I pescatori inattivi a Savona Molti dicono: "E' la rovina "

I pescatori inattivi a Savona Molti dicono: "E' la rovina " La psicosi del colera e il consumo del pesce I pescatori inattivi a Savona Molti dicono: "E' la rovina " Magri affari al mercato ittico - Danneggiati i ristoranti - Un cuoco: "Chiudo il locale e vado in ferie" • Diminuito l'arrivo dei turisti in Riviera: "Una brutta chiusura di una buona stagione" - Proteste dei gelatai - Numerose cremerie hanno chiuso (Dal nostro corrispondente) Savona, 8 settembre. Da Savona non è uscito neppure uno dei 12 pescherecci che fanno capo al nostro scalo marittimo; sono rimasti alla fonda nella vecchia darsena e i pescatori, per non rimanere del tutto inattivi, si sono dedicati a piccoli lavori di manutenzione e alla riparazione delle reti. «Se le cose non cambiano, e in fretta, — dice un capobarca — per molti sarà la rovina. Qualcuno deve ancora pagare cambiali per l'acquisto di nuove reti ed attrezzature. La stagione estiva rappresenta per noi il periodo più favorevole dell'anno in conseguenza dell'aumento dei consumi e quindi la psicosi del colera ha. per la categoria, riflessi particolarmente pesanti». Il mercato ittico di via Pietro Giuria ha registrato stamane magri affari anche se (e speriamo che sia l'inizio della ripresa) in confronto a ieri, si è venduto qualche chilo di pesce in più. Comunque contro t 2000 • 2500 kg di pesce smerciati in giorni normali, oggi ne sono andati soltanto cinque quintali, portati da pescatori della riviera. I prezzi delle qualità più pregiate non sono diminuiti. Anche nei ristoranti la richiesta di piatti a base di pesce è sempre scarsa e qualcuno parla di menù simili a diete per malati di fegato. Poppino Schivo, che gestisce un ristorante di Albenga conosciuto da tutti i buongustai liguri e piemontesi, ha deciso di anticipare le ferie: «La mia cucina si basa essenzialmente sul pesce e con quello che sta verificandosi non è più possibile lavorare. Stando così le cose anziché aspettare novembre, come al solito, da lunedì chiudo e me ne vado in ferie. Al mio ritorno spero di trovare una diversa situazione». A Moli, che ha un mare tra i più pescosi della riviera, tutto si è mantenuto normale sino a tre giorni fa. Poi il consumo di pesce è paurosamente calato. «Negli alberghi e nelle pensioni — dice Bruno Gandugiia, presidente della locale associazione albergatori — il pesce viene servito, come è consuetudine, due volte la settimana e nessuno lo rifiuta. Va male, invece, nei ristoranti dove la richiesta di pesce è diminuita nel giro di 72 ore del SO per cento». Purtroppo non è soltanto il settore della pesca ad attraversare un momento di gravi difficoltà. La paura del colera, accentuata, secondo alcuni, da disposizioni intempestive ed in certi casi ingiustificate, sta spopolando la riviera. L'arrivo di turisti stranieri è sensibilmente diminuito e le disdette arrivano a ritmo crescente: «Non sono soltanto i singoli a disdire le prenotazioni ma anche, e soprattutto, le grandi agenzie di viaggi costrette a rimborsare ai clienti quanto questi avevano anticipato. Si tratta per loro e per noi — afferma Carlo Buccelli, presidente dell'Unione albergatori — di danni ingentissimt. Nel mio caso, nel giro di 48 ore ho perso una trentina di prenotazioni. So di colleghi ai quali sono già giunte disdette riguardanti persino la fine del mese e i primi di ottobre. Una brutta chiusura — commenta — di una buona stagione». Proteste accesissime vengono dai commercianti. «La Regione, anziché imporre ai Comuni di disinfettare i tombini che puzzano e di pulire il greto dei torrenti — osserva Giovanni Brasa, presidente dell'associazione commercianti —, non ha trovato di meglio che obbligare i negozi di alimentari a tenere una cassiera. Quanti sono gli esercizi che se lo possono permettere? Pochissimi, perché sono quasi tutti a conduzione familiare. Mercoledì prossimo, a Genova, ci sarà una riunione della categoria per decidere un'azione al riguardo». La proibizione della vendita di gelati sfusi o di produzione artigianale ha costretto alla chiusura numerose cremerie. «Il provvedimento — dice il gelataio Mirko, di Celle Ligure — è stato preso senza alcun preavviso e così ci siamo trovati con chili e chili di gelato che non possiamo vendere. La cosa che però più sorprende è che mentre in Liguria si vieta la vendita del gela¬ to sfuso, contemporaneamente, ih Piemonte, il divieto, adottato prima che nella nostra regione, viene abrogato». Nicolò Siri Savona. I pescherecci sono rimasti alla banchina (Telefoto Ferrando)'

Persone citate: Bruno Gandugiia, Carlo Buccelli, Giovanni Brasa, Nicolò Siri Savona

Luoghi citati: Albenga, Celle Ligure, Genova, Liguria, Piemonte, Savona