Albenga: l'aeroporto resterà inutilizzato?

Albenga: l'aeroporto resterà inutilizzato? In seguito alla politica "austerity,, Albenga: l'aeroporto resterà inutilizzato? La soppressione dei voli per l'esportazione dei fiori e il ridimensionamento dei servizi passeggeri con Roma alla base della crisi La società che gestisce lo scalo chiede l'intervento della Regione (Dal nostro corrispondente) Villanova d'AIbenga, 19 die. fg.m.) La crisi dell'attività aeroportuale delineatasi dopo la soppressione dei voli per l'esportazione dei fiori ed il ridimensionamento dei servizi passeggeri con Roma, provvedimenti dovuti alla politica d'austerità, si sta ulteriormente acuendo con il rischio che lo scalo di Villanova resti definitivamente inutilizzato. La società Aertirrena non ha ancora ottenuto il riconoscimento coma linea regolare per la Albenga-Roma, mentre la Camera di commercio di Savona pare abbia deciso di cessare con il 31 dicembre prossimo l'erogazione del contributo alla compagnia di navigazione (circa un milione alla settimana) ed in tal caso il collegamento tra la Riviera e la capitale verrebbe a cessare, senza che si presenti una valida alternativa all'attività dell'aeroporto. Una crisi analoga si presentò nel 1964, ma iniziative attuate tempestivamente e favorite dalle caratteristiche tecniche degli aerei allora in dotazione delle compagnie di navigazione, permisero di raggiungere, nel volgere di un paio d'anni, consuntivi lusinghieri: 30 mila passeggeri, che equivalevano al quattordicesimo posto nella graduatoria degli aeroporti nazionali ed oltre 630 tonnellate di fiori imbarcate per i paesi del Nord Europa. L'avvento degli aviogetti e le limitate condizioni operative dello scalo di Villanova, compresa la chiusura al traffico notturno, ridussero notevolmente l'attività aeroportuale e ben poco si fece per adeguare, nei limiti del possibile, le strutture dell'aeroporto alle mutate esigenze della tecnica aeronautica e delle condizioni d'impiego degli aeromobili: l'allungamento della pista fino a 200 metri (ora di 1560 metri), il ripristino dei decolli notturni, l'autorizzazione ai controlli sanitari per le merci che vi sono soggette, sono rimasti allo stadio di progetto, quindi il problema aeroporto non fu mai posto in termini realistici e sostanzialmente fu disatteso, Gli enti economici e territoriali di Savona ? Imperia, che in un decennio hanno speso poche decine di milioni per un'infrastruttura d'importanza prioritaria in zone con economia basate sul turismo e sulla floricoltura, hanno ritardato nell'intraprendere iniziative locali e la lunga attesa per l'intervento statale non vale oggi a giustificare una crisi derivante dall'incompletezza dell'aeroporto. Recentemente la Camera di commercio di Savona, con il parziale concorso di quella di Imperia, ha tentato di risollevare le sorti dello scalo finan¬ ziando collegamenti con Roma e, nell'estate, con Torino, ma l'obiettivo da raggiungersi per ottenere concreti benefici economici consiste nell'attirare sullo scalo di Villanova notevoli contingenti di turisti stranieri e favorire la spedizione di massicci quantitativi di fiori freschi. Attualmente, nell'ambito della Seava, la società che gestisce l'aeroporto, si ritiene she la situazione sia ancora sostenibile, a patto che non si perda ulteriormente tempo per intervenire a livello politico presso i ministeri dei Lavori Pubblici e dell'Aviazione civile per garantire le provvidenze statali ai lavori di ampliamento. Il cavaliere Edoardo Ciribì, direttore della Seava, sostiene: «Ritengo che con un impegno della Regione e di tutti gli enti economici e territoriale del Savonese e dell'Imperiese, si possa giungere, in attesa degli stanziamenti statali, ad un finanziamento di un miliardo e poco più; con mutui agevolati e l'ammortamento in vent'anni, l'onere non supererebbe i cento milioni all'anno e non costituirebbe un ostacolo molto gravoso, anche se i bilanci di quegli enti non sono pingui». Come contropartita all'impegno finanziario, che garantirebbe anche l'aspetto occupazionale per il centinaio di persone ipiegate all'aeroporto, Ciribì afferma: «Ipotizzando un ritorno ai livelli operativi del '68, trentamila passeggerì si traducono in 300 mila • giornate di presenze turistiche con un gettito intorno ai tre milùjrdi; 600 tonnellate di fiori garantiscono un ulterio- re gettito di altri tre miliardi. ' mentre con il ripristino dei ! decolli notturni per le sole i merci e gli incassi di gestione. ! i vantaggi prodotti dall'attivi- ìto aeroportuale aumenterei ' oero ancora raggiungendo si- ! caramente ogni anno i 6500 <■ milioni, tanti da giustificare ■ non solo il'finanzuimento del- > le opere per potenziare lo sca- \ lo villanovese, ma anche la j costruzione di un nuovo aero- ; porto aperto al traffico giorno • e notte ed utilizzabile senza limitazione alcuna». i

Persone citate: Ciribì, Edoardo Ciribì, Riviera, Villanova