"Droga: non cadere in trappola" appello degli studenti di Loano
"Droga: non cadere in trappola" appello degli studenti di Loano Un dibattito all'Istituto tecnico per ragionieri "Droga: non cadere in trappola" appello degli studenti di Loano Sviluppati gli aspetti clinici, giuridici e sociali del problema - Le domande dei ragazzi Presenti Fon. Orsini, il sostituto Stipo e il sociologo Canepa - I pericoli in Riviera ni'raccolti in 'uncìnerna per (Dal nostro corrispondente) Loano. 14 maggio. I giovani e la droga, prevenzione e trattamento della tossicomania. Su questo tema hanno discusso gli studenti dell'istituto tecnico per ragionieri di Loano, seicento giova- dibattere un problema che necessita di sempre maggior divulgazione ed approfondi mento nei vari aspetti — cli nicji giuridici e sociali — do- po che, proprio in questo centro della Riviera, si erano levati allarmi per una presunta diffusione dell'uso della droga nelle scuole. Nulla è emerso che possa con/erire a Loano più che ad altri centri della Riviera (casi di giovani che «fumano» si trovano purtroppo ovunque) un poco invidiabile primato, tuttavia il comitato dei genitori e il consiglio d'istituto, in collaborazione con la presidente del CU. Nella Di Cicco, hanno ritenuto opportuno affrontare con gli studenti il problema droga, inserendo dibattiti nelle attività parascolastiche. Relatore l'onorevole Bruno Orsini, primario psichiatra dell'ospedale di Genova Quar- to, coadiuvato dal sostituto procuratore della Repubblica di Savona, dottor Antonio Stipo, per la parte giuridica, e dal sociologo dottor Canepa. In tre ore di dibattito gli effetti della tossicomania, delle conseguenze e delle pro spetti ve che ne derivano sono state sviscerate, suscitando l'inve resse degli studenti. Moltissime la domande. e o a a Marco Viglino d: Loano il C' ha chiesto che cosa si intenda per «liberazione della droga e come avvenga il passaggio dall'uso delle droghe leggere a quelle pesanti». Laura Marostica di Loano (IV C si è fatta illustrare la posizione giuridica di un drogato che voglia disintossicarsi, il ruolo del medico che si trovi di fronte ad un tossicomane e i suoi doveri nei confronti degli organi della polizia e della magistratura. La discussione si è poi accentrata sulle origini della tossicomania, ipotizzando ] una responsabilità sociale. Livio Cosso, di Borio Verezzi (III C), chiede: «Usa la droga il giovane che si sente privo di aspirazioni e d> traguardi da conquistare: quali ideali la I società di oggi propone nei I quali credere?». Nunzio Ferrara, di Borghetto Santo Spirito (VA), studente e calciatore, pone un quesito più artii colato e complesso: «La tossicomania come problema sociale può anche derivare da una carenza dell'istituto familiare, che non soddisfa adeguatamente le responsabilità educative. Questo aspetto si aggrava nelle classi più povere: cosa si può fare per aiutare un giovane che si droga ma è privo di possibilità economiche?». Il professor Orsini ha risposto che la droga non aggredisce un particolare ceto sociale, ma l'intera società: le differenze stanno proprio nelle diverse possibilità di curarsi: serve allo scopo una socie- ; tà più unita e più solidale, i Sono qui risultate le attuali ' carenze: per quie giovani che dovrebbero disintossicarsi mancano le strutture previste ! dalle leggi per combattere il diffondersi della droga. Il presidente dell'istituto, professor Cesare Trucco, ha detto: «Dal numero e dalla qualità dei quesiti proposti dagli studenti si è dedotta la correttezza, il civismo, la ma-' turità e la consapevolezza con cui gli alunni considerano il problema. Personalmente ho, rilevato che forse non è opportuno distinguere le droghe in leggere e pesanti, quasi che le prime siano meno dannose delle altre». Vittorio Morchio Marco Viglino ] I I i
Luoghi citati: Borghetto Santo Spirito, Loano, Savona
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