonte 1 dirigenti della Beloit Italia hanno avuto un colloquio coi dirigenti della Beloit di Zurigo e con un esponente giunto appositamente dalla sede degli Stati Uniti d'America. Soltanto domani renderanno noti i risultati dell'incontro durante una conferenza stampa. Ettore Doglio ! i l è e I familiari parlano attraverso la cancellata con i dipendenti della «Beloit» che occupano lo stabilimento (Dl t iit il) ili ihi di tdi l lidi li U d tll ffi

Persone citate: Caso, Ettore Doglio