La Regione vuole poteri per le nomine in banca

La Regione vuole poteri per le nomine in banca Animato dibattito in Consiglio La Regione vuole poteri per le nomine in banca Il pei insiste sui tecnici; psi, uld e gli altri partiti l'avversano La politica di credito e la programmazione del Piemonte Le Regioni non hanno poteri nc'.ie nomine dei consigli di amministrazione delle banche. Ma la politica del credito è una delle armi che 11 Piemonte ha finalizzato alla programmazione regionale. Quindi, questi poteri, il Piemonte li chiede. E' la conclusione del dibattito svoltosi ieri in Consiglio su richiesta del pei. il cui capogruppo. Bontempt. ha tatto il primo intervento. Una specie di relazione generale che ha avuto questo senso: «/I rapporto tra programmazione e credito non può essere quello tra un soggetto attivo, la Regione e uno strumento tecnico o controparte passiva, la banca. Occorre conquistare la banca ad una vocazione pubblica attiva restaurandone il carattere pubblicistico sancito dalla legislazione, quando non anche dagli statuti, ma quasi sempre stravolto da una pratica pluridecennale». Nuova funzionalità Quindi, prima proposta: «Riforma degli statuti per conquistare la banca ad una nuova funzionalità economica e sociale: seconda: «Dopo le elezioni del '75 e '76 non può più essere esclusa dagli incarichi di amministrazione negli istituti dt credito pubblico ad ogni livello una realtà politica come quella rappresentala dal pei. per la sua forza e rappresentatività sociale, per la qualità del suo discorso nel merito, per la responsabilità di governo che gU compete su mandato del corpo elettorale». Il pei Insiste sulla «formazione di quadri politico-tecnici»-, ma 11 psi è di parere diverso. «E' ti potere politico che deve essere direzione e controllo diretto nel sistema bancario» ha detto l'aw. Cai solaro dichiarandosi «fermamente contrario» a che «dirigenti bancari vengano inserta nei consigli di amministrazione e nelle presidenze degli stessi isti- tuli nei quali hanno prestato fino -al giorno prima le loro opera di dipendenti, sia pure di alto li vello*. Pure contrario Rossotto (uld> che pure appoggia la giun ta socialcomunista: «Per una più corretta conduzione del sistema, bancario il problema di fondo non è contrapporre i politici ai tecnici ed in ciò sento dt dis: sentire de una posizione cara al pei. troppo manichea. Occorre invece un chiaro discorso che garantisca, proprio attraverso le forze politiche, con uomini ralidi. un preciso coordinamento tra istituzioni pubbliche e istituzioni bancarie». Anche Bianchi idei è per il tino ai direttori nei consigli d'amministrazione» e. pur riconoscendo la necessità che le banche adeguino i loro interventi all'indirizzo programmatone), ricorda che eia politica del credito e monetaria è strumento nazionale unificante, non possiamo frammentarie». La repubblicana Vaccarino è dello stesso parere: ricorda che «la politica del credito st fa a livello nazionale e non può essere divisa fra le quindici Regioni a statuto ordinario e le 5 a statuto speciali: Anzi. <ri risultati ■ che con questo sistema ha ottenuto la Sicilia sono noti». Ma la ragione del dibattito — chiarisce — non è sul credito, bensì sulle nomine e a questo proposito rileva che «il carattere politico delle nomine deve tener conio anche delle capacità tecniche». Per Marchlni «p'.ii politico non significa partitico, ma «rappresentanza della collettività» e a questo criterio dovrebbero atte nersi i partiti: ma ci sono scarse speranze, «basti vedere quel che è capitato nella Finpiemonte e negli ospedali». Pure alla Finpiemonte si è osservazione (« L'intervento Ai Bontempi è specioso e strumentale, si propone solo di ampliare la lottizzazione a favore de; pcim provoca un'irritata interruzione ' di parte del comunista Raschio. Conclusioni? Nessuna. Vigllone ; ha parlato per ultimo illustrando 1 la necessità di cambiare perché . «il sistema bancario ha rappresentalo finora uno dei pilastri portanti del sistema di potere delle classi di-igenti e. in genere. ! dei partii; di governo». Ancora una volta ha precisato che «il ! j credito è parte integrante della i programmazione democratica e , ; senea un'efficace selezione delle ' ' scarse risorse disponibili, ivi com! presi t flussi finanziari, gli squij libri e i ritardi storici dèi nostro paese non saranno superati». E' j per un'«oculafa scelta degli amj mim'sfrnfori bancari»; ma i criteri «non devono provocare ingiustificate discriminazioni». Rispetto della persona Il dibattito è finito verso le 13, 1 socialdemocratici pur es senio rutti presenti non sono intervenuti f«Non era assolutamente un argomento valido» ci ha detto Benzi) non si è votato. L'aw. Paganelli (de) ha tuttavia voluto chiarire che «l'intervento del presidente è solo un apporto: comunque è cosi semplicistico e inconcludente che. se si dovesse votare, noi voteremmo contro». Il consiglio ha poi epresso con un ordine del giorno solidarietà alle lavoratrici che «in alcune fabbriche di Valdugcia e Grlgnasco sono state sottocoste a test di gravidanza per l'assunzione» e chiede che a Roma «si assumano decisioni per garantire a ogni cittadino il rispetto della propria personalità e il riconosci- \ mento del diritto al lavoro». Infine ha eletto l'ing. Costanzo (pei) nel consorzio degli Istituti case popolari. Sostituisce 11 presidente Smotto che si è dimesso «per contrasti col vicepresidente Scanu >socialistal».

Persone citate: Benzi, Paganelli, Rossotto, Scanu, Vaccarino

Luoghi citati: Piemonte, Roma, Sicilia