A LOCRI

Nessuno vuole presiedere il processo A LOCRI Nessuno vuole presiedere il processo LOCRI. Nessun giudice vuole guidare quel processo di mafia, rendere giustizia a una madre che accusa i presunti killer del figlio. Come avevano fatto i suoi due predecessori, anche il magistrato Enrico Scaglione ha rinunciato a presiedere il tribunale che dovrà giudicare due giovani pregiudicati. Giuseppe Alecce, di ventiquattro anni, e Antonino Dieni, di ventitré, sono accusati dell'omicidio di Rocco Zoccali, diciannove anni, assassinato a Locri in un agguato il 29 ottobre del 1986. Prima di Scaglione avevano rinunciato il presidente della corte d'assise di Locri, Francesco Frammartino, e il magistrato Luigi Cotrona. Il primo aveva motivato la sua decisione con i rapporti di lontana parentela che lo legano con il padre di Rocco Zoccali. Cotrona, invece, si era ritirato dal processo a causa di contrasti con la madre della vittima, Giulia Bova, che aveva presentato tra l'altro un'istanza di ricusazione contro il magistrato. L'istanza era stata respinta dal presidente della corte d'appello di Reggio Calabria, Giuseppe Viola. Ma Cotrona decise ugualmente di ritirarsi dal processo. Dopo il terzo rifiuto, adesso a guidare il collegio è stato chiamato il presidente del tribunale di Palmi, Francesco Marra, che ieri mattina, dovendo ancora beneficiare di un periodo di ferie, ha disposto il rinvio del dibattimento all' 11 dicembre prossimo. Dei due imputati, uno, Dieni, è latitante, mentre l'altro — da qui la polemica tra il presidente Cotrona e Giulia Bova — è stato scarcerato per scadenza dei termini di custodia cautelare. [r. cri.]