Prefetto ai macellai "Non tirate la corda"

Prefetto ai macellai "Non tirate la corda" Per il rincaro dei prezzi della carne Prefetto ai macellai "Non tirate la corda" Dice il rappresentante del governo: "Andranno incontro a gravissime sanzioni" Ottanta titolari di rivendite sono stati denunciati la scorsa settimana - La categoria è decisa però a non rispettare il listino fissato dal Comitato provinciale - Totale ieri la serrata degli esercizi • Anche oggi le famiglie resteranno senza la bistecca •Da.' nostro corrispondente) Savona. 18 febbraio. I macellai del Savonese (oltre 450) si sono ribellati. Da stamane tutti i negozi sono chiusi e riapriranno soltanto giovedì. Hanno definito «inaccettabile» il listino redatto venerdì scorso dal comitato, provinciale, presieduto dal prefetto, dr. Aldo Princiotta; i | macellai pare che, oltre alle due giornate di sciopero, siano intenzionati a non dare corso al nuovo «calmiere» ed a vendere la carne ai prezzi già stabiliti ed applicati sin dagli inizi di gennaio. Per questo fatto ottanta di loro sono stati denunciati alla magistratura per inosservanza del decreto prefettizio. «Le autorità debbono convincersi — dice il presidente del sindacato macellai, Giuseppe Galleano, ette ieri sera ha presieduto una affollata assemblea della categoria — che quanto noi sosteniamo risponde alla pura verità; il listino che ci si vuole imporre non tiene assolutamente conto della situazione del mercato, dei costi, delle rese, degli scarti e delle spese di esercizio (sui contenuti del decreto prefettizio si è soffermato U dr. Tarcisio Rossi, direttore deU'assockuione commercianti di Alassio). Noi respingiti- mo nel modo pia deciso tale calmiere e chiediamo che, con il nostro intervento, ti proceda ad una attenta analisi di tutti i costi. Tutti noi, e lo ribadiamo, siamo contrari a qualsiasi aumento e se ritengono che la carne costi troppo cara, ed in effetti così è, abbassino l'aliquota dell'Iva e dal 18 ver cento la portino al 6-7 per cento». I macellai savonesi hanno la solidarietà dei colleghi di Genova e non è escluso che l'agitazione si estenda • tutte la Iiguria. Mario Carlotto, presidente del rindacato di Genova e consigliere le della afferma: «Quanto chiediamo è indispensabile alla nostra sopravvivenza. Abbiamo tutti i diritti di difendere il nostro lavoro che già a causa della crisi in atto sta diventando sempre più difficile ed alle popolazioni dobbiamo dire e far capire che la colpa non è nostra se la carne è cara, ma che ciò è dovuto ad un coir plesso di cause economiche estranee e al di sopra delle nostre possibilità di intervento e. soprattutto, a leggi vessatorie, contraddittorie se non addirittura sbagliate. Sulla carne, tanto per cominciare hanno applicato un gravoso 1S per cento di Iva, che rende tale alimento un mangiare per soli ricchi mentre i lavoratori debbono accontentarsi di polenta e fagioli». Sul problema dell'Iva insiste anche Pietro Vassallo, altro dirigente del sindacato macellai di Genova: «Dobbiamo ammettere che la colpa di questa situazione è un po' an che la nostra. Non dovevamo accettare il 18 per cento di Iva. AI momento in cui è sta ta presa una simile decisione dovevamo scendere in sciopero, tutti, a tempo indeterminato. Se si vuole salvare la zootecnia italiana non lo si può fare sulle nostre spalle e su quelle dei consumatori. Non dobbiamo essere noi i capri espiatori di una politica errata». Lo sciopero e le altre decisioni assunte dal non sono pienamente condivise dal presidente dell'Unione provinciale della Confesercenti, Luciano Tizzi che le ritiene controproducenti: «Se da una parte i macellai hanno ragione perchè gli aumenti all'ingrosso ci sono stati realmente, penso che lo sciopero isolerà ancor più la categoria. Anziché chiudere — osserva —possono sollecitare incontri con le autorità locali, provin ciali, regionali e con i sinda cati per esaminare il problema e trovare più adeguate soluzioni. Io credo, ad esempio, che un'azione calmieratrice potrebbe essere svolta dall'amministrazione comunale favorendo o provvedendo di rettamente all'acquisto di carne da vendere a prezzi controllati e concordati. Inoltre macellai debbono battersi per urta ristrutturazione del settore che porti alla abolizione del passaggio attraverso grossisti». Per il rag. Giovanni Brusa, presidente dell'associazione commercianti, cui il sindacato aderisce, i macellai non potevano prendere una diversa decisione: di comitato provinciale prezzi deve nuova- I mente riunirsi — sostiene — i e valutare più attentamente i costi. Mi auguro che la que- ( stione venga risolta al più presto tenendo presente che per la non c'è calmiere di sorta per cui i prezzi variano di giorno Prendita all'ma rosso ìi"Ti" ì ir. giorno. A mio arriso si do- : vrebbe liberalizzare il prezzo i della carne che non è certamente l'alimento piti caro. Pensiamo, soltanto, allo stoccafisso, il cosidetto cibo dei poveri, che oggi costa sulle 3 mila tre al kg. Inoltre gli enti locali potrebbero fornire ai macellai carne da vendere a prezzo impósto lasciando ai rivenditori il 20 per cento di margine di commercializzazione. La categoria accetterebbe sicuramente una tate inziativa». Anche per i sindacati il problema della carne va affrontato diversamente perchè non si risolve aumentando i prez¬ zi: «Più c'è lievitazione e meno carne si vende. Meno carne si consuma e sempre più difficile diventa la situazione per i macellai. Quindi — dice Nicola Pozzi, segretario della TJil — bisogna contrastare gH aumenti con altre iniziative che coinvolgano la responsobilità delle amministrazioni comunali che di tale problema non si sono mai occupate». I macellai, coma abbiamo detto, sembra abbiano intenzione di non tener conto del nuovo listino approvato dal comitato provinciale pressi. Cosa ne pensa , in proposito, il prefetto, dr. Aldo Princiotta? aSi assumeranno le loro responsabilità — dice il prefètto — noi le nostre. Se non f ifjrffffrflllnrff il listino 0*> di unno Incontro a gravissime sanzioni, considerato, tra l'altro, che sarebbero recidivi». Allo sciopero non hanno partecipato, naturalmente, gli spacci de Ha Coopliguria ed i supermercati che sono stati accusati, dalla categoria dei macellai di essersi estraniati completamente dalla vertenza. Nicolò Siri

Persone citate: Aldo Princiotta, Giovanni Brusa, Giuseppe Galleano, Luciano Tizzi, Mario Carlotto, Nicola Pozzi, Nicolò Siri, Pietro Vassallo, Tarcisio Rossi

Luoghi citati: Alassio, Genova, Savona