Prima di costituirsi ci racconta i soprusi della vita in carcere

Prima di costituirsi ci racconta i soprusi della vita in carcere Savona: detenuto non rientrato dal permesso Prima di costituirsi ci racconta i soprusi della vita in carcere E' Umberto Marchini (12 anni per rapina) • Non vuole tornare in cella a Isiri (Nuoro), ma preferisce la casa di pena di Alessandria perché più vicina ai suoi familiari «Nostro servizio particolare) Savona. 11 agosto. «Vorrei parlare in privato, da soli io e lei: mi dia la sua ; parola di non dire nulla pri- ma delle aici?tto- ho ancOTa ; °i™7le cose da sbrigare». Ve ist,t? 9?n sobna eleganza, cali20"1. ™eu- camicia estiva, ca | peUj ben c^tt, cosi si e pre sentato alla redazione de La Stampa a Savona, Umberto Marchini. 28 anni di Savona, via Bonifacio del Vasto, evaso (non è più rientrato da un , fe'^esso\ *£e * rsi" 1 li (Nuoro) l'U maggio scorso ed ora in procinto di costi ttursi per «protestare e denunciare la mancata applicazione della riforma carceraria». Marchini ha mantenuto la sua promessa e si-è presentato mezz'ora prima dell'appuntamento fissato, con la valigia, pronto a varcare nuovamente le porte del carcere. «Voglio costituirmi qui, adesto, avvisate puro i carabinieri» ed ha atteso che il capitano Riccio e II carabiniere Doneddu, del nucleo investigativo, lo venissero a prelevare. Un'unica richiesta: «Non voglio ritornare nel carcere sardo. Chi non si piega alle direttive, è marchiato con la definizione "caratteriale'', fermine che nel gergo carcerario significa carattere difficile, refrattario alle norme interne. Sé mi rinchiudono nuovamente ad Isili sono disposto a-commettere qualche sciocchezza». Umberto Marchini deve scontare ancora due anni di carcere, residuo della pena (dodici anni e 10 mesi) inflittagli dai giudici di Savona per rapina aggravata. Un episodio che preferisce dimenticare e fare dimenticare, anche se «non si trottava di rapina, ma di ben altro — afferma — come sa bene anche la parte lata». L'uomo parla con proprietà di termini. Durante i lunghi anni di detenzione, ba continuato gli studi che. aveva interrotto. Gli manca un anno per conseguire il diploma di geometra. Vorrebbe ritornare al carcere di Alessandria dove ha scontato gran parte della pana prima di venir trasferito, dopo la tragica rivolta del 10 maggio 1974. t^t—t jn ^joat. svoglio pagare il mio debito e rifarmi un'esistenza — dice il Marchini —. Chiedo di ritornare ad Alessandria per poter continuare i miei studi in pace ed essere più vicino alla mia famiglia». Durante il lungo peregrinaggio attraverso gli istituti di pena di tutta Italia. Umberto Marchini. secondo quanto afferma, ha subito continue angherie (è stato fe¬ rito anche da una coltellata) Nel penitenziario di Alessandria, che dispone di celle singole, si sente più al sicuro. «In carcere — spiega — chi cerca di arricchirsi culturalmente dà fastidio a motti, anche a buona parte degli agenti di custodia». Per questa serie di motivi, ottenuto un permesso l'i l maggio scorso, per far visita ai familiari, il detenuto non è più ritornato al carcere di Isili. «Per essere in latitanza, però — dice — aerei dovuto mettermi definitivamente contro la legge. Non ho l'animo del delinquente. Voglio scontare il mio débito con la giustizia e ricominciare la mia rifa da capo». Marchini ha trascorso questi mesi di latitami prevalentemente a Milano, dove ha lavorato per un mese e mezzo circa per un imprenditore lombardo. Era in possesso di regolare libretto di lavoro e di documenti di identità rila-|sciati dal Comune di Savona, J dopo la fuga dal carcere. «So- ' no stato fermato alcune volte ; per controlli — dice sorriden- • do —. / miei documenti però ■ non destavano sospetto e so- ! no stato lasciato in libertà». • Prima di ritornare in carce- j re, l'uomo ha voluto denun-j ciare la situazione degli istituti di pena a La Stampa. L'opi- |nione pubblica rappresenta J per lui una garanzia «contro ' ritorsioni o angherie — dice ; — nei miei confronti e. so- • prattutto. spero che il costi- ■ tuirmi serva ad accelerare ! l'applicazione della riforma • carceraria. I permessi sono lasola cosa concessa ai detenutidi quanto prevede la riforma,un palliativo per mascherarele difficili condizioni (Ionia- j j ! nanza dalla famiglia, clima di I intimidazione. esposizione i continua a violenze fisiche, ; in cui siamo costretti a vive : re». '■ Umberto Marchini ora do \ vrà affrontare un processo j per il mancato ritorno al car- ! cere che per la legge equivale all'evasione. Ha però fiducia i nei giudici. Raccatta la vali già che ha depositato all'in- i gresso della redazione e «spe! riamo di rivederci — si congei da — fra poco più di due anni. Con un diploma credo che ì riuscirò a trovare anche un lavoro». Bruno Balbo Umberto Marchini seguito dal capitano Riccio