Il pm ha chiesto l'assoluzione per l'uomo che è accusato del delitto di Vallecrosia

Il pm ha chiesto l'assoluzione per l'uomo che è accusato del delitto di Vallecrosia Quasi un colpo di scena alla corte d'assise d'Imperia Il pm ha chiesto l'assoluzione per l'uomo che è accusato del delitto di Vallecrosia "Mancano prove sicure — ha detto il dottor Penco — ci sono soltanto indizi, ma discordanti, per stabilire se Michele Macrì abbia ucciso Francesco Di Certo" - Tre anni di reclusione per violenza e tre per ratto della figlia della vittima - Un anno di prigione per Barreca, processato per favoreggiamento (Dal nostro inviato speciale) Imperia, 6 dicembre. Tre anni di reclusione per il reato di violenza aggravata, altri tre anni per il ratto, interdizione perpetua dai pubblici uffici e assoluzione, per insufficienza di prove, dalle accuse di omicidio aggravato e occultamento di cadavere. Queste le richieste del pm. dottor Antonio Penco, alle assise di Imperia, a conclusione della requisitoria contro Michele Macri. il floricoltore di 40 anni processato per il «giallo» di Vallecrosia. Una conclusione in parte scontata, poiché la fase istruttoria prima e il dibattimento processuale poi, non hanno permesso di evidenziare alcuna prova certa a carico dell'imputato, ma. come ha detto il dottor Penco, soltanto «indizi gravi e univoci ma non concordanti, tali da stabilire un equilibrio di elementi che costringono all'impotenza il giudice». Il pubblico accusatore, dopo aver chiesto un anno di reclusione per Michele Barreca, 65 anni, accusato di favoreggiamento personale verso il principale imputato, ha avanzato una richiesta tale da lasciare uno spiraglio aperto per la soluzione di questo «giallo»: la trasmissione della copia dei verbali e della sentenza di condanna di Felice Barreca, 37 anni (un anno di reclusione per direttissima per falsa testimonianza) alla procura della Repubblica di Sanremo affinché accerti a carico dello stesso un eventuale reato di concorso in occultamento di cadavere. Il dottor Penco ha messo in evidenza come punto di accusa la condotta dell'imputato prima e dopo la scomparsa del Di Certo. Il suo interessamento assiduo, sino al punto da arrivare a chiedere le chiavi di casa alla ragazza, da pagare alcuni debiti, da offrirsi per pensare al sostentamento degli orfani. Poi la sua conoscenza dell'esatta ubicazione del pozzo dove è stato occultato il cadavere. «C'è poi — aggiunge l'accusatore — la monocorde posizione negativa dell'imputato, anche per ciò che concerne circostanze irrilevanti- Ciò denota una insicurezza di fondo che può dare adito a tutti i più sinistri sospetti». Ci sono anche elementi a favore del Macri. E' incensurato, non si sono rilevati segni di colluttazione o macchie di sangue sui suoi vestiti e sulla sua persona; non è certo che sia stato l'ultimo, la sera del 25 settembre '72, a vedere la vittima: «Un'ambivalenza di prove — dice il dottor Penco — per cui ogni sforzo dell'accusa è destinato all'insuccesso». Il pm. è però convinto della responsabilità del Macri in relazione ai reati di violenza carnale e ratto a fine di libidine, anche se esclude l'aggravante della continuazione. Passando ad esaminare la prfaMialgcsrcpfccps«B posizione dell'imputato minore, il dottor Penco afferma: «Michele Barreca con il suo intervento, atto ad indurre i frequentatori dell'osteria ad attestare che quella sera il Macri era stato nel locale ininterrottamente dalle 20,30 alle 23,30, tende a saldare l'alibi dell'imputato. La sua è una manovra per fuorviare gli inquirenti». H pubblico accusatore rileva un'altra circostanza: Michele Barreca è parente di Felice Barreca e amico intimo del Macri e la sua posizione, di conseguenza, si fa più pesante e ambigua, completa una serie di indizi a carico dell'imputato e dà sostanza alle voci secondo le quali l'omicidio sarebbe stato compiuto da più persone che poi avrebbero occultato il cadavere nel pozzo. Facendo riferimento a questa ipotesi, il p.m. si chiede: «Chi voleva coprire Felice Barreca, con la sua falsa deposizione? Macri, se stesso, o tutti e due? Oppure altre persone mai comparse nel processo?. In precedenza avevano preso la parola i rappresentanti di paté civile. L'avvocato Retti, ilevando che ea stato impossibile giungere ad ima verità limpida a causa di una «istruttoria fallace e manchevole», ha esaminato la posizione dell'imputato riguardo ai reati di violenza e ratto. L'avvocato Silvio Dian, con una : requisitoria sobria e dignito- , sa, ha esordito annunciando j che la parte lesa rinunciava a i sostenere le accuse di omicii dio e occultamento di cadave¬ re non suffragate da prove. La seduta si è conclusa con la prima arringa difensiva, pronunciata dall'avvocato Natale De Francisci, per Michele Barreca. Vittorio Preve Imperia. L'imputato Macrì svolgimento dell'udienza Moraglia)

Luoghi citati: Imperia, Sanremo, Vallecrosia