Lumache di Costa Bacelega con vino pigato d'Ortovero
Lumache di Costa Bacelega con vino pigato d'Ortovero Le sagre neU'entroterra albenganese Lumache di Costa Bacelega con vino pigato d'Ortovero (Dal nostro corrispondente) librata, 5 agosto. Anche quest'anno, la seconda domenica d'agosto coincide con una giostra di tradizionali sagre dell'entroterra aioenganeee: migliaia di turisti laaciano per giornata la spàaggte, per scoprire oU Otto-veto propone l'ottava del vino pigato * dette Costa Banetaga la nocelle lumache; che si tono a vicenda e che si no raggiungere con Io itinerario, lungo la valle Arro- del pigato e dette dal comune di Ortovero, è ormai divenata la tipica oreazionri per dogustar* e contrattare il vino bianco dell'Albenganese, che in questi ultimi anni, pur essendo ancora in attesa detta tlenomlnaitonw di origine controllata, ha raggiunto la celebrità tra i buongustai ed una notevole quotazione sui mercati. Lino Capello, sindaco di Ortovero, dice: •La nostra manifestazione, che inizialmente potevo considerarsi una semplice sagra di paese, è ormai divenuta un fatto economico di primaria importanza: sin dall'inizio era questo il nostro obiettivo. Betta ancoro l'aspetto promozionale detta sagra, per quanti non conoscono la nostra produzione, ma U vero significato detta rassegna, cui partecipano i viticultari consiste nel valutare, in rapporto atte richieste di mercato, la produzione vinicola dell'anno . precedente, giunta ora a completa maturazione». Ortovero à uno del maggiori centri di produzione del pigato 1 cui vitigni prosperano in una parte detta plana di Albenga ed in eleujTf zone delle vallate del Nova dell'Arroscìa e del Lenone. Una seconda mostra enologica per 1'Albenganese, a dimensioni <nt»ww™«H si terrà in settembre a Salea. La sagra dette lumache, abbinato ad una rassegna gastronomica e ad un concorso di pittura estemporanea, rinnova il jm ffinnn dell'idea attuata nove anni fa, da Renato Siboni, mobilitando l'intera popolazione detta borgate Coste Bacelega, frazione del comune di Ranco. Un centinaio di abitanti, oberati dai problemi comuni a tutti i piccoli centri montani ad economia agricola assai povera, decisero di movimentare l'ambiente, attirando nell'entroterra i turisti in vacanza in Riviera. Nacque una prò loco (forse la più piccola in Italia), cui aderirono tutti gli abitanti; si varò un programma di migliorie al paese e per richiamare i turisti si ritenne opportuno «prenderà per la gola», offrendo qualcosa che altri non - avessero ancora escogitato: si pensò alle lumache, piatto tipico delle vallate uguri. Siboni mantiene fede alla formula originaria: eia nostra sagra significa quintali di lumache, preparate con le antiche ricette liguri, quintali di pane casereccio, vini delle nostre vallate, piatti provenienti da varie zone, il tutto rallegrato da balli e canti popolari che terminano all'alba. Questo appuntamento offre anche la possibilità di riscoprire angoli di antica pace e di vera serenità». L'iniziativa venne ben presto imitate, le sagre si moltiplicarono ed oggi non c'è paese che non offra la sua specialità; nello stesso tempo, molte strade sono state sistemate, in tenti centri della valle si sono aperte trattorie, ristoranti e persino alberghi ed in meno di un decennio, il nostro entroterra ingauno ha tratto beneficio da un turismo che pareva irrimediabilmente costretto sulla spiaggia, Giuseppe Morchio
Persone citate: Betta, Costa Bacelega, Costa Banetaga, Giuseppe Morchio, Lino Capello, Renato Siboni, Siboni
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