Gli amministratori di S.Stefano "Bustarelle, qui, proprio nessuna"

Gli amministratori di S.Stefano "Bustarelle, qui, proprio nessuna" Le reazioni in paese dopo le dimissioni di Machiavelli Gli amministratori di S.Stefano "Bustarelle, qui, proprio nessuna" Il sindaco Sbarbaro: " La pratica è in Regione, non ci riguarda più " - " Avevamo approvato il progetto perché il Comune ne avrebbe tratto vantaggio", aggiunge il vicesindaco Saldo - Le voci sulla "mediazione" di un uomo politico del luogo 'Dal nostro inviato speciale) [ S. Stefano al Mare, 5 maggio. : Lo scandalo delle «bustareile» che a Genova ha già pro-i vocato l'arresto di tre perso-' ne e causato le dimissioni del ! presidente dell'assemblea regionale, avv. Paolo MachiaveL j li, a Santo Stefano al Mare, il1 paese a pochi chilometri da Sanremo che ha dato il nome alla vicenda, viene guardato con una certa indifferenza. Duemila abitanti, tutti dediti alla floricoltura, che osservano con curiosità quello che sta succedendo senza sentirsi parte in causa. Giuseppe Sbarbaro, comunista, sindaco del paese da due legislature, dice: «E' una pratica, quella della lottizzazione sulla collina San Stevi che non ci riguarda più dal momento che è stata tramessa olla Regione. Quello che è certo è che a Santo Stefano al Mare di bustarelle non ne sono state Mia te e nemmeno richieste». Un po' più loquace è il vicesindaco Paolo Saldo: ri; progetto della società Mirasol. steso dall'architetto Gambucciani di Genova, a suo tempo venne approvato all'unanimità, quindi anche dalla minoranza. Avevamo qualche perplessità poiché un insediamento edilizio su ' 150 mila metri quadrati di terreno avrebbe voluto dire raddoppiare in pratica la popolazione». Perché, allora, il consiglio comunale lo ha approvato? e Per un solo motivo — spiega Saldo — e cioè che il comune ne avrebbe tratto un vantaggio in termini di opere urbanistiche come scuole, fognature, depuratori, 38 mila metri quadrati di verde pubblico e 300 metri di spiaggia, il tutto a spese della società costruttrice. Tradotte in cifre, queste opere avevano un valore superiore al miliardo di lire, e quando si scopre che il bilancio del nostro comune non arriva a trecento milioni, si comprenderà perché abbiamo optato per il si». Che qualcosa però non andasse per il giusto verso, a Santo Stefano al Mare ne avevano avuto sentore molto tempo fa. La lottizzazione era stata tramessa alla Regione quando a Genova c'era ancora la giunta di centro sinistra: «fu in quel periodo — racconta il vicesindaco — che in paese circolò la voce di presunte richieste per rilasciare la licenza, e si diceva che l'impresario De Francisco aveva presentato denuncia ai carabinieri». In riviera si afferma che di bustarelle si cominciò a parlare molto prima dell'avvento alla Regione di un'ammini- strazione di .sinistra. Secondo tale versione, qualcuno dell'impresa Mirasol pregò un noto esponente politico imperiese di seguire la pratica delia lottizzazione presso la Regione, al tempo del centro-si¬ nistra. Questa persona, qualche corno più tardi avrebbe1 detto al De Francisco: tr.Vij hanno chiesto seicento milìo-ni per firmare la licenza. Che cosa devo 'dire?». La risposta de! rappresentante della so-. cietà costruttrice fu decisa: [ «Non ne facciamo niente».'. L'uomo politico imperiese, ai questo punto avrebbe richiesto un «rimborso spese» di: cui si ignora l'entità e per il quale rilasciò regolare riceva-. ta. E' per tale episodio che questa sera ad Imperia circolava la voce che il giudice Marvulli" avrebbe emesso mandato di cattura verso l'esponente politico locale. Alla giunta regionale di cen¬ trosinistra ne subentra un'altra di centro-destra, ed è poco prima di tale evento (fine "74. inizio 75) che della lottizzazione di Santo Stefano ai Mare avrebbero incominciato ad interessarsi i tre attualmente in car re: Alberto Renzi. Paolo Negroponte e Cosimo Cusato. Costoro avrebbero avvicinato il geometra De Francisco assicurandogli il buon esito del pregetto centro l'esborso di 500 milioni anziché i seicento chiesti in precedenza. Anche questa volta però De Francisco avrebbe risposto negativamente. Dopo il 15 giugno a Genova si forma una giunta socialcomunista. Renzi, Negroponte o Cusato si sarebbero rifatti vivi proponendo una specie di «sconto» al De Francisco: trecento milioni e l'affidamento dei lavori in cemento armato, prendere o lasciare. Stavolta il geometra De Francisco avrebbe registrato qualche colloquio all'insaputa dei suoi interlocutori, dopodiché si sarebbe recato in Regione dall'assessore all'urbanistica Delio Meoli tosi). L'assessore lo avrebbe pregato di ritornare dopo qualche giorno e in quella seconda occasione sarebbe stato presente un ufficiale delia polizia giudiziaria. Vittorio Preve Il vicesindaco di S. Stefano al Mare, Paolo Saldo, e il sindaco Giuseppe Sbarbaro, intervistati sudo scandalo <Mot-agliai

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