Minacciati dalla silicosi e con paghe troppo basse i minatori della Val Chisone abbandonano il paese

Minacciati dalla silicosi e con paghe troppo basse i minatori della Val Chisone abbandonano il paese Emo sciopero **ei possi e nelle raffinerie della. "Talcografite,, Minacciati dalla silicosi e con paghe troppo basse i minatori della Val Chisone abbandonano il paese Totale l'astensione dal lavoro - Nessun incidente • La protesta è durata 24 ore - A metà gennaio un nuovo incontro con gli industriali - Gli operai guadagnano in media 60.000 lire il mese - Chiedono un aumento del 25 % sulla retribuzione base (Dal nostro inviato sp: 'ale) Perosa Argentina, 20 dicembre. Astensione totale dal lavoro oggi nelle otto miniere della società Talcograftte Val Qh\sqne. Lo sciopero, proclamato dalle organizzazioni sindacali centrali per protesta contro il mancato accordo nelle trattative per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, ha avuto una partecipazione integrale e uno svolgiménto^ regolarissimo e sereno. Questa mattina alle sette non uno degli ottocentocinquanta minatori dipendenti si è presentato al lavoro nelle otto miniere della società — Gianna, Fontane, Maniglia, Envie, aitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiitiiiiiiiiiiiiii . e l a o . n a o , Sappatlè, Paola, Quota 11)00 e Quota 1500 — e nelle raffinerie di minerale San Sebastiano e Malanaggio. In tutta la giornata nessun incidente ha turbato la manifestazione, che à risultata una prova di sensibilità democratica, di disciplina e di compattezza morale. Base della vertenza è un profondo dissenso che trova in posizioni antitetiche i rappresentanti dei minatori e dei datori di lavoro sul nuovo contratto nazionale. Esso è scaduto il SO novembre scorso, dopo due anni di validità. La prima riunione fra le parti per il suo rinnovo avvenne VII corrente a Roma, ma do¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiitiiii po due giorni di discussioni non fu possibile colmare la notevole disparità fra richieste sindacali e, offerte imprenditoriali, e le trattative vennero rotte. Lo sciopero di oggi ne è una conseguenza. « Come possiamo vivere, in quattro persone, con meno di sessantamila lire il meset » ci diceva oggi un minatore. Ci ha presentato l'ultima bustapaga, quella di novèmbre. < Faccio il lavoro di minatore, ma l'azienda mi classifica manovale specializzato, e quindi mi dà una paga inferiore. E come me è quasi tutta la maestranza. Ventisei giornate lavorative, quarantacinque ore iiiiiiiiiitiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiittiiiiiKi settimanali. Nella busta ho trovato quarantaquattromila lire; quindicimila le avevo prese come acconto; totale cinquantanovemila lire. Siamo in quattro persone a -mangia*re ,e vestirci, e tutto il resto. E io faccio un lavoro durissimo, tutto il giorno in miniera, a respirare l'impalpabile e perniciosa polvere di talco che si deposita nei polmoni, e prima o poi mi darà la silicosi. Quando poi avrò la silicosi mi metteranno a lavorare all'esterno, ma guadagnerò di meno, e comunque respirerò sempre meno, finché arriverà la conclusione che tutti sappiamo ». Questa è la situazione dei lavoratori delle miniere pinerolesi. Ed è quella che provoca l'esodo verso altre miniere, a Cogne per esempio, dove essi ricevono un trattamento di minatori e non di manovali specializzati. L'agitazione attuale, in campo nazionale, è stata preceduta l'estate scorsa da una vertenza locale che tenne chiù se le miniere della Val Chisone per cinquantasette giorni. Dopo tale periodo di totale astensione dal lavoro fu finalmente raggiunto l'accordo fra le commissioni interne e là direzione dell'azienda, mediante il quale ai dipendenti furono corrisposte 1,0.000 lire come premio generale di produzione, 10 mila agli addetti alle miniere e stabilimenti di macinazione a transazione della vertenza e quale indennità dei danni sof- ferti per lo sciopero; 48 mila agli addetti alle miniere quale superincentivo di. produzione e altrettante agli addetti agli stabilimenti di macinazione. Successivamente si ebbe la riduzione dell'orario settimanale da 48 ore a 45 a cominciare dal 1° dicembre, restando inteso che esso sarebbe stato ulteriormente ridotto a 40 dal 1° gen- iiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiii o a o e o *. , i a , i , i a ù i. e a e o 0 e e e nato del '64, sempre a parità di paga. Per il nuovo contratto nazionale i lavoratori presentarono le seguenti richieste: aumento del SS -per- cento della paga base; incasellamento delle qualifiche e inquadramento delle mansioni, in modo che chi fa il minatore riceva la paga di minatore e non quella di manovale; orario di 40 ore settimanali con inizio dal '63, invece che dal '64, sia per gli addetti alle gallerie che per quelli occupati all'esterno; aumento dell'indennità di sotto suolo da 141 a 450 lire; isti tu zione di scatti biennali «Fan zianità non previsti dal contratto scaduto; aumento degli scatti-ferie (due giorni di ferie in più; attualmente esse vanno da un minimo di 12 a un massimo di 18 giorni, secondo fanzianità); mettere a totale carico dell'azienda le spese di trasporto dal domicilio alla miniera, mentre per ora sono a metà. Le parti, come si è detto, si riunirono a Roma VII corrente. I lavoratori si sentirono offrire, in tutto e per tutto, un aumento del 4,5 per cento sulla paga base. 1 datori di lavoro spiegarono che la riduzione dell'orario settimanale a 40 ore comportava per loro un aggravio pari al sedici per cento Offrendo un aumento vivo del 4,5 per cento essi in pratica concedevano un aumento del 20,5 per cento. I lavoratori non - s« «e convinsero, e il 13, dopo a e e a l o - due giorni di offerte e controfferte, risultò inutile, almeno per il momento, discutere an cora. Le trattative furono interrotte. Oggi si è avuta questa prima giornata di sciopero. Nella seconda decade di gennaio è previsto un nuovo incontro. Se le trattative falliranno, si farà ricorso a scio peri a scacchiera. g# f > iiiiiiiiiiiiiiiiiiiinitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Fontane, Quota

Luoghi citati: Cogne, Envie, Perosa Argentina, Roma