"La terra tremava, la gente moriva sotto i miei occhi"

"La terra tremava, la gente moriva sotto i miei occhi" Il racconto di uno scampato al sismo "La terra tremava, la gente moriva sotto i miei occhi" iDal nostro corrispondente) t Albenga, 10 maggio. ; Una coppia di coniugi albenga- '■ lesi, Alfredo Andreinl. SI anni, e' : salma Fadi, sessantenne, erano a I Vernane nel Friuli, la sera di gto- i fedi 6 maggio quando ti isrrtmo-1 io ha sconvolto il paese. «Siamo i salvi per miracolo: eravamo in j una casa di campagna ad una' cen-• linaio di metri dall'abitato* altri- ; menti non saremmo .qui a raeconlare una drammatica esperienza». ìQuesto l'hanno detto domenica < pomeriggio ' appena rientrati ad Albenga. I coniugi Andreinl abita-) no nella nostra città da cari decenni. 11 marito, di origine tasca r.a. ri si trasferì nel periodo prebellico per dedicarsi ad un'attivi- j :à artigianale allora molto sv.lup-' pala, imballaggi di legno: Isolino ; Fadi, nata a Versone, venne ai i Albenga nel 1935 in cerca d} la- ' toro come cameriera. Si sposerò- \ no nel 1941: due giorni dopo II' matiimonio i'Andreini. vestiti ij '.-.armi militari, dovette partire per] l'Albania, andò poi in Africa e' tornò dopo cinque anni gravemen-}te maialo: e un orande invalido. Ogni anno i due coniugi trascor- '-oio un periodo di tempo presso '. i"soetttvi parenti Sono stati l ni- \poti, vicini di casa In vico Rossi,!nel centro storico ad preoccuparsi per la loro _ mancavano da casa dai giorni pre- ;«c'enfi la Pasque, ma non si sa- i'.-ero se fossero in Toscana o nel 'Fnuli. Soltanto con il loro rientro 'si sono risolte le apprensioni. !"Partiti per 'fa Toscana, erano jvico Rossi :Albenga a ,ro asLza: 1.. , \erano •andati successivamente a Verno-ne. ove la Fadi ha due fratelli più anziani. Giovanni. 68 anni, con tre' figli, t Francesco. 71 anni: sonoì tutti salvi. Isolino Fedi, rievocan- { do la tragica esperienza vissuta, dice: «Avremmo dovuto rientrare prima, ma Alfredo si è ammalato e siamo rimasti una settimana di più». La sera del 6 maggio la don- ! na. con il marito e il fratello Francesco, che ila costruito unacasetta in un piccolo podere, era- r.o davanti alla televisione: verso le 21 hanno sentito, una prima:>cossa e sono usciti all'aperto. Aquesto punto il racconto della Fa- di assume l'importanza il un do- cimento per la terrificante tragedia che ha travolto migliaia il friulani. «Ero fuori in ciabatte e con un solo scialle. Alfredo e Francesco sono rientrati in casa per prendere delle copèrte. Proprio in quelmomento si e verificala la scossa più terribile, quellaché bisemfc nato mone e distruzione. Il suolo subiva tremiti convulsi, indescri- vinili, -non riuscivo a reggermi in ?^^0t Km^^J!^poggiarmi ad un muro di sostegnodella campagna, ma gli scossoni mi gettavano a urrà: è «tata uni fortuna perché dopo qualche istante il muro è crollato lasclan-domi però indenne». S'el frattempo. Francesco Fadiec'oar£: TuZ iSSSdeuftass hanno cominciato a cedere frantu- mando i mobili, e caduto in parte :'. tetto ma hanno retto i muri pe- : .me:r:-.l: e a questa circostanza dobbiamo la salvezza. Si era bloc- cela la pona e abbiamo dovuto a^peno3 Pln paese! m™Ia -aente abbandonava le abitazioni ma veniva travolta dalle macerie: cm ha cercato scampo tuori di ca- >a ha trovato la mone in mezzo ■ai'.» via. All'alba non siamo riusci- : a percorrere le strade di Venzo-ne sbarrate dalle rovine. / coniugi Andremi e t loro nan- •:o trascorso due notti all'addice- ciò.in una baracca allestita e-Hs meglio con lamiere e laiole: saba- lo mattina il sindaco'del piese li r.a visitati indicando lo possibile T":L^ni t aiColti In una tendopoli, ma Itoli-na Fadi dice: «Recuperati i nostrimdumenti e trovato un taxi dispo- .>io a condurci a Udine dove si po- leva salire su un treno non abbia- »° avuto esitazione e siamo par- Lo spavento ci ha fatto di- menticare di avvertire qualcuno »* Albenga, ma forse non sarem- di condurre ad Albenga mio fra- tcll° Francesco, che e il più amia- no •* e »°l0. ™a ha preferito restare a Venwme a ricostruire la e a riprendere il lavoro il P'u presto possibile». ' g- m au Aioenga, ma torse non sarem- mo riusciti', metterci in contatto, 1 "««toni erano saltati. Ho tentato Ai rmwliirtt» ari AlhAnm min fra. sua casa e a riprendere il lavoro il Piu Presto possibile». 0 m Calizzano, 10 maggio. ' (b.b.) «Sto bene, telefonate al-la mamma del mio compagno che è salvo fé un militare piemon-Use) la mia caserma non c'èpiù ». Queste le parole di Pier Carlo Cappato, alpino in serralo di leva a Cemona che è sfuggito alla morte. Era uscito da poco dalla caserma per recarsi al ci no come Pier Carlo Cappato, e 1 sfuggito al terremoto che «Quando ho sentito la voce di ' aaua caserma per recarsi ai cj-. nema. Anche un altro multare di \ lem. Gianni Rapiilo. di Calizza-1 «n crime Ptpr Cnrln Cannatrt * si -e abbattuto su Cemona, perché ; bloccato a Venezia. ' «Quando ho sentito la mio figlio — dice Luciano Cap ! pato — mi sono sentito liberato de un incubo ma nello stesso tem-1 po ho avuto la dimensione del l disastro. Nella sua voce e'era j un'infinita tristezza e rassegna-: zione ad una fatalità troppo gran- '■ de per essere compresa ». 1 i ! i ! ' 1 < . I | '. j \i 1 coniugi Alfredo e Isulina Andreinl (Telefoto Aldo)

Persone citate: Alfredo Andreinl, Luciano Cap, Pier Carlo Cappato, Pier Carlo Cappato

Luoghi citati: Africa, Albania, Albenga, Friuli, Toscana, Udine, Venezia