Gli operai del Valle di Susa entrano nel quinto mese di vertenza sindacale

Gli operai del Valle di Susa entrano nel quinto mese di vertenza sindacale Le conseguenze per le famiglie dei lavoratori a Susa Gli operai del Valle di Susa entrano nel quinto mese di vertenza sindacale Il manovale che ha scritto a "Specchio dei tempi» : guadagnava 35 mila lire al mese, a novembre e dicembre ne ha percepite 18 e 19 mila - L'operaia con due figli: il mese scorso ha ricevuto 23 mila lire GII operai del Cotonificio Valle Susa sono entrati noi quinto mese di agitazione. E' la vertenza sindacale più lunga e più grave degli ultimi anni. Una parto dei 9500 lavoratori da settembre ad oggi hanno già effettuato oltre un mese e mezzo di sciopero. In una relazione economica riguardante I comuni tra Avlgliana e Susa (dove sorgono 1 cotonifici di Borgone, S. Antonino e Susa o dove si è avuta ancho l'agitazione, ora conclusa, della Magnadync di S. Antonino) si legge: « I 4100 operai della zona negli ultimi quattro mesi hanno perso oltre 200 milioni di salari. Su una popolazione di circa 9 mila abitanti del comuni di Borgone, S. Antonino, Vale, Villarfocchlardo e S. Didero nel mese di novembre vi sono stati protesti cambiari per 5 milioni, saliti a 9 milioni e mezzo in dicembre. Al 20 gennaio si è già raggiunta la cifra di 7 milioni. L'ammontare medio dei protesti prima degli scioperi si aggirava sulle 600-600 mila lire mensili ». Queste poche cifre traducono in termini statistici la difficile situazione di molte famiglie coinvolte nell'aspra vertenza del «Vallo Susa» (lo sciopero riguarda però anche altre zone come Pianezza, Collegno, Lanzo, Mathl, Rivarolo, S. Giorgio, Strambino ecc.). Nella relazione abbiamo persino trovato una nota di questo genere: «La clientela delle osterie è quasi completamente sfumata; resistono solo I pensionati » - Su « Specchio del tempi » è apparsa domenica la lettera dell'operaio Giovanni Piras, « manovale comune » del Cotonificio Valle Susa di S. Antonino dove sono già stati effettuati 36 giorni di sciopero. Ieri ci siamo recati a trovarlo. « In periodo normale — ha detto — guadagnavo Si-SS mila lire al mese. In novembre ho portato a casa 18 mila lire e in dicembre 19 mila. Due mesi fa mi è nata una bimba e alla fine di dicembre mi è morta la moglie ». La piccola Clara è ora affidata alle cure della suocera. Il giovane Piras ci ha raccontato la sua storia di Immigrato, giunto dalla Sardegna ricco di speranze piombato ora « nel momento più drammatico della sua vita». Nelle due camerette, In corso Francia 9 a Susa, sono rimasti i pimnscbrs«nnstdvgdradpimmnlggpnuqrtqlscontbgcapCinpcl5d6lcnlgcmd pochi mobili delia cucina avuti in prestito dalla suocera e la camera da letto « che ho quasi finito di pagare perché lavoravamo sia lo che mia moglie ». Ora però ci sono quasi 90 mila lire^di debiti «per la malattia e II funerale ». Per dare un volto ed una misura umana alle statistiche sulla « situazione economica della zona » abbiamo compiuto un giro noi paesi. A Chiusa S. Michele ci siamo Imbattuti in una immigrata calabrese, « operaia comune » del Valle di Susa, che sta allevando da sola, con grande coraggio ed abnegazione, due bambini di 9 e 7 anni. Il bilancio in periodo normale era di 37 mila lire al mese (28 mila di paga e 9 mila di assegni) che dovevano bastare per l'affitto (3600 lire al mese), il gas e la luco (circa 2 mlln al mese), la legna per la stufa (5 mila al mese nel periodo Invernale), 11 pullman per andare al lavoro (1600 lire al mese). Rimangono 25 mila lire per li vitto e gli abiti: « Per i bambini — ha proseguito — mi aiuta il patronato scolastico. Ho trovato anche una brava donna che li sorveglia quando io sono in fabbrica. La ricompenso in primavera e d'estate lavorando per lei nei campi ». Ora con gli scioperi la paga di questa donna è scesa a 23 mila lire (14 di retribuzione e 9 di assegni). «Ha debiti?» abbiamo chiesto. Ha risposto chinando gli occhi: «Tolte le spese fisse, me ne restano 11 mila per mangiare tutto il mese con i miei due bambini ». . Ecco i conti di un'altra famiglia che ha tre dei sette figli in collegio, vivono In due camerette a Chiusa S. Michele. < Sono un piemontese, operaio comune del Cvs di S. Antonino, — ci ha detto il capofamiglia. — La mia paga normale è di 36 mila lire al mese più 31 mila lire di assegni. Ora, con gli scioperi, è scesa a 20 mila lire più 31 mila di assegni. Con 51 mila lire devo pagare: 4 mila di affìtto, 3 mila di gas e luce, 6 mila di legna nei mesi invernali, 25 mila lire per i tre bambini che sono in collegio. Nei periodi normali mi restano 38-39 mila lire per mangiare con la moglie ed i quattro figli che ho a casa. Ora però sono soltanto SS mila lire mensili. Ho dei debiti: devo quasi 30 mila lire ai nego¬ zosiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii zianti e SS mila lire per la legna ». A Villarfocchiardo abbiamo visitato la casa di un « opera.o di prima categoria » del Cvs. Non paga l'affitto perché abita nella casa colonica di proprietà dei vecchi genitori pensionati. E' sposato con due figli. Anche la moglie lavora nel Cvs Insieme « portano a casa » 68-70 mila lire al mese. Ora, poiché entrambi sono in sciopero, guadagnano 40-42 mila lire al mese. < Sono sfumato le 70 mila lire che eravamo riusciti a risparmiare con grandi sacrifici. Se continua così dovrò fare dei debiti o far interrompere la scuola alla bambina che frequenta la prima media a 3. Antonino ».

Persone citate: Didero, Giovanni Piras, Piras

Luoghi citati: Borgone, Collegno, Lanzo, Pianezza, Rivarolo, Sardegna, Susa