Tentarono d'estorcere un milione a un ristorante: sono condannati

Tentarono d'estorcere un milione a un ristorante: sono condannati Due giovani dal tribunale di Sanremo, un altro è stato assolto Tentarono d'estorcere un milione a un ristorante: sono condannati Erano stati sorpresi all'*Hostaria della diligenza» di Bussami - Due anni di reclusione a Santoro Mo* rabito, un anno e quattro mesi a Giuseppe Grasso • Insufficienza di prove, invece, per Giuseppe Alberimi (Dal nostro corrispondente) Sanremo, 13 maggio, (r.o.) Tre presunti taglieggìatori di ristoranti e locali pubblici, Giuseppe Grasso. 22 anni, Giuseppe Albertini, 20 anni, e Santoro Morabtto. 23 anni, tutti immigrati Calabresi> residenti « via Nino Bizio ° Rioa ^ioure, sono stati prò cessoti per direttissima questa sera dal Tribunale di San remo. '• Morabito è stato condannoto a due anni e 90 mila lire di multa. Giuseppe Grasso a un anno e quattro mesi di reclusione, Giuseppe Albertini è stato assolto per insufficienza di prove. Il p.m. aveva chiesto che venissero condannati a due anni e 200 mila lire di multa sia il Morabito che il Grosso, e ad un anno e sei mesi l'Albertini. I tre, la sera del primo maggio erano stati arrestati dagli agenti iel commissario- to mentre, secondo l'accusa, tentavano di estorcere un mi Zione di lire a Giuseppe Gre- co. 28 anni, proprietario del ristorante tipico «L'Hostaria della diligenza», sul lungarno re di Bussano. n sistema adottato dalla banda dei calabresi (sono caduti nella rete soltanto i tre imputati di questa sera, ma gli inquirenti hanno fondati motivi di ritenere che la ban- da fosse composta da almeno una dozzina di individui) era quello classico del gangsterismo americano. Prima ci si presenta in gran numero — nel caso del ristorante tipico, preso di mira la sera del 21 marzo, erano in 16 e, tra que sti c'era Morabito — si pren¬ za in allegria e non si paga. Poi si chiede una «elargizio- ne» in denaro al proprietario dei locale, in altri termini gli ! si avanza una proposta «che ; non si può rifiutare». i «Il Morabito, quando è tor. | nato con gli altri due la sera del 30 aprile, mi ha chiesto un milione per aiutare un suo amico che si trovava in pri- gione — ha dichiarato Giuseppe Greco —. Ho tergiversato e gli ho detto cne, se prima non avessi saputo chi era quest'amico, non gli avrei da- to nulla. Poi ho avvisato un appuntato di polizia che stava cenando con la moglie nel mio locale». In efletti l'appuntato Murai si avvicinò al Morabito e. con noncuranza, alzò ta giacca e gli mostrò la Pistoia, infilata nella cintola dei pantaloni. Il Morabito, sempre secondo la deposizione del proprietario dei locale, non to riconobbe par «a agente di ps. e riandarsene intimò al Grecò: «Non toso il furbo, i cumpail armati non ci fanno paura ». / tra tornarono il giorno dopo, è questa tolta II Greco, che aveva preso contatti con a vicequestore Natale, fece in modo omo ad attenderti ci fos- Mima tssttuaUa della polizia Le versioni dei tre imputati, perfettamente concordate tra loro, sono ovviamente diverse: «Non abbiamo fatto alcun ricatto — hanno sostenuto il Grasso e l'Albertini — siamo andati nel locale, come altre volte, per bere qualcosa al bar. Non abbiamo neppure parlato con il Greco, non sappiamo se lo abbia fatto il Mo rabito». Proprio il Morabito. invece \ ! un milione, in prestito, per i poter tornare in Calabria». afferma: «Gli ho chiesto dei | soldi, ma 100 mila lire, non Sanremo. Santoro Morabito (da sinistra), Giuseppe Grasso e Giuseppe Albertini

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