La morte di Re Carlo di Romania

La morte di Re Carlo di Romania La morte di Re Carlo di Romania La vita e l'opera del Sovrano - Le possibili conseguenze della sua scomparsa Ottenuta nel febbraio 1866 dai cospiratori minteli la abdicazione di Alessandro Giovanni I, principe dei Rumeni, la corona di Rumania fu offerta a Filippo di Fiandra, fratello del Re dei Belgi ^ che rifiutò. Malgrado le minaccie dell'Austria, che stava per cominciar da gtrarrà colila Prussia, e quelle della Turchia, che sembrava voler invadere i principali, Carlo di Hohenzol'lera-Sigmaringen, pai-ente di Guglielmo I e figlio dii, un ministro prussiano liberaJle, accettò ih qualità di principe costituzionale la corona offertagli, ed entrava ai 22 maggio 1866 nel paese, 'in cui doveva regnare 48 anni di florido regno. Carlo Eitel Federico Zefirino di Hoheuzoliern-Signiaringen, re di Rumenia, 'ra nato a Sigmaringen nel 1839, secondo figlio deK principe Carlo Antonio di Hohenzol lerh e della principessa Giuseppina di Baviera, figlia adottiva di Napoleone I. Fu educato a Dresda, 1850-1856, e fece gli studi universitari a Bonn. Dall'atlante alla corona Nel 1859 entrò nell'esercito prussiano, ed egli era capo-squadrone del secondo reggimento dei dragoni della guardia prussiane, allorché apprese dai giornali di Berlino che il Governo di Bucarest ed il colonnello Cou za, che teneva, la reggenza» in qualità di Principe regnante della Moldavia e della Valacchia, avevano sottoposto al plebiscito popolare l'elezione dj. lui a Principe di Ru menia. A tale offerta — così ha raccontato più tardi Carmen Sylva, ora inconsolabile della morte del suo fedele sposo — il giovane Principe aprì un atlante, prese una matita e, avendo constatato che la linea trac ciata tra Londra e Bombay passava per il principato che lo' chiamava al trono, accettò la corona dicendo : i< Questo è un paese d'avvenire ! ». E con balda risolutezza, Carlo di Hohenzollem-Sigmaringen, il 22 maggio 1866, en trava come Principe costituzionale di Rumenta nella città di Bucarest. L'impr8sa pnn era lieve. A malgrado delle simpatie della Francia e la tolleranza segreta della Prussia, su cui egli poteva contare, il giovane Principe giocava una grossa partita accogliendo in quel momento, contro la volontà della Turchia, della Russia e dell'Austria, e un po' contro la volontà dalla propria fa miglia, attraverso mille ostacoli, forse al prezzo della sua libertà e della sua vita, l'appello della risorta nuzione rumena. Ma il giovane Hohenzollern portava seco il tributo prezioso di ùn gran nome, di qualità militari distinte, di una energia in stajopabl'le, di un alto senso dei propria doveri, di una religiosità e moralità privata intemerate e di quella tenace pazienza indispensabile a reggersi fra le fazioni incettanti e turbolente, e dominarle. Modestamente, nel maggio 1866, egli, all'apertura dal le Camere non offriva altro 'che « ùtn cuor leale, intenzioni rette, urta forte volontà di fare il bene, un'illimitata devozione verso la nuova patria, e quell'invincibile rispetto alle leggi che egli aveva appreso dali'esem pio dei suoi ». Uno di coloro che più sincaramente saiutarono il' nuovo regno, Stdrbein, scriveva ad uno dei suoi figliuoli: i< Bisogna che gli uomini "oh* ai sentono qualche valore sostengono il governo dal Principe Carol come ultima ànopea di saivezsa,,.a u wui iuiju nt/uiuuiv mutili, vjaui/ui iiuiicil" zollem entrò nel suo regno nel maggio del c. CIl bel palazzo reale, dove risiede ora la ' Corte, non esisteva allora. Quando, al „ri- bmo ingresso nella sua capitale, i personaggi fche lo accompagnavano fecero fermare la lcarrozza dinanzi a una modestissima casa ]ad un piano dicendo: «Eccoci arrivati al lIn verità, il compito di restauratesi», di j*tprinnovamento che al giovane. Sovrano incombeva, non era fa Ale: tutto era da fare e da organizzare in una nazione che usciva appena allora dal limbo di un passato dolorosissimo. Egli si mise all'opera con tutta la sua intelligenza ed 11 suo cuore. « Sono venuto qui a creare un avvenire — disse ancora all'indomani del suo arrivo in Rumenia — e non per fare di un passato, che non conosco, che non voglio conoscere, il perno della mia ..attività »... In 2.a classe, malvestito E' curioso ricordare come Carlo di Hohen- emds•ndcaNd1866. spalazzo», il principe Carlo di Hohenzollern,. istintivamente, volse lo sguardo" dall'altra parte., .cercando il palazzo. Con tutto questo, però, poteva rallegrarsi di esservi arrivato, e di essere riuscito a sfuggire alla polizia austriaca che lo avrebbe arrestato al suo passaggio sul territorio dell'Impero, s'egli fosse stato riconosciuto. Le Potenze non avevano riconosciuto l'elezione di lui, e l'Austria, era decisa ad opporsi risolutamente a che l'Hohenzollern diventasse principe di Rumenia. Ma, per andare a Bucarest, e per non fare un lungo e interminabile viaggio per mare che presentava ancora maggiori difficoltà^ bisognava per forza passare attraverso il territorio austriaco. Insieme a Giovanni Brattano — il padre dell'attuale capo del partito liberale, che gli aveva portato la offerta della corona — attraversò l'Austria ; e u Bàsiasch salì sul battello — austriaco, ben inteso — che doveva condurlo a Turti Severin, in Rumenia. Re Carlo pdqc«cpdApunitsdmn8fsto in un gruppo di passeggeri di tutte le nazionalità possibili ; e fu in mezzo a quella compagnia, fra i sacchi e le casse di mercanzia, che egli scrisse una lunga lettera all'imperatore Francesco Giuseppe, per assicurarlo che aveva accettato la corona rumena senza alcuna intenzione ostile contro l'Austria. Scivolando sulle scale naFcSnbzpRvestito apposta'malaménte, aveva acquista- sto un biglietti, di seconda classe, e prese po- 7rtn in A't r,,.«»»M-i At dli 25 agosto 1869, in occasione del messag-!cio inauguraie del Corpo legislativo,,11 aprincipe esprimeva ai rappresentanti della sNazione il suo desiderio di recarsi a rivede- ,rcompiuto della sua elezione al Principato. Fu durante questo viiaggio che ebbero luogo il fidanzamento e il matrimonio del principe Carlo di Rumenia con la principessa Elisabetta di Wied, la dolce regina letterata e sgpoetessa che tutti conoscono sotto il nomeI (di «Carmen Sylva». jR11 Kronprinz di Prussia, Amico personale'tdel principe, si eia incaricato dei primi ap-'sprocci con la famiglia dei principi Wied e'ddurante un colloquio, che ebbe luogo a Ba-!cden-Baden il 23 settembre 1869, il Kronprinz tconsigliò vivamente il giovane sovrano di mRumenia ad abbandonare ogni altro par- ptato che gli fosse stato propoeto per pensare I soltanto alla principessa Elisabetta. Egli'sl'aveva conosciuta a Boriino nel febbraio [ pdel 1861. I biografi dd uCanwo Syiwa» hanno raccontato, a proposito dal primo incontro, che ad un bdÈo di corte «Uà oodd» mà mitwfr* Ortt, e sta V cre " , , . ■ . , . ., _ castell° * Monrepos. e fu seguita da un de- Cln il ra- £.11» h nr> ri n 1 nnoln lei ni«momAcpn \mn W$*-. della «danzata espresse in un bnndisi caloroBo i suoi voti fervidi per la felicita del paese che stava per diventare la P»tnMI «uà «glia. Dopo un ufficio di ]'m,0' celebrato nel Castel o e durante H q*a le Ia "f4?»^ 8 ali organo il princi avendola questi molto oavalisrescamente aiutata a rialzarsi, nacque tra i due una «simpatìa affettuosa foriera, di schietto amore. Ma pare che le cose andassero diversamente, meno romanticameinte. Non ad un oallo di Corte la graziosissiima principessa sarebbe caduta, bensì sulle scale. Di balli •infatti, non si può ragionevolmente* parlare In quell'epoca perchè la Corte di Prussia era in lutto; eppoi, Elisabetta di Wied era fin d'allora notissima come ballerina esperii salma. Sulle scale, dunque. E -non cadde, ma scivolò soltanto. Ella sarebbe caduta se ■non le fosse stato accanto il principe Cario, che appunto te porse galantemente la mano e la trattenne in tempo. Peraltro, l'incidente procurò alla giovarne principessa, oltre al primo accorgimento amoroso di quegli ohe "doveva diventare suo sposo, un amabile ammonimento paterno. li principe Ermanno di Wied scrisse infatti alla figlia lontana': «Tu stai facendo il tuo noviziato, mia cara, nell'alta società, dove non si perdonano nemmeno le più piccole mancanze. A Corte bisogna saper regolare il proprio passo per non perdere l'equilibrio e non cadere sulle scale... ». Matrimonio d'amore Accettato il consiglio del Kronprinz di Prussia, di' non pensare ad altre che ad Elisabetta di Wied, il principe Carlo s'incontrò a Colonia oon la principessa Elisabetta e con la. madre di lei, il 12 ottobre del 1869. Il principe, •accompagnato dal suo agente diplomatico a Parigi signor Strat, giungendo a Colonia la mattina di quel giorno, alloggiò nello stesso albergo in cui si trovavano le principesse di Wied. Come per caso, egli s'incontrò con esse nel giardino dell'« hotel » ove passeggiavano, e con esse si accompagnò per breve tempo. Nel pomeriggilo dello stesso giorno Carlo di Hohenzollern, principe di Romeinia, chiedeva la mano di Elisabetta. Si narra che, apprendendo la cosa, la giovane principessa, ancor memore del piccolo incidente delle scale e della forte mano che l'aveva prontamente sorretta, esciamasse alla madre: — D'i già?!..* .. Ma in verità, al suo cuore innamorato, la domanda del principe non doveva sembrare ^.tempestiva La breve conversazione nel giardino dell'« hotel » non era stata che l'epilogo ufficiale, di prammatica, dell'amicizia preesistente fra i due giovani, della loro j**^ ^f™™ «jg*1^ Di gusti semplici, di scarsa ambizione, tutta infervorata di bene, la principessa si preparò alle nozze col proposito fermo, di essere più che la sposa del futuro Re di Rumenia: élla si lasciò subito sedurre daUJidea dell'assistenza che avrebbe potuto prestare al suo augusto signore, per aiutarlo, •nei limiti delia sua posizione e nella misura dei suoi mezzi, a far prosperare quella piccola patria nuova a cui intendeva votare anch'essa tutta la propria esistenza Il 16 ottobre il principe Carlo giungeva a Neuwied per la celebrazione ufficiale Mei fidanzamento. La cerimonia ebbe luogo nel sinare alla fine del quale la principessa Ma- rqPvricpgecslaScCTtltepcEtvfCcpadvatszvs•tsrt■pe Carlo le diceva: — Avrai un bel compito da eseguire; il tuo ufficio sarà di consolare quando io dovrò mostrarmi severo, d'intercedere presso di me a nome di tutti... . E quello stesso giorno egli scriveva nel « diario » della principessa : « L'amore è ricompensato dall'amore. Vieni davanti al tuo popolo con lo stesso cuore, con la stessa fiducia, con cui sei venuta dinnanzi a me. Allora, non un solo cuore batterà fedele per te, ma saranno milioni di cuori ohe si uniranno al tuo. Io mi riterrò felice perchè non apparterrai soltanto a me: un popolo intiero ha dei diritti su di te, un popolo intiero ti guarda' con fiducia e speranza. Esso ricompenserà il tuo amore uon l'amore ». Questo matrimonio nacque cWi all'infuori delle solite combinazioni di Stato, in unat. mosfera di sincera affezione e di m-ofonri«. niosfe d ni sincera affezione e di piofonda 8.""pa*!a«,faln.!r...L a,tt0 ™!tr!™0n.,ale.*U bv- cfu data agli sposi in una delle sale del ca¬ j inlrnnl inviati stran,riin«rr Wr^i Hi alcun, inviati straoidinaii dei Sovrani di Francia e di Russia. Le feste nuzia i si chiusero con un «tran ballo offerto dal mn S^dS«Srt^^TO«lS^ nicipio ai .\euwiea, ia none aei ib novem- bre: il 18, t giovani sposi, ch'erano impa- zieiitemente attesi a Bucarest, partivano per la via di Vienna alla volta del loro R IT accoglienze di Bucarest ai suoi nrin H=_e,.a!C!gU?"le_5., B"Ca"!* a\ SUM pnn W stello trasformata in cappella alla presen- 7f A"gufl e. del s"° »**mt°l dei membri delle due famiglie ed anche di !ciPi furono trionfali. La città, che pon era n all(>ra così eleSante 6 sontuosa com'è oggi,' sj ves.ti tutta. a 'està, e la principessa ne ,r,iP°5'Ì>...tf1t1™P!eSf.Ì.°nf _C]1:e'..S?r!v6Ildo ^'lseguano la mia bara ». La guerra colla Turchia L'opera principale del nuovo regno fu la guerra contro i Turchi, e l'ito dipendenza I (1877-78), a cui seguì la proclamazione del m jRegno di Rumenia La Russia aveva susci- p'tato fin dal 1876 la ribellione dei fratelli z'slavi della penisola balcanica. Sul principio e'del 1877 si venne alle armi. La Rumenia V-!conchiuse una convenzione militare pel z transito degli eserciti russi, e, immediata-pi mente dopo, il 22 maggio 1877, le Camere - proclamarono l'indipendenza, I Erano già arriva/ti i Russi i quali non i'si dimostravano molto benevoli verso la poo [ polajàone, e trattavano le autorità ecc. un » ta certo dtepresM A Bucarest l'astrata dei reggimenti impanali avvenne senza neoeuna diniostwsHme d'entusiasmo: motti Somma» de» |pctvne« rumeno venne sdegnosametnie rifiutato. Ma quando il comandante di Plevna, OsmanPascià, sconfisse le forze russe, scacciandole verso il Danubio, il Granduca Nicolò, generalissimo, fratello dello Zar Alessandro II, inviò al Principe Caral un telegramma in cui domandava, riconoscendo l'imminente pericolo, la partecipazione dei Rumeni alla guerra, e gli offriva il coniando dei due eserciti sotto Plevna. Il Principe Carlo accettò : le sue Hfruppe diedero a Grivhtza una splendida proVa del loro valore. Dopo un lungo assedio Osman Pascià si arrendeva al colonnello rumeno Gerchez. La Russia negoziò da sola, il trattato di Santo Stefano, che creava la Grande Bulgaria e prendeva alla Rumenia alleata, dopo tanti sacrifici, e tanto prezioso contributo di sangue, la Bessarabia, offrendo in cambio la Dobrugia, antica eredità di Mucca, Invano la Rumenia protestò davanti al Congresso di Berlino, che doveva rifare il Trattato. La Rumenia non cedette il territorio che le si rapiva e si limitò a ritirare l'amministrazione e le truppe. La Dobrugia venne occupata militarmente.' Finalmente il riconoscimento dell'indipendenza rumena fu fatto dipendere dalla condizione di naturalizzare i 500 mila Ebrei di provenienza galiziana e di lingua tedésca che da un mezzo secolo avevano dinvaso la Moldavia. Il 26 marzo 1881, Carol I fu proclamato Re di Rumenia. Re puntuale Della persona di re Carlo, dei suoi tratti Caratteristici, della sua semplice affabilità con tutti, della sua. operosità instancabile per gli affari dello Stato, ha scritto tra gli altri Vico Mantegazza, che ebbe la fortuna di) conoscere personalmente il defunto Sovrano. Re Carlo era l'esattezza, la puntualità in persona. Una volta capitò a qualcuno di arrivare a palazzo un quarto d'ora dopo quella fissata per l'udienza; l'aiutante di campo, o ?hi per esso, dicendogli che l'ora era tra scorsa, gli consigliava di non farsi) annunziare al Sovrano, ma di mandargli una lettera di scusa, adducendo un malore improvviso che gli aveva impedito all'ultimo momento di uscin* di casa. Era il solo mezzo di cavarsela. Ma l'altro, invece di accettane il consiglio, insistette per essere ricevuto. Per quanto, naturalmente, un po' seccato il Re non fece la menoma osservazione, disposto a ricevere il ritardatario con la sua consueta affabilità. Ma questi ebbe la cattiva •ispirazione di volersi scusare e quasi di sottolineare la mancanza di riguardo, facendo dello spirito sull'ii exactitude qui est la poli tesse des roi» e non quella dei semplici mortali. Ed allora il Re, sorridendo e con una leggera punta d'ironia, gli rispose prontamente che non mettevawfcconto di preoccuparsi di tutto questo... cne la sua udienza era finita da' cinque minuti. Altre persone, difatti, erano già annunziate per essere ricevute, e il Re non voleva farle aspettare appunto per dare l'esempio della puntualità. Nel Re di Rumenia questo rispetto della puntualità non era una posa, una una necessità assoluta, date le molteplici sue occupazioni; per cui ogni mattina egli stabilitva l'impiego-della propria giornata laboriosa. Re scrupolosamente costituzionale, desiderava tutto vedere, tutto seguire, e continuamente i suoi ministri erano a lavorare con lui. « Il ministro tale e tal altro è stato Uud«cdgrpsdqilllr—mgqEtsUusCggSpnesdgredamvdtssscsisrevdnquesta mattina a lavorare con Sua Maestà Hrti Re» era la frase consacrata con H nuale ■.ti Re» era la fiase consacrata, con la quale ri giornali annunziavano i colloqui dei So- dvrano con i suoi consiglieri. E fece sem-| pre cosi, fino dai primi giorni de. suo re-!egno, quando la Rumenia non era che un umodesto principato posto sotto 1 alta « Su- czeraineté» del Sultano, senza esercito e con, ple finanze oberate. Re Carlo a Torino n %T?% IrSwS « £JL?^S£S « de' *' M'aur"M.° e Lazzaro, mandatagli m da Vittorio Emanuele II qualche settimana dopo l'ingresso di lui a Bucarest. Naturalmente, siccome l'elezione del giovane principe al trono rumeno era stata malvista dalconferimento deH'onoegli fosse stato ricono- sisfvddnmvmj Re Carlo, che era un fine e piacevolissimo ii« causeur», nel corso di un'udienza conces- tsagli, rievocò un giorno a Vico Mantegazza mche la prima, decorazione ricev.uta come re: settimana utmcp *ctut° ^ Pot,enze aveva da P^6 del Re s dqtalia, un chiaro significato politico. E j fn naturalmente motto eradlta dal Prii.ci ' naturalmente motto gradita dal Pi mei- a Pe,V11 ♦qUule Se SempT6 ,Ura U e devota ammirazione, per il Gran che av€v'a veduto in Italia quando, giovinetto si rotvò presente alla «filata deMe truppe piemontesi che ritorna- H0 .^f6 daIla 0rimea' a ^ t W « discuteva sulle sorti dell'Italia... che z VAmirini H sollecitò riflcenza prima che t jSLt* dalle Potenze , "*« n^•j1" te non esisteva ancora, e intorno a quelle di _'u^ atoo paese, il quale; almeno ufflcialmen-Z te, non esisteva neppur esso, e di cui, certo, l11 giovane Principe non immaginava allora m maritata a Bologna al Pepoli, che fu per „ parecchi anni in diplomazia ed era quindi ° z>to del defunto Re di Rumenia. Nell'epoca, anzi, in cui il Pepoli fu ambasciatore a Vienna, sembra che questi si sia valso dei propri vincoli di parentela per spingere il principe a un movimento della Rumenia |Rumenia si chiamava: i Principati Danu-,s2? « -,. |sRe Carol era stato parecchie volte, prima di salre al trono, in Italia, dove aveva an- rche dei congiunti tra le famiglie del nostro bpatriziato. Una sorella di sua madre era vgsfdsmdecontro l'Austria; movimento che noti fu fai to perchè il Principe e il suo Governo, sebbene avessero avuto da principio gravi difficoltà con l'Austria, consideravano un dovete di lealrtà, dopo gik impegni presi, di non metfomÉ contro l'Impero. Ma non era etato 11 matrimonio della zia di Re Carol col Pepolfi la prima unione fra questo ramo catr «a» *m BotHpgoflwt* femugjM» ìèmm R« Un antenato di Re Carol ebbe per moglie'0una Gonzaga; e nella galleria del castello ddi Sinaia è un quadro del Mantegna, la p«Deposizione», in cui), negli angoli della scornice, in alto, sono incastrati gli stemmi sdei Gonzaga e degli Hohenzollern Un giudizio su Re Umberto tlela«Il Re — continua a ricordare il Mante- togazza, — mentre di tutto questo si difccor- dreva, mandò a prendere — e gentilmente epoi mi donò — una splendida pubblicazione bsulla gali-aria di Sinaia, nella quale il qua- sodio del Mantegna c. riprodotto. E chi sa gquante altre parentele ignorate o perdute saggiungeva egli — abbiamo forse ancora Pin Italia! Nella mia giovinezza sono stato Plegato d'amicizia, per esempio, con un Col- Cla Ito, nome che è un po' la traduzione ita- rliana dal vecchiio idioma tedesco della pa- crola Hohenzollern. E la famiglia Collaito '— ameno quella a cui apparteneva queir a- mico mio — ha lo stemma perfettamente u- cguale al nostro. R« I sui ricordi d'Italia più recenti erano mquelli dell'epoca in cui essendo la Regina teElisabetta ammalata a Pallanza, egli si sctrattenne qualche settimana nel nostro pae- inse e fu più volte ospite del compianto Re rUmberto a Monza, «sempre cosi di buon cumore — mi dicava —, malgrado l'espres- sione severa della sua fisionomia... ». // progresso della Rumenia sotto Re Carol Bdmdtagotto il savio governo semi-secolare di Re gCarol la Rumenia ha compiuto superbi prò- trgressi, portando a mirabile unità la sua or- ganizzazione tecnica, economica e culturale, dStrade ferrate, ponti, fra cui è celebre il dponte lunghissimo ed audacissimo sul Da- Rnubio, porti sul Danubio e sul Mar Nero, nedilizi pubblici, scuole, le eccellenti univer- insita di'Jassy e Bucarest; incremento straor- Rdinario della produzione ed esportazione a- ligricola, specialmente frumentaria ; aperto- fra allo sfruttamento industriale delle vaste ne ricchissime miniere di petrolio ; sviluppo rdell'esercito, formato prima dai Russi, negli manni 1830-1840, poi riformato dalla missione fmilitare francese, ma anche mediante l'in- tivio di ufficiali rumeni a Torino, .agevolato fdalla protezione speciale del ministro Rat-i tazzi, infine consolidato dal Re — ecco i ri¬ sultati ottenuti dal lavoro della Rumenia sotto l'ottima guida del suo Sovrano in questo ultimo secolo. ^Anche la letteratura e l'arte rumena te- scero sotto il regno di Carlo I notevoli e oo- gstanti progressi. La riuova letteratura trovò sin Michele Guinescu un grande poeta; le lsue canzoni e le sue satire rimangono inar- Rrivate nella letteratura rumena. Novellisti he romanzieri di grido, come N. Gane, Gio- svanni Slarici, Barba Delavrancea trassero trdalla vita popolare copiose fonti d'ispirazio-i ini per la loro arte singolarmente rappre-| H= ^^te^entoT r^ltoeuerra1 ^europa, il suo intervento nella guerra «russo_turca dei i878 decise — come abbiamo ' detto _ de]la sconfltta mussutaaila. p0iiticam€nte, sebbene ferita nell'interesse e neiramor proprio dalla Ru89ia> la Runie_ uia volle majlt6nepsi estranea alle grandi comninaaitOTÌ diplomatiche continentali, e perfettamente neutrale. '■ Se mai, propese «ue aPte,wUdi Carpi d m€ttono di scendere ir matt„4fl/.OTOan.t* facrvpdRpLa Rumenia è sempre stata, dal Cungres- fso di Berlino in poi, un elemento di capitale j importanza nell'equilubrio dei Balcani e|Vsentativa. Il pittore Niccolò Grigorescu ri flette nei suoi quadri la pace serena della vita pastorale che si conserva sulle falde delle montagne rumene. Un italiano fondava a Bucarest il più popolare deii giornali, l'« Universul ». La politica europea della Rumenia matroiormente verso la Triplice Alleanza, vuoi per reazione contro l'ingiusto-.trattamento subito dalla Russia, vuoi per le reiazioni economiche favorevolissime consentitete dall'Austria coi suoi trattatil di comm6rcio. intanto si armò, si preparò animirevojmente alla guerra, organizzando cin- armata, che le perin guerra con 500.000 uomiini magnificamente armati, equipaggiati e comandati. Perciò tutte le grandi Potenze indistintamente fanno da vent'anni a questa parte la corte alla Rumenia per attrarla nella propria orbita. Bucarest è sempre stato un po- sto d-.alta importala diplomatica: è di rito j.he cm va ministro di una grande Potenza £ \ nnnisi.ro ai una granae potenza a Bucarest ne parta ambasciatore. Sono sta- U mi'Ilistri P^POtanziari a Bucarest nomi to coii molta'flessuosità e molto mtelligen za fra , due ragglnlppamenti rivali, sen ni ohe sono diventati i dirigenti della poli tica esteTa dei' rispettivi paesi come Bùlow e Iswolski La Rumenia ha constantomento manovra¬ _ isoiarsi afferrare comtiletflmftn+i» Za ^ maringen, era un principe di Casa Hohen- „usy pernn0 n'ei ceto ° .. ...ppoggi sione eommerciale tedesca. Ma il schiettamente latino, si vanta della sua di- KenidenBa dall'antica colonia stabilita dal rlmperatore Tra.]ano alla foce del Danubio e va istintivamente colle sue simpatie verso la F,rtl;ncia> e ne adotta i costumi, i superiore, la lingua. L'esercito rumeno è una copia dell'esercito francese, anche nelle uniformi. Cosi, fra le tendenze personali del Re e le tendenze collettive del popolo, si formò nei lustri passati un tacito compromesso che permise alla Rumenia di conservarsi immune da qualsiasi impegno anternazionale troppo esclusivo. La Rumenia e la guerra continentale smrpsdzmrvcplssmst1ètnsmspdltpcqDfrafetrennAmcfc.dLe ulttm* guerre hataaniohe amarono la èRumenia, che prima era piuttosto shnpeA*.«aste «» l'Auto e& so» «vfcìton taW 00*!4 Russia. La Rumenia, costretta a sfo derare la spada contro la Bulgaria, noni potè non mettersi dalla parte della Russia! silenziosa alleata della Serbia contro l'Au-' stria, non completamente misteriosa ispira- trice della Bulgaria. Il successo dell'alleanza greco^serbo-rumena consacrato dalla pace firmata a Bucarest, mentre aumeiw to fortemente il prestigio della Rumenia, diventata il più poderoso Stato dell'Oriente! europeo, e l'arbitro e il custode della pace/ balcanica, rinvigorì le nuove tendenze rusH sofìle dell'opinione pubblica rumena. Lai graziosa concessione del grado di mare-! sciallo dell'esercito russo a Re Carlo per1, Parte dell'Imperatore Nicola e i negoziati Per u nmatrimonio del ventenne Principe! Carl° di Rumenia colla figlia dello Czar fui rono ! 3e8ni esteriori del vivo gradimento! che' questa nuova orientazione politica del-1 'a Rumenia trovava a Pietroburgo. E' Per la Rumenia in queste condizioni1 che scoppiò la conflagrazione europea. Lai Rumenia dichiarò subito la sua neutralità:) ma silenziosamente, come noi. mobilitò parJ te del suo esercito. L'opinione pubblica di-1 scusse appassionatamente la situazione, e,in gTande prevalenza fu la corrente favo revole ad una partecipazione al conflitto! contro l'Austria al fianco della Russia, Le antiche divergenze colla Russia per lai Bessarabia e pel trattamento duro inflitto: dalla Russia ai sudditi rumeni furono di-' menticate, perchè da una parte la Russia* da tempo aveva mitigato il regime lamen* tato in Bessarabia, dall'altro si erano ag gravate le persecuzioni dell'Ungheria cou tro i rumeni di Transilvania. In realtà gli interessi, diciamo così, irre denti che la Rumenia ha in Austria sono' di gran lunga superiori a quelli che ha ini Russia: in Bessarabia vi sono poche centv naia di migliaia di rumeni; in Transilvania invece ammontano a quattro milioni. Se la Rumenia vuol cogliere questa occasiona per, liberare la maggior quantità possibile di fratelli gementi sotto il dominio Straniero,: non v'ha dubbio sulla via <*e deve prende re. E pare che anche nei giò/nali il riserbo mantenuto fino a doggi cominci a cedere dì fronte ad inviti sempre più chiari e pressan. ti per un'azione positiva contro l'Austria a favore della Transilvania. Quali conseguenze avrà la morte del Re? Se non che il settuagenario re Carlo, che s'era conquistato con tanti anni di saggio governo la gratitudine e l'amore dei suoi; suddii, non poteva dimenticare che dietro l'Austria vi è'la Germania, e che, se egli era' Re di Rumenia, era anche Principe di Ho henzollern, e gli sarebbe toccato quasi sulla soglia della morte, di partire in guerra con tro il sua paese d'origine e contro il suo' imperiale parente. Per questo fu, con tutta probabilità di ^ , ^ TL TV r. «oni del Governo di Bucarest. Con re Carlo • - ■ -•• fondamento, dichiarato, settimane sono, che anziché guidare la Rumenia nella guerra contro il blocco germanico, re Carlo avrebbe rinunciato al trono: per questo corsero a varie riprese, fra la fine dell'agosto e il principio di setembre, le voci di abdicazione del vecchio e infermo Re. Prevalsero evidentemene i concetti che il Re sosteneva, poiché egli non abdicò e la politica di vigile attesa della Rumenia non, fU modificata, Ma è anche certo che la sua sfibn^parsa aVra. un'influenza sensibile sulle future deoi- si estingue la forza più grande che apertamente militava a favore della neutralità rumena. E' nell'ordine delle più elementari probabilità che, ora che questa forza di ieJ sistenza si è spenta, prendano presto o tarJ di il sopravvento in Rumenia le forze d'ini-* ziativa che tendono a far intervenire la Rumenia nel conflitto contro l'Austria, per la! redenzione dei fratelli oppressi di Transilvania e di Bucovina : sopratutto se si pensa che queste forze hanno le loro radici più profonde nelle masse popolari. L'erede Mancando di eredi in linea diretta, re Car.. lo di Rumania adottò come successore presunto suo nipote il principe Ferdinando,secondo figlio del prinepie Leopoldo di Sigmaringen. Questo principe ha riunito nella sue sedi di Shiaia e Bucarest una importante collezione di quadri di tutte le scuolej 111 umili Us la «Ilo meni! Roma, 10, notte. Il Mattino conferma che il conte Dalla Torre è commendatore della Corona d'Italia, e presenta le congratulazioni al neo-eletto. Poiché il noto personaggio clericale aveva ieri l'altro smentita la voce in un colloquio con noi, pochi minuti prima dell'udienza pontificia per la presentazione delle nuove cariche dell'Unione Popolare, abbiamo voìùto avere qualche delucidazione sull'arcano dal conte stesso. 11 conte Dalla Torre ci ha dichiarato che nelle ultime ventiquattro ore la notizia gli fu data da persona seria ed autorevole, ma che però non ha alcuna diretta notizia. Per questo, come l'ha smentita ieri l'altro, la può, per quanto a lui consta, smentire ancora. 11 conte Dalla Torre, peraltro, ha aggiunto che qualora fosse insignito di una onorificenza italiana sarebbe di ciò onorato, benché non attribuisca alle decorazioni soverchia importanza e significazione politica, che molte volte non hanno; egli non potrebbe non considerare con rispet-. to e con alta devozione il pensiero di Chi lo ritiene degno di tin riconoscimento ufficiale, ed ha ricordato che una onorificenza italiana non sarebbe in contrasto con la sua condizione e con l'attività sua di membro di pubbliche Amministrazioni, che hanno sempre avuto il massimo rispetto ed osserjuìo per le Autorità clvtlt. Queste le dichiarazioni del Dalla Torre. laformazioni direttamente assunte, assicurano che e assai probabile la pubblicazione ufficiale .di commenda Italiana al Conta patavino, che è «rta commendatori del Papa. . ■• Zi W BUOARHBT, 16 fufScàatei ■ IL RE OARLO DI ROMANIA E' MORTO JIMPROVVI8AMENTE, QUESTA MATTINA, ALLE ORE 6,30.