Alassio: le femministe «mordono» l'assessore

Alassio: le femministe «mordono» l'assessore Quello che ha difeso "Lady Universo,, Alassio: le femministe «mordono» l'assessore Duro attacco a Tomagnini (psi) - Chiamato in causa anche il sindaco Grollero 'Dal nostro corrispondente/ Alassio, 27 agosto. Il circolo culturale «A. 21», il Collettivo femminista del quartiere Alassio Ponente e quello di Democrazia proletaria di Alassio. ispiratori della contestazione a! concorso di dLady Universo!), hanno fatto pervenire agii organi di stampa un lungo comunicato per confutare alcune dichiarazioni rilasciate da esponenti politici alassin: a commento dei (atti accaduti domenica 22 agosto e conclusisi con la denuncia di nove persone, in gran parte aderenti e simpatizzanti del partito comunista. Il documento dei «contestatori» chiama direttamente in causa il sindaco comunista dottor Dino Grollero, il presidente dell'Azienda di Soggiorno ingegnere Garassino (de) e riserva un violentissimo attacco all'assessore socialista Carlo Tomagnini, al quale, sia pur velatamente, si fanno risalire le maggiori responsabilità per lo svolgimento del concorso, anche se questo era compreso nell'elenco delle manifestazioni approvato collegialmente dall'intera giunta comunale. All'ingegner Garassino si chiede di precisare la reale provenienza delle concorrenti, di documentare le spese sostenute e l'utilità turistica del concorso. Al sindaco Grollero. oltre alla documentazione delle spese, si chiede: quali assessori abbiano la responsabilità per la decisione di ospitare il concorso ad Alassio (e c'è anche un richiamo ai milioni spesi per un gala all'hotel Diana in occasione del congresso distrettuale del Lions Club), è come sia possibile spendere soldi per concorsi di bellezza quando non si realizzano i servizi essenziali per la città (asili, consultori, assistenza agli anziani). L'attacco all'assessore Tomagnini prende spunto da alcune sue dichiarazioni: «Non coler trasformare Alassio in una città dormitorio» e «Alassio dependance di Torino con operai che pagano 2 mila lire al giorno». Tomagnini viene anche accusato di non essersi preoccupato di condannare una presunta massiccia presenza di fascisti durante la sfilata delle ladies e del tentativo fatto per diffondere una loro rivista. Il documento dei (contestatori» avanza anche proposte e dice: «Ad Alassio in una camera di pensione si pagano 8 mila lire ni giorno. Chiediamo di dotare la città di infrastrutture per consentire forme Qualificate di turismo sociale, di organizzare manifestazioni che, pubblicizzando' Alassio. favoriscano la crescita politica ed intellettuale della popolazione». C'è un riferimento a Spoleto. Cervo Ligure, Borgio Verezzi. «Riteniamo che chi vuole — prosegue ancora il comunicato — manifestazioni per trarre per sé maggiori profitti da una clientela di élite abbia anche il dovere di finanziarle». Quanto alla proposta di un dibattito sulle future prospettive turistiche alassine si afferma: «Mai sino ad oggi ci si è ricordati di discutere i problemi della politica turistica con i 3 mila lavoratori del settore, ma si è continuato a deciderla con la solita ventina di ricchi albergatori. Il divario tra coloro che lavorano per il turismo di Alassio si può spiegare soltanto con il "lavoro- nero", sottopagato, l'allungamento dell'orario oppure l'opera non retribuita dei familiari. Sono 2 mila, circa con un salario da fame ed un'occupazione precaria, sono 500 con una regolare busta paga (dati Isiati». La disputa e le polemiche sul concorso delle ladies non sembrano calmarsi; replicheranno sicuramente il sindaco Grollero, il presidente Garassino e l'assessore Tomagnini. Intanto anche Elio Pedretti, organizzatore della rassegna di bellezza, annuncia per lunedi prossimo una seconda conferenza-stampa, con altre «rivelazioni sensazionali». g. m.

Luoghi citati: Alassio, Borgio Verezzi, Spoleto, Torino