Vado e Quiliano sono in lotta contro la centrale dell' Enel

Vado e Quiliano sono in lotta contro la centrale dell' Enel I due Comuni s'oppongono al decreto legge che prevede l'ampliamento Vado e Quiliano sono in lotta contro la centrale dell' Enel I consigli comunali contestano l'apertura di due nuovi gruppi del centro termoelettrico Adducono come motivi l'inquinamento da anidride solforosa e il rumore - Se la centrale funzionerà a carbone bisognerà scaricare in mare ogni giorno mille tonnellate di cenere (Dal nostro corrispondente) Savona, 25 settembre. I Comuni di Vado Ligure e Quiliano si opporranno con ogni mezzo a loro disposizione all'ampliamento della centrale termoelettrica Enel cbe il recente decreto legge approvato dal governo ha reso ora possibile. In una riunione collegiale delle due giunte comunali è stato approvato un documento nel quale il provvedimento viene definito illegittimo «perché gravemente lesivo» sia dei principi fondamentali dell'autonomia comunale sia della potestà legislativa e delle competenze regionali, sanciti nella Costituzione. II decreto legge, come noto, autorizza l'Enel a costruire o ad ampliare undici impianti esonerandolo, nel contempo, dal richiedere agli enti locali le relative licenze ed autorizzazioni. «Con tale provvedimento, l'Enel, sciolta dall'obbligo del rispetto delle vigenti disposizioni — affermano i comuni — in sostanza detterà legge assoggettando i comuni ed il loro territorio ai propri insindacàbili disegni e programmi, dimostratisi, sinora, tutt'altro che soddisfacenti sia sotto l'aspetto ecologico sia sotto Quello urbanistico». Nel caso riguardante il territorio dei Comuni di Vado e Quiliano, sul quale già è in esercizio una centrale termoelettrica della potenza di 1 milione 280 mila kW, le due giunte hanno espresso la loro netta opposizione all'ampliamento implicante la costruzione di altri due gruppi (il quinto e il sesto) da 320 mila kW ciascuno, in netto contrasto con gli atti convenzionali a suo tempo'stipulati con l'Enel. «Noi — afferma Giuseppe Moracchioli, sindaco di Vado Ligure — riconosciamo'la necessità delle centrali elettriche, ma non è con questi metodi impositivi che il problema va risolto. D'altra parte Vado e Quiliano hanno già pagato e stanno pagando un grosso contributo a beneficio della comunità nazionale e non è giusto richiedere loro altri sacrifici». L'opposizione dei due comuni oltre che da ragioni di principio è motivata da ragioni concrete, «già in passato — sottolinea Moracchioli — l'Enel aveva chiesto di iniziare un discorso per la costruzione degli ultimi due gruppo previsti dal progetto generale della centrale, ma noi non abbiamo neppure voluto sentirne parlare in quanto sono tutt'ora aperti grossi problemi creati dai quattro gruppi oggi in funzione e relativi all'inquinamento-da anidride solforosa, da rumore e da vibrazioni. La situazione, certo, non è drammatica, ma siamo ormai giunti ai limiti di tolleranza previsti dalla legge. Per quanto riguarda l'anidride solforosa, nell'arco di diciotto mesi, tali limiti, sia pure per tzmpi brevissimi, sono già stati superati per ben ventitré volte. Chi ci salva è il vento. Per quanto riguarda i rumori e le vibrazioni abbiamo un intero quartiere, quello dei Griffi (350 abitanti) che richiede misure urgenti per l'eliminazione di tali gravi inconvenienti che pregiudicano le loro condizioni di vita. Un collegio di esperti, nominato in accordo con l'Enel, sta studiando il problema e i risultati si conosceranno verso la fine di ottobre». Accanto a questi problemi, per i quali la soluzione non è stata ancora trovata, se ne affaccia un altro e cioè quello conseguente al futuro uso del carbone quale combustibile per la conduzione della cen- ! trale in sostituzione della nafta. «Si tratterà — rileva Moracchioli — di scaricare in mare mille tonnellate giornaliere di cenere il che non è cosa di poco conto considerate le caratteristiche turistiche del Savonese. Anche per questo l'Enel ha in corso i dovuti studi per trovare soluzioni che garantiscano'da ulteriori inquinamenti del mare. E' evidente, perciò, che con la costruzione di altri due gruppi tutti questi problemi, sinora, ripeto, irrisolti, sarebbero destinati ad aggravarsi in modo assai pericoloso. Non possiamo, inoltre, non considerare, anche se questo è un aspetto del tutto marginale della questione, che l'Enel pur occupando un'area di 600 mila mq dà lavoro a sole 200 persone che salirebbero a 300-350 con la realizzazione degli altri due gruppi. La Fiat di Vado che occupa 70 mila mq di terreno dà lavoro a 1500 persone. Quindi anche dal punto dt vista occupazionale i benefici dell'ampliamento sarebbero del tutto trascurabili». La linea d'azione dei due comuni sarà comunque definita in una riunione congiunta dei consigli comunali che si terrà martedì prossimo a Vado Ligure. Intanto è stato chiesto un incontro urgente con il ministro per l'Industria De Mita e con i presidenti delle Commissioni Industria dei due rami del Parlamento. A tali incontri dovrebbero partecipare anche i parlamentari savonesi e rappresentanti della giunta regionale, Inoltre, Vado e Qiuliano si faranno promotori di un convegno di tutti i Comuni interessati ai nuovi undici impianti per decidere una strategia comune che porti alla revoca o almeno ad una sostanziale modifica del decreto legge cbe deve essere approvato dal Senato e dalla Camera entro sessanta Storni. „.». Vado. Le ciminiere della centrale Enel

Persone citate: De Mita, Giuseppe Moracchioli, Moracchioli, Vado

Luoghi citati: Quiliano, Savona, Vado Ligure