Vado: dubbi per l'ampliamento della centrale termoelettrica

Vado: dubbi per l'ampliamento della centrale termoelettrica Dopo il decreto approvato dal Governo Vado: dubbi per l'ampliamento della centrale termoelettrica Da quando è entrata in funzione (quattro anni fa) fra l'Enel e il comune è in atto una polemica per l'inquinamento atmosferico e marino Il vicesindaco dice: "La prospettiva di nuovi posti di lavoro è allettante ma il problema dell'inquinamento è per noi irrinunciabile" (Dal nostro inviato speciale) Vado Ligure, 22 settembre. Il decreto legge approvato giovedì dal governo, con il quale si autorizza l'Enel a costruire i nuovi impianti termoelettrici che erano rimasti bloccati causa l'opposizione dei «Comuni interessati, è stato appreso a Vado Ligure con un certo disappunto. Dice Pasquale Argiolu, vicesindaco: «Il decreto, così come l'ho ap preso dai giornali, scavalca iComuni e gli enti locali in ge-nere, proprio nel momento in cui si parta dell'autonomia di questi enti». Il disappunto, comunque, non riguarda tanto la questio-ne di principio, quanto-moti vi di ordine pratico legati alla situazione ambientale. Da cir- ca quattro armi a Vado Ligure è in attività una centrale termoelettrica dell'Enel: sono in funzione quattro gruppi della potenza di 320 megawatt ognuno. L'energia che si produce viene erogata a Savona e nel Ponente ligure sin quasi a Ventimiglia, e nel Basso Piemonte sino all'estrema periferia di Torino. Non si tratta, comunque, di una erogazione con carattere di continuità in quanto se si verificasse altrove (come è già successo ripetutamente) un'improvvisa necessità, l'energia stessa verrebbe dirottata a Genova, tanto per fare un esempio, o in Toscana. Dall'entrata in funzione dei quattro gruppi è in atto una polemica fra il Comune e l'Enel. L'amministrazione civica ha fatto le proprie rimostranze per le vibrazioni ed i rumori che si avvertono nelle zone contigue alla centrale, ma, soprattutto, per l'inquinamento atmosferico e marino. Si tratta di questo. Lo zolfo contenuto nel normale combustibile che viene adoperato nel ciclo di lavorazione, si trasforma in anidride solforosa: un impianto da 320 megawatt (come sono appunto quelli di Vado Ligure) ogni ora ne emette dai camini*di scarico da un minimo di 2,6 ad un massimo di quattro tonnellate. Questo fenomeno non si verificherebbe se venisse usato uno speciale combustibile chiamato «BTZ», a basso tenore di zolfo, oppure del metano. A Vado Ligure, dunque, si sta discutendo per eliminare tale inquinamento. «Noi non abbiamo nulla contro l'Enel — afferma U vicesindaco —, anzi nel 1964 con la convenzione stipulata per la costruzione della centrale l'abbiamo agevolata. Chiediamo però che venga eliminato l'inquinamento atmosferico, ed a questo proposito ricordo che ih diverse occasioni sulla città è piovuta cenere proveniente dalle ciminiere della centrale termoelettrica. Inoltre, lo scarico a mare dei residui della combustione provoca anche un inquinamento marino. Ora, poiché non è stata ancora risolta la questione riguardante i gruppi attualmente in funzione, restiamo perplessi di fronte alla prospettiva dell'insediamento di due nuovi gruppi». Ci si chiederà perché l'Enel, al fine di troncare le polemi- j che (non solo a Vado Ligure). non adoperi un combustibile \ diverso da quello in contesta- zione. Secondo l'ente di Stato il tasso d'inquinamento prò dotto dagli impianti sarebbe al di sotto dei limiti previsti in materia dalla legge italia- na. Da ciò, sempre secondo l'Enel, sarebbe inutile e costoso adoperare il «BTZ» (il cui prezzo è superiore al combustibile normale); per quanto concerne il metano, ce n'è poco, si dice, e serve per altri usi. A parte le preoccupazioni per l'inquinamento atmosferico e marino, c'è un altro aspetto della questione la cui importanza sociale non sfugge all'Amministrazione (di sinistra) di Vado Ligure. Il fatto, cioè, che l'insediamento dei nuovi gruppi significherà lavoro per le imprese appaltatrici e probabili nuove assunzioni alla centrale. «D'accordo — dice Pasquale Argiolu — non siamo certamente insensibili di fronte alle possibilità di nuove fonti di lavoro, anche perché ricordiamo che al momento della costruzione dell'attuale centrale le necessità di manodopera delle imprese di costruzione erano servite ad alleviare la disoccupazione. Va benissimo anche la prospettiva di nuovi posti alla centrale, ma, ripeto, per noi il problema dell'inquinamento rimane irrinunciabile e vi si dovrà trovare una soluzione soddisfacente». Non va dimenticato, a questo proposito, che il comprensorio di Vado Ligure è uno dei più inquinati di tutta la Liguria a causa della cokeria e di altre fabbriche: in certi periodi, quando, specialmente in inverno, c'è awm di vento, U puzzo che invade l'atmosfera è veramente ammorbante. Circa la possibilità di nuove assunzioni in una zona dove soltanto un anno fa è stato chiuso uno stabilimento Montedison (l'Ape) che dava occupazione a circa 500 persone, l'eventualità è vista, ovviamente, in modo favorevole. Attualmente la centrale termoelettrica ha 300 dipendenti, vale a dire 75 per ogni gruppo funzionante. Con i due nuovi gruppi che saranno costruiti ci dovrebbero essere, all'incirca, 150 nuove assunzioni. In effetti, l'Enel già da qualche tempo sta procedendo ad un reclutamento di manodopera che dovrebbe essere portato a completamento, per la cifra prevista, entro i tempi di realizzazione dei due impianti sbloccati dal governo. Vittorio Prove

Persone citate: Pasquale Argiolu