Le guardie "I reclusi siamo noi" di Bruno Viano

Le guardie "I reclusi siamo noi" CARCERI "CALDE,, ANCHE IN LIGURIA Le guardie "I reclusi siamo noi" 'Dal nostro corrispondente/ Imperia, 20 agosto. I recenti articoli di «La i Stampa» sulle agitazioni dei j detenuti nel carcere di Torino t sulle accuse rivolte dai re- i elusi agli agènti di custodia, ! ninno provocato reazioni tra j il personale in servizio presso i! carcere di Imperia. Se ne è ' fatto interprete, in una lette- ' ra inviata al nostro giornale, . :■ vicebrigadiere Gianmaria Manconi. Lo abbiamo interristato questa mattina, alla presenza del cappellano del car- : cere, don Pelle. Le carceri di Imperia non hanno tutti i problemi di To- j riho, o anche di Sanremo e di i Savona: non sono sistemate ; in un vecchio edificio poi | adattato a carcere, ma sono ! state costruite per la loro spe- j cifica destinazione, alcune de- cine di anni or sono. Ospitano \ attualmente 55-56 reclusi. Gli I agenti di custodia sono 20-22. Cosi il vice brigadiere Man- ; coni continua la sua descrizione. Ogni recluso ha una propria cella con televisore individuale. Giorno per giorno una commissione di tre detenuti, estratti a sorte, controlla la tabella e la preparazi oiie del vitto. I reclusi possono telefonare liberamente all'esterno, naturalmente pagando, da urrà cabina con controllo visivo ma non auditivo. Ricevono senza censura, la corrispondenza e possono comperare liberamente 1 giornali o le riviste desiderate «anche quelle sexy» dice don Pelle. «Il nuovo regolamento sul-\ la concessione dei permessi ] — continua Manconi — è stato applicato con larghezza ed umanità e già molti detenuti . ne hanno usufruito ripetutamente, con un massimo di cinque permessi concessi ad un solo recluso negli ultimi due mesi». «Normalmente — ; spiega don Pelle — vengono ! concessi tre giorni di permes- i so più il tempo necessario I per il viaggio: finora tutti. \ meno uno datosi alla latitan- ' za. sono rientrati regolarmente». Una frase, l'opinione di un detenuto delle Nuove, riporta- • ta dal nostro giornale, ha par- : ticolarmente colpito Manco- ' ni: «C'è una grave tensione : fra reclusi e guardie (nel car- j cere di Torino n.d.r.) ! I ! Molte ; di esse sono praticamente se- • mianalfabete, con la quinta ' elementare. Potete Uliidèrvi I oche riescano a "rieducarci" come prescrive la Costituzio-1 ne?». " ! cDice Manconi: «Come il vo- \ stro giornale, e tutti quelli che hanno assistito al dibattito con i detenuti del carcere di Torino possono avere lasciato correre frasi infelici ed infamanti per gli appartenenti al corpo degli agenti di custodia?». Dopo avere chiarito di avere raggiunto quindici, anni di anzianità e di avere quindi acquisito «un ricco bagaglio di esperienze», Manconi ha cosi proseguito: «Gli agenti di custodia operano negli istituti di pena in condizioni disagevoli e massacranti. Sono quasi sempre costretti a non godere del riposo settimanale, a rinunciare a parte delle ferie annuali, a restare circa dieci ore di servizio giornaliero». ' Dopo avere auspicato «che il ministero provveda pure ad assumere per U controllo del le patrie galere, se lo trova, personale laureato o diplomato, per avere modo di constatare quanti riusciranno a rimanere nell'incarico», manconi ha cosi proseguito: «Questo mio sfogo è un appetto a tutti gli appartenenti al corpo degli agenti di custodia, affinché proseguano il servizio dignitosamente e con giustizia». Durante la conversazione sono emerse altre polemiche circa il trattamento riservato dall 'amministrazione agli agenti: il riposo settimanale non goduto — e ciò avviene molto spesso, data la loro insufficienza numerica — è re tri bui to con 1300 lire al giorno. («Questo si che è incostituzionale» osserva Manconi). Le licenze loro spettanti sono concesse soltanto «quando e possibile» e, nei casi di emergenza, ogni limite di orario viene abolito. Poi Manconinclude: «Su scala nazionale, al corpo degli agenti di custodia mancano circa 5000 elementi."Ciò rende i turni estremamente pesanti perché, nel farli, non possono essere tenute presenti le necessità umane di chi ha famiglia: non abbiamo mai la certezza di potere passare una giornata libera con nostra moglie ed i nostri figli. Gli appartenenti ai vari corpi armati dello Stato — carabinieri, guardie di finanza, pubblica sicurezza — hanno già avuti questi riconoscimenti elementari: noi no». ' La frase ficaie è stata di profonda amarezza: «Si è per \ messo ad una delegazione di detenuti di offendere il no- ; stro corpo, quando tutti ci j prodighiamo per rendere mi- [ gliori le condizioni dei detenuti, cercando anche di capire senza reagire i motivi dei loro risentimenti e delle loro ribellioni. Ogni loro richiesti viene discussa e spesso accolla. Per noi nulla si prospetta: in queste condizioni, i veri carcerati siamo noi...». Bruno Viano fpddsvcdLisstglpvArphdCdigpncpRichrG—

Persone citate: Gianmaria Manconi, Manconi, Pelle

Luoghi citati: Imperia, Liguria, Sanremo, Savona, Torino